EXCALIBUR 22 - ottobre/novembre 2000
in questo numero

Intervista a Gianfranco De Turris

«Quando sento parlare di cultura...»: la parola al noto scrittore e giornalista della Rai

a cura di Piergiorgio Angioni
Gianfranco De Turris, scrittore e giornalista della Rai, presidente della Fondazione Julius Evola, in un convegno organizzato alla Casa dello Studente da "Riscossa Europea", ha presentato a Cagliari il suo ultimo libro, "Come sopravvivere alla modernità: Evola, Jünger, Mishima, manualetto di autodifesa per il 2000 e oltre"; gli abbiamo rivolto alcune domande.

1. Ha senso parlare di cultura di destra o è meglio non usare etichette, superando questa definizione emiplegica?

Teoricamente la Cultura non deve avere definizioni, questo lo si sa, lo si è detto da tanto tempo; contemporaneamente, però, ci sono degli autori che non possono essere etichettati come tali: evidentemente Marx fa parte di un certo tipo di cultura, Gentile di un altro tipo di cultura, quindi, se vogliamo dare ancora delle definizioni nominalistiche, bisogna utilizzarle, inoltre se queste definizioni servono per ghettizzare un determinato tipo di cultura sono inutili, ma se servono per qualificarlo, per riportare in auge dei determinati autori che chissà per quale motivo per tanti anni sono stati messi da un canto e che oggi sono rivalutati, è ovvio che si devono usare. La "cultura" dominante, quando riscopre questo tipo di autori, non usa etichette, ma è ovvio che se rivaluta Jünger, Celine, Pound, D'Annunzio, Gentile stesso e altri, bisogna chiedersi per quale motivo non sono stati fino a un certo momento considerati o anche criminalizzati, quindi dipende dal contesto in cui queste definizioni si usano.

2. Cultura come Civiltà (nel senso spengleriano di "Kultur"), Cultura come Tradizione. Il termine "tradizione" richiama immediatamente Evola: perché l'ostracismo della Destra, anche ufficiale nei confronti del grande pensatore tradizionalista?

I motivi sono diversi, bisogna porli a seconda dei vari periodi: all'inizio degli anni '50 Evola non era ostracizzato, era allo stesso livello di altri autori. C'erano infatti gli "evoliani" e i "gentiliani" agli esordi del M.S.I.. Evola collaborava anche al "Secolo" e comunque a tutte le riviste dell'ambiente senza nessun problema o pochi problemi.
La situazione si è modificata negli anni '60, quando Evola è stato messo da un canto, anche perché le forze cui Evola si riferiva non erano quelle del Movimento Sociale "ufficiale", ma quelle dei fuoriusciti di Ordine Nuovo.
Ma, all'inizio degli anni '70, la contestazione ha fatto riscoprire Evola: allora, addirittura Almirante, definiva Evola "il nostro Marcuse", anche se era improprio affermarlo.
In seguito, dopo la sua morte (1974), Evola è sempre stato considerato un autore da leggere negli ambienti della Destra politica, non tengo presente quindi in questa risposta la cultura "ufficiale", stiamo parlando della Destra. È chiaro che la prima ha sempre avuto nei confronti di Evola la "puzza sotto il naso", oppure l'ha ostracizzato definendolo razzista, l'"unico razzista italiano", il che è assurdo, come tutti possono ben capire!
La situazione è ulteriormente cambiata con l'evoluzione del M.S.I. in Alleanza Nazionale, poiché A.N. ha praticamente respinto quasi tutte le sue posizioni culturali originarie, nonostante ciò non sia assolutamente contemplato nelle "Tesi di Fiuggi" di fondazione del Partito, in cui viceversa si cercava, con notevole sforzo, di accomunare tutte le componenti "di Destra". Questo purtroppo non è avvenuto: se fossero stati tenuti presenti quei riferimenti la situazione attuale non ci sarebbe stata.
Evola viene ghettizzato da certi ambienti verticistici di Alleanza Nazionale, non da altri, bisogna ammetterlo, semplicemente perché è un autore scomodo, mentre impazzano nuovi ostracismi, nuove ghettizzazioni nei confronti degli autori di un certo tipo, Evola tra questi, da parte della cultura "ufficiale", che si rifà al "politicamente corretto".
Evola invece sarebbe utilissimo per creare un solido retroterra culturale di tipo di Destra tradizionale, oggi, più che mai, che bisogna guardare a posizioni interiori più che a quelle esteriori. Il motivo quindi è semplicissimo: di Evola, all'esterno, si parla ancora come di una specie di diavolo, mentre viceversa potrebbe fornire molto materiale, molti punti di riferimento ideali per una Destra che si attrezza per le nuove battaglie.


