EXCALIBUR 34 - febbraio/marzo 2002
in questo numero

Lettere e opinioni

Lo spazio dei lettori

della Redazione
Le nuove battaglie di Forza Nuova.
Ho seguito con interesse la discussione che si è svolta negli ultimi numeri di Excalibur riguardo la possibile incidenza dei "poteri forti" sovranazionali rispetto ai governi legittimi degli Stati.
Francamente sono rimasto stupito dalla leggerezza con cui si è classificato come una specie di visionario-paranoico assillato dal "complotto pluto-giudaico-massonico" un intellettuale del calibro di Mario Di Giovanni. Purtroppo, Dott. Abis, La smentiscono anche le ultime drammatiche vicende che hanno coinvolto l'Argentina, che ha adottato diligentemente le ricette del Fondo Monetario Internazionale. Il F.M.I., lungi dallo svolgere il ruolo di "soccorritore monetario" stabilito a Bretton Woods nel 1944, si è rivelato essere una sorta di grande usuraio che prima offre ai Paesi in difficoltà la "carota" dei prestiti per poi mazziare i suoi nuovi debitori col "bastone" delle politiche liberalcapitalistiche consigliate (o imposte?) per saldare debiti con tassi da cravattari.
Disgraziatamente il verbo neoliberista miete proseliti a tutte le latitudini e vede nell'attuale governo italiano di centrodestra un illustre portabandiera. Prova evidente di ciò é l'attacco che si sta attuando ai diritti dei lavoratori attraverso la riforma dell'articolo 18. Questo sembra essere un primo grave passo verso lo sfaldamento dello Stato sociale (le cui basi furono edificate in epoca fascista), che viene visto dai tecnocrati come uno degli ultimi baluardi da abbattere per trasformare in senso ancor più americano la nostra società. Infatti, cancellando i diritti dei lavoratori, si gettano nella precarietà e nell'insicurezza milioni di donne e di uomini: ciò vuol dire colpire la famiglia, altro importantissimo baluardo. Può un individuo programmare di acquistare una casa, di formare una famiglia se il suo futuro é ostaggio delle leggi del mercato?
Tralasciando la drammatica crisi della sinistra in seguito al cementarsi dell'asse D.S.-Fiat (Fassino-D'Alema-Ruggero-Agnelli), c'è da sottolineare la definitiva scomparsa della destra sociale di A.N.. Mi dispiace dover evidenziare anche il silenzio dell'U.G.L., normalizzata dalla presenza di A.N. nell'esecutivo; ma ai lavoratori che da anni si battono per battaglie sacrosante come la partecipazione agli utili d'impresa e l'ingresso nei C.d.A., e si ritrovano la flessibilità e la mobilità che ci regala il centrodestra (A.N. compresa), Forza Nuova offre la Federazione Nazionale dei Lavoratori. È un nuovo sindacato ma incarna un'idea antica: quella di chi non si vuole piegare alle derive antisociali e antinazionali del liberismo e del marxismo.

Salvatore Congera


La risposta del direttore.
1) Mi dispiace per Congera; evidentemente ha letto male. Non ho affatto classificato Mario Di Giovanni come un "visionario-paranoico". Mi sono limitato a esprimere delle critiche sulle tesi sue e della letteratura "massonico-mondialista" in genere. A ogni buon conto consiglio a Congera di leggere in proposito l'ottimo saggio di Alain De Benoist, "Psicologia della teoria del complotto", pubblicato sul nº 14 della rivista "Trasgressioni" di Tarchi.
2) Congera confonde l'effetto con la causa: l'Argentina non è in crisi perché deve pagare alti tassi d'interesse sul suo debito pubblico, ma, al contrario, non paga i propri debiti perché in crisi. La bancarotta Argentina ha varie cause, la principale delle quali è quella di aver fissato la parità della propria moneta col dollaro, determinando un forte aumento dei prezzi dei propri beni di produzione rispetto ai prodotti esteri. Giudicare misure "liberalcapitalistiche" il blocco dei conti correnti degli Argentini e il mancato rimborso dei prestiti e delle obbligazioni vendute in tutto il mondo (alcune decine di migliaia di miliardi anche in Italia), mi pare francamente azzardato. Il Fondo Monetario Internazionale non strozza e non è in grado di imporre un bel nulla, se non altro perché, se l'Argentina non paga, non può certo mandargli l'ufficiale giudiziario: ci rimette il capitale, punto e basta.
3) La riforma dell'art. 18 dello statuto dei lavoratori attenta i diritti dei lavoratori in nero, che ottengono un contratto alla luce del sole, i lavoratori a tempo determinato, che ottengono un contratto a tempo indeterminato, e quelli che vengono assunti in aziende che hanno sino a 15 dipendenti. È come se si accusasse il "verbo neoliberista" di dare a dei morti di fame primo, secondo e frutta, ma di negare poi agi stessi il digestivo. Quanto al fascismo, il primo governo Mussolini, nel 1923, per sanare il bilancio dello Stato, licenziò in tronco 46.000 ferrovieri, 8.500 post-telegrafonici e 9.000 dipendenti dei vari ministeri. Eppure nello stesso anno si ebbe una diminuzione della disoccupazione di oltre il 30%. Non sempre la socialità si concilia col posto di lavoro garantito a vita.
4) Il sindacato della destra non ha mai contato niente per la semplice ragione che i "destri", nella loro stragrande maggioranza, hanno trovato più comodo e conveniente aderire a Cgil, Cisl o Uil, con in prima fila i cosiddetti camerati duri e puri. Dare un occhiata in giro per credere!

Angelo Abis
Il logo del "C.I.A.O."
Organizzazioni - "C.I.A.O.".
Colgo l'occasione della vostra ospitalità per far sapere a tutti i vostri lettori che è partita la campagna affiliazioni C.I.A.O. 2002.
Il "C.I.A.O." (acronimo di "Cultura Integrazione Assistenza Organizzazione"), per chi non lo sapesse, è un'organizzazione, di cui mi pregio di essere il responsabile locale, che ha il compito di favorire la costituzione di associazioni di volontariato, culturali e ricreative, nonché la loro organizzazione sinergica, allo scopo di promuovere la crescita culturale e sociale della Nazione.
Il C.I.A.O., presente su tutto il territorio nazionale, opera senza fini di lucro, e, tramite i circoli a esso aderenti, organizza i cittadini affinché, attraverso l'apporto di conoscenze ed esperienze (know how) personali, possa concorrere alla socializzazione tra gli stessi, al rapporto solidaristico, alla maturazione di una coscienza critica, al discernimento etico delle responsabilità, all'espressione e alla salvaguardia delle persone e dell'ambiente, organizzando la vita associativa come esperienza comunitaria quale unica possibilità per la maturazione della personalità, la responsabilizzazione delle proprie potenzialità e dei propri limiti, l'educazione all'impegno sociale e alla partecipazione.
Il C.I.A.O. si propone di supportare tutti coloro, singoli o associazioni, che vogliano realizzare progetti quali convegni, mostre, manifestazioni, spettacoli che rientrino nei predetti scopi istituzionali dell'ente.
Pur risentendo della struttura