EXCALIBUR 11 - giugno/luglio 1999
in questo numero

Il governo della vergogna - I parte

Il "Massimo" del cinismo - riassunto delle vicende politiche nazionali di quest'anno

di Giorgio Usai
La storia ci ha consegnato la figura di un monarca francese che, giunto a un passo dal potere, pronunciò la celeberrima frase: «Parigi val bene una messa!», significando così che la conquista del Regno di Francia giustificava qualsiasi sacrificio di ideali, convinzioni, opinioni, ecc.. Tutto, pur di arrivare al potere!
L'Italia democratica è ricchissima di personaggi come il sullodato, dominati da un cinismo incredibile, degno di un Talleyrand.
Oltre al citatissimo Andreotti (il cinismo politico-morale di costui è del genere cattolico-nauseabondo-aberrante), potremo ricordare il Cossiga ministro dell'Interno e/o primo ministro che, pure al corrente delle operazioni "sporche" dei suoi Servizi, correva poi a genuflettersi in lacrime ai vari funerali di Stato delle vittime delle stragi di Stato...
Ma scivoliamo fino ai giorni nostri per prendere in considerazione l'attuale primo ministro, il pidiessino ex comunista D'Alema Massimo.
Vi confesso, cari amici, che nutro una... inconfessabile, smisurata ammirazione per questa figura di uomo e di politico.
Di aspetto rassicurante, elegante quanto basta, misurato e sobrio, dotato di un eloquio tagliente, arrogante, semplice, misurato, mai debordante, asettico e privo di pathos.
Mi piacerebbe essere come lui; qualche tempo fa l'impietoso video di "Striscia" ce lo ha mostrato prima di una "diretta", quando discuteva col regista e con gli operatori circa le angolazioni della telecamera, del tavolo che «era meglio se non c'era», della enorme poltrona di pelle che lo "rimpiccioliva"... il tutto accompagnato da un sorrisetto obliquo, di scherno e di disgusto.
Altro che gli ipocriti, farisaici monsignori di curia! Che classe!
Ma non perdiamoci in piccolezze, suvvia: è del D'Alema politico che desidero parlarVi, del suo incredibile cinismo, della sua arroganza vincente.
Egli ci ha dimostrato, con l'"operazione ulivo" del 1996, che si possono vincere le elezioni politiche pur non vincendole.
Infatti - dopo un anno di governo ribaltone col badogliano Dini, appoggiato dal gran capo Scalfaro - tramite la truffaldina operazione di "desistenza" con gli ultra-comunisti, è giunto al potere, facendo dire al Prodi che "mai" il partito di Bertinotti avrebbe fatto parte della maggioranza governativa.
Infatti è stato così: il governo Prodi, una vera impostura per gli Italiani che non hanno votato anche per Bertinotti, è stato fatto cadere proprio da D'Alema per potersi sedere, primo comunista dal 1943, sulla poltrona di Palazzo Chigi.
Se la consideriamo bene, da vicino, l'"operazione D'Alema al governo" è un piccolo (?) capolavoro di "ars politica" all'italiana, impensabile in nazioni di altissima tradizione statale come Francia, Spagna, Inghilterra.
Cronistoria: il governo Prodi viene salvato, per la prima crisi albanese, proprio da quella opposizione che aveva giurato di "mandarlo a casa" con manifestazioni di piazza veramente oceaniche, quella opposizione stupidissima e pavida, tenuta in caldo proprio da D'Alema e dall'insperato complice Cossiga (chi l'avrebbe mai detto!), con le mene delle riforme costituzionali.
Quando Prodi se ne torna a Bologna dai suoi tortellini, D'Alema non ha i numeri per sedersi sulla poltrona di primo ministro.
I numeri glieli trova Cossiga: infatti il picconatore sassarese compra una ventina di cialtroni di Forza Italia e C.C.D. e, non bastando questi, anche qualche rottame da A.N., un tale che fa il chirurgo del cuore a Cagliari e che andava in giro ostentando un orologio con l'effigie del Duce.
E così il primo governo retto da un ex comunista, in Italia, è appoggiato da P.R.C. (maoisti, castristi, leninisti, zapatisti e carnevale vario), dalle grandi banche (Dini, la moglie, ecc.), dalle multinazionali, da Agnelli, da venduti di F.I. e da ex fascisti.
Ma D'Alema non fa una sola grinza: le belle "coscienze democratiche", che nel 1960 misero a soqquadro la penisola contro Tambroni (che era "esternamente" appoggiato dal M.S.I. di Michelini) tacciono in attesa di mangiare ancora. Del resto, non c'è forse un compagno (finalmente) al potere?
Cosa mai può significare che non ha vinto le elezioni, e che ha truffato per la seconda volta gli Italiani, tutti, quelli che hanno votato ulivo e quelli che hanno votato polo? «Parigi val bene una messa!», lo abbiamo già detto!!!
Ma qualcosa di veramente grave è accaduto: milioni di Italiani come me, come Voi, che avevano votato a destra, che avevano votato per il centrodestra, per il Polo, hanno visto il loro voto "digerito e cacato" (come dice Don Ciccio Tumeo al Gattopardo) e trasformato dal ... (censura, n.d.s.) Cossiga in voti per l'ex compagno D'Alema!
C'era da scendere in piazza a milioni per manifestare, anche con violenza, per questa gravissima violazione della volontà popolare operata da D'Alema, Cossiga e Scalfaro! Ma non accade niente: l'opposizione del cavaliere di Arcore sta zitta e buona, in attesa di chissà cosa.
Intanto, nei Balcani, nella fatale penisola di Sarajevo, qualcosa sta maturando. Un despota, un tirannello erede del comunista Tito, il comunista Milosevic, sta tentando di "pacificare" una sua provincia turbolenta, il Kosovo, abitata da gente che, in maggioranza, si sente albanese e all'Albania vuole unirsi.
Nei Balcani, da sempre, ogni guerra, guerricciola, guerriglia, ribellione, rivolta si trasforma ben presto in un macello orribile e crudelissimo.
Anche questa volta è così, con la differenza che, questa volta, nella lontanissima Washington i padroni del mondo hanno deciso l'intervento "umanitario".
È dal 1776 che una piccola, strana nazione senza storia, ideali, tradizioni, aggredisce altre nazioni, in tutta la terra, in nome di "immortali princìpi".
Dal 1776 è stato calcolato che gli Stati Uniti hanno iniziato guerre dovunque nel mondo, guerre piccole e grandi, per più di duecento volte!!!
Il presidente Clinton, con la sua potente faccia di idiota, decide di intervenire in Jugoslavia tramite il suo braccio armato in Europa, la Nato.
È la guerra alle porte di casa nostra, per la prima volta dal 1945; si accodano all'ordine di Washington Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, ecc. e anche l'"italietta", democratica di D'Alema.
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