3. Qual è attualmente lo stato di salute della Cultura di Destra? E se c'è una malattia quale può essere la cura?

Il problema della Cultura di Destra è quello che c'è sempre stato e che adesso si è accentuato: gli intellettuali e quegli uomini di cultura che hanno un retroterra di Destra tradizionale esistono, ma non possono esprimersi; se uno da un'occhiata al panorama delle testate che si rifanno al centrodestra, è desolante il livello delle loro pagine culturali. Escludiamo il "Secolo d'Italia" in quanto organo istituzionale di partito e guardiamo tutti gli altri giornali di opinione: tra i settimanali e i quotidiani non ce n'è uno che dia spazio a firme del giornalismo e della cultura che possano essere definite tali. Se non hai dove esprimerti non esisti in un mondo, in una società che vive di comunicazione; il dramma è questo.
Diversa invece la situazione a livello editoriale, poiché ci sono degli autori bravi che possono scrivere e vendono.
È ovvio che gli editori intelligenti danno loro spazio: Accame ha pubblicato adesso una "Storia della Repubblica" con Rizzoli, presentata esplicitamente da un punto di vista di Destra; Veneziani i suoi libri li pubblica senza difficoltà ultimamente presso Laterza, che l'anno prossimo darà alle stampe il suo ultimo libro che si intitolerà "Elogio della Tradizione".
Non c'è un ostracismo aprioristico a livello editoriale se si propongono idee intelligenti e che comunque vengono considerate "commercialmente valide", non è che una cosa sia uguale all'altra, perché il libro "intelligente" può non essere venduto.
Viceversa il dramma è a livello pubblicistico, nessun rimedio se non il cambiamento di una mentalità che è tuttora perdurante. Gli alleati di A.N. che hanno la possibilità di avere delle testate non danno il minimo spazio agli intellettuali vicini alla Destra.
Bisogna anche dire che non sempre Alleanza Nazionale aiuta o protegge gli uomini di cultura a lei vicini per il semplice motivo che in genere si tratta di intellettuali non compiacenti, ma che danno un appoggio sempre critico; se l'intelligenza e la critica danno fastidio è ovvio che A.N. continuerà così.


4. Un'ultima domanda. Una volta la Tradizione si manifestava attraverso il Rito, che presentava il Mito. Adesso è possibile incarnare il Mito attraverso il... "sito"? La nuova comunicazione attraverso Internet può essere utile per veicolare il messaggio tradizionale?

Certo! La tecnologia, Internet in particolare, non è neutra, e quindi di solito va per conto suo. Però forse è possibile riuscire a utilizzarla come semplice mezzo; attraverso il mezzo si possono almeno mettere a disposizione degli strumenti e quindi il "sito" può essere utile se usato in maniera intelligente, collegato con altri, per trasmettere determinati testi, idee, punti di vista, mettere in rete addirittura interi libri o materiale che normalmente non si trova in circolazione. È senz'altro possibile fare questa operazione; ovviamente non può surrogare totalmente il Rito, però può essere una forma nuova di comunicazione senza mediazioni, senza ostacoli, che può raggiungere simultaneamente tutto il mondo. Questo sì, e per questo lo si deve utilizzare considerandolo sempre come mezzo e non come fine.
Comunque, a proposito di Evola, colgo l'occasione per ricordare il nuovo sito dell'Associazione evoliana, www.fondazione-evola.it.


Chi fosse interessato a un approfondimento può acquistare il libro di Gianfranco De Turris, "Come sopravvivere alla modernità: Evola, Jünger, Mishima, manualetto di autodifesa per il 2000 e oltre" (Ed. ASEFI-Terziaria Milano 2000 - £ 16.000), che, unitamente ad altre opere di De Turris, nonché a tutte quelle di Julius Evola, può essere richiesto a: "Riscossa Europea", Via dei Pisani, 23 - 09124 Cagliari; tel. 070.658116 oppure via e-mail all'indirizzo: riscossa.europea@tiscali.it.
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