EXCALIBUR 19 - maggio/giugno 2000
in questo numero

I maestri di carattere

... e gli scazzati metafisici

di Guido Buzzati
Il problema dei nostri tempi è l'infantilismo.
In altre parole ci ritroviamo a vivere in una società di bambini.
Faccio subito un esempio: ho un amico - non vi dirò chi è perché lo conoscete anche voi - presuntuoso, ma così presuntuoso, che nella vita non ha mai fatto niente.
Ha trent'anni, è iscritto all'università e non ha mai scritto una riga, mai fatto politica, mai lavorato.
«Lo studio?», gli chiedi. «È l.i.m.i.t.a.t.i.v.o», risponde, «nelle nostre scuole si studiano soltanto delle porcherie e i professori sono degli ignoranti che non ti dico. Io, io sì che saprei che scuola fare, che cosa fare studiare... Ah, fossi ministro, io...».
«Le donne?», domandi. «Nessuna di quelle che conosco mi piace». «Nemmeno Estella? È carina, no?». «Carina? Insomma. Però è un po' gaggiotta e ha quella voce di quel paese lì. Te la immagini che ti dice: "ce lo facciammo un viaggio, Dinno?"; e poi ha studiato al M.a.r.c.o.n.i., capisci. No, no, non mi piace, non fa per me, io mica mi devo accontentare, io...».
«Hai visto che governo ci ritrov...». «La politica, una merda... ma dimmi il nome di un politico della nostra area in gamba; uno, dai...». «Perché no? Pao...». «Degli ambienti giovanili, poi, non me ne parlare... forse si salva solo quel tuo amico di Tiana, come si chiama... Cu... no, no, anche lui è fermo...».
«Lavori?». «Sei matto? Io un impiego così ripetitivo, così alienante come il tuo non lo farei mai. Io vorrei creare un lavoro, cioè, un'attività... qualcosa di culturale... vorrei scrivere un libro, ma con tutte le schifezze che pubblicano mi vergognerei a essere in libreria... e poi è limitativo... vorrei essere editorialista di qualche giornale... come Mario Giordano, o magari aprire un locale per intellettuali... musica jazz... libri... anzi una casa editrice... anzi tutt'e due. Comunque, c'è tempo...».
Col cazzo c'è tempo.
Il tempo buono se n'è quasi andato. Bisogna prenderla d'un soffio, la vita, e subito: la vita tutta intera, coi suoi "pisciotti" e le sue "mezze cagate".
Impara da quelli che Montanelli chiama "maestri di carattere" , caro "C.".
A. Camus, ad esempio. Secondo lui, poiché non si colmerà mai lo scarto tra ciò che desideriamo di essere e ciò che realmente siamo, penseremo sempre di riempire i nostri vuoti cercando un rifugio nel nulla; tutt'al più superando la distanza che ci separa dal "Tutto" con un semplice infantile salto di fantasia (così come fai tu); ma soltanto in pochi saranno in grado di resistere, di reggere questa sfida con il nulla; di superare nella lotta il nulla, guardandolo in faccia; o di "credere", come Jaspers.
Impariamo dal maestro di carattere che fu Berto Ricci, che per tutta la vita lottò e morì combattendo, su un velivolo da guerra come dalle colonne di un periodico piccolo piccolo che lui chiamava "Universale".
Impariamo da Spinoza, che per tutta la vita fece l'ottico di giorno, e il filosofo di notte; da Kafka che operò allo stesso modo; da J. P. Sartre, per cui non c'è differenza tra il fare l'idraulico e il conduttore di popoli; da Quasimodo, da Svevo, da Malaparte.
Uomini sconfitti in partenza dinanzi all'Assoluto.
Vittoriosi in assoluto perché partecipi, attivi, vivi: seppur di un niente dinanzi alla minaccia del Niente.
Al giovane Guido, preoccupato perché "il tempo buono se ne è quasi andato", ricordiamo cosa ne pensava Benito Mussolini:
«La gioia non è che una pausa nella battaglia. Il mondo non è ancora guarito.
La giovinezza sta nell'accettare e nel violare il destino.
Gioventù Italiana sii degna del tuo passato e del tuo avvenire.
I libri siano l'arma della tua intelligenza, non il veleno che la uccide.
Camminiamo in avanti guardando dinanzi a noi. È il nostro stile.
Siamo giovani, nati ieri e non abbiamo storia. O ne abbiamo troppa.
Non grava sulle nostre anime il passato, perché il tumultuoso presente ci incalza verso l'avvenire
».
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