EXCALIBUR 1 - marzo 1998
in questo numero

La destra

di Efisio Agus
La teorizzazione di uno schieramento politico forte e omogeneo quale la destra vorrebbe essere deve presupporre la condivisione di un minimo di idee base e deve prefiggersi una comune missione nella società nazionale.
Per fare ciò la forza politica, sia che si chiami Alleanza Nazionale o Fiamma Tricolore o Fronte Nazionale o qualsivoglia gruppo nazionalpopolare, deve trovare quelle "linee guida" che le consentano di raggiungere gli obiettivi comuni ispirati dagli stessi ideali e uno stile di vita consono.
È chiaro che se si vuole fare questo è necessario il più largo consenso possibile e la buona volontà da parte di tutti, mettere a frutto tutte le risorse umane passate e presenti del nostro ambiente.
E non è certo A.N. che può fare a meno di trovare l'umiltà di chiamare tutti a raccolta, come era parso di capire a Fiuggi, e aprirsi a recepire le idee della base, così come non può la Fiamma Tricolore o il Fronte Nazionale chiudersi in un angolo senza alcuna prospettiva e possibilità di successo.
Bisogna intanto che ci iniziamo a intendere anche sui termini usati sia da noi che dalle altre parti politiche:

Destra moderna: è il termine usato da Fini a Verona, abbastanza generico, che sembrerebbe in contrapposizione a "Destra antica", conservatrice, borghese, reazionaria, anticomunista, che al contrario dovrebbe essere attuale, che cerca e trova le soluzioni ai problemi dell'Italia di oggi, ma che sa anche prefigurarsi e anticipare il futuro cambiamento.
Destra riformista: così l'ha definita Buttiglione commentando Verona, e penso sia giusto visto che sarebbe per noi illusorio e velleitario chiamarla "rivoluzionaria", in quanto il cambiamento dobbiamo prima attuarlo al nostro interno e poi dobbiamo smettere di pensare che certi termini, idee e azioni possano provenire solo da sinistra.
Destra sociale e popolare: e qui i termini ci stanno tutti e due bene in quanto per la destra l'attenzione dello Stato è rivolta a tutta la società civile e tiene conto delle moderne esigenze del mondo del lavoro e di tutti i lavoratori.
Destra democratica: che non nasce con A.N. ma molto prima con la Destra Nazionale, alleanza non solo elettorale tra monarchici, liberali e missini, e poi con Democrazia Nazionale ai tempi della scissione, e oggi fautrice della "partecipazione popolare" in una "democrazia diretta".

Ma oltre a specificare i termini, che può essere oggetto di un più approfondito dibattito, è necessario ridefinire o ridisegnare la nuova destra che a prescindere da Verona dovrà prima o poi nascere con una sintesi dei suoi valori culturali, dalla continuità dei suoi ideali, per rinvigorire il concetto di Stato e andare alla ricerca delle soluzioni dei grandi problemi irrisolti degli ultimi decenni, il lavoro, la giustizia, l'educazione, il fisco, ecc..
Il compito che ci attende è gravoso, lungo e difficile, ma non per questo non percorribile. Si tratta per ciascuno di noi di lasciare da parte idee preconcette, ostruzionismo o peggio ancora l'intendere l'impegno civile e politico solo legato a una campagna elettorale (vizio di A.N. ereditato dal M.S.I.) oppure a ricostituire gruppi settari che per quanto apportatori preziosi di idee non avrebbero sbocchi politici interessanti.
Abbiamo invece necessità di costituire associazioni per radicarci nel mondo del lavoro, della cultura, del volontariato, ecc.. Buon lavoro!
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