EXCALIBUR 8 - febbraio 1999
in questo numero

Personaggi: Jan Palach

Un eroe dimenticato

di Isabella Luconi
Gennaio 1969: un ragazzo di 21 anni, Jan Palach, si dette fuoco in Piazza San Venceslao a Praga, davanti ai carri armati sovietici.
Gennaio 1999: unica voce a ricordarlo, quella di Marcello Veneziani sulle pagine del Borghese. La sinistra tace, rimuove il ricordo di una vita bruciata in nome della libertà, perché quella libertà l'avevano calpestata i comunisti.
So che è fazioso, "antistorico" dicono oggi, usare il termine "comunisti" - e "comunismo" - ma non mi dispiace essere accusata di faziosità e continuare a usare quel termine, per indicare un pensiero, una ideologia che fa della inversione dei valori la sua bandiera e della demagogia la sua forza.
Quale differenza sostanziale può esserci fra un regime che invade un paese sopprimendo la identità di un popolo e un regime che impedisce, attraverso il silenzio dei mass media, a un popolo di conoscere la verità? La conoscenza è propedeutica alla libertà, perché conoscere significa scegliere, sopprimendola si sopprime la libertà.
Ma se la sinistra tace, la destra si adegua, e i suoi ragazzi devono andare al cinema per trovare in un mito di celluloide l'identificazione dei suoi valori. E in quegli occhi azzurri di Mel Gibson rivolti allo spazio infinito, a quel "cuore impavido" che grida nel vento «Libertà! Libertà!» abbiamo delegato la nostra identità.
Che si alzi allora, forte, il grido di tutti gli uomini liberi, che hanno ancora il coraggio di parlare di Patria, di Nazione, di princìpi, perché il sacrificio di Jan Palach non sia inutile: morire per un'idea appartiene agli Eroi, vivere per difenderla è il nostro impegno!
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