EXCALIBUR 17 - marzo 2000
in questo numero

Nuova militanza e provocazioni

Una comunità ancora viva e vegeta

di Salvatore Deidda
Nei due articoli riguardanti la militanza nel Fronte della Gioventù pubblicati nel numero scorso del giornale, sotto varie sfumature, si rimpiange la vecchia comunità militante e lo scenario politico precedente. I rimpianti, o meglio, la polemica può essere accettata da chi la militanza l'ha vissuta con impegno e coerenza e non da chi la "sezione" o il "clima comunitario" li ha vissuti solo in parte. Ricordo che Guido era dell'"ambiente", aveva tanti progetti, passava qualche volta a salutarci, ma non ha "militato" nella sezione cagliaritana. Comunque, risponderò in merito al presunto cambiamento di militanza all'interno di quel gruppo, che ha ereditato gioie e dolori del vecchio F.d.G..
Ancora oggi, caro Andrea, se vieni nella sezione di Azione Giovani di Via San Gregorio Magno, non ti aprirà la porta un vecchio burocrate, ma giovani che come te vogliono provare a sacrificarsi per un ideale. Capirai che la militanza che hai conosciuto in Via Zagabria o in Via Paoli non è cambiata così radicalmente rispetto al passato, ma sono stati apportati correttivi al passo col tempo in cui viviamo. Quello in cui credevamo ieri crediamo oggi, cercando inoltre di insegnarlo ai nuovi ragazzi che si avvicinano interessati a scoprire quello strano mondo della politica giovanile. Abbiamo avuto, e tu lo sai bene, diversi problemi nati da scissioni, incomprensioni personali e mille altre difficoltà, non ultima quella economica, dovuta a quell'indipendenza dalla Federazione che, grazie anche al tuo contributo, i giovani hanno conquistato e pagato a duro prezzo, e abbiamo più volte espresso pubblicamente il nostro dissenso sulla politica dei suoi dirigenti, tramite tv e giornali.
Sai forse quello che ci manca? L'apporto di persone come te, come quello di molti adulti (... e questo è per voi, redattori di "Excalibur" e soci di "Vico San Lucifero") che si sono messi fuori dal partito non condividendo certe posizioni o certe svolte e hanno rinunciato a lottare. Vi siete seduti o adagiati a commentare la politica come degli intellettuali disimpegnati, che emettono giudizi secondo un non appurato purismo ideale. La verità è che avete abbandonato dei giovani che avevano e hanno voglia di cambiare il mondo, l'Italia, il proprio partito.
Nessuno chiede, vista anche l'età e il crescente peso delle responsabilità della vita, di rincominciare a militare giornalmente, ma potevate (o potete, se volete) aiutarci in altro modo, con la vostra esperienza e impegno, a conquistare e cambiare il partito e imporre il nostro modo d'intendere la politica; dopo ciò, far conoscere alla gente della nostra città e della nostra regione quali siano i veri valori della Destra.
A noi giovani, non servono lettere di rimpianto, lezioni di coerenza e neanche una guida o condottiero, perché noi quello che dovevamo fare l'abbiamo fatto. Capisco che, per qualcuno, siano inaccettabili le dichiarazioni e le scelte di Fini o del partito in genere, ma non è andandosene che cambieranno le cose, anzi avranno sempre più spazio quei politici che intendono l'impegno politico in maniera diametralmente opposta alla nostra. Ci manca un mondo "adulto" che ci rappresenti in pieno, che lasci da parte le antipatie personali, e decida di rimettersi in discussione e non cullarsi sugli allori del passato.
Chi vuole intendere intenda, e prenda queste parole per quello che sono: una provocazione e una richiesta d'aiuto per risollevare le sorti del nostro partito.
Toh! chi si rivede... quelli di Vico San Lucifero.
Molte persone, anche vicine alla nostra Associazione, non ci hanno badato, ma nella lista di A.N. per le elezioni provinciali in provincia di Cagliari sono numerosi gli "ex" che hanno militato nella vecchia sede di F.U.A.N., Giovane Italia e F.d.G. di Vico San Lucifero, a Cagliari, dalla quale ha preso il nome la nostra Associazione.
Il "capo" storico Paolo Camedda, gli ex Presidenti della Giovane Italia Efisio Agus e Lino Rascunà e del Fronte della Gioventù Mauro Plazza, del Movimento giovanile del M.S.I. Tino Curreli, dirigenti e attivisti come Gianluca Grosso, Alberto Barbarossa, Ezio Sanna, Pierpaolo Nieddu, Giacomo Palla e lo stesso Paolo Cossu, che, anche se militava a Varese, era idealmente "uno dei nostri".
L'augurio ai nostri vecchi camerati è un semplice «in bocca al lupo!»; la speranza è che, comunque vada, tengano sempre fede ai princìpi che hanno ispirato la loro militanza politica.
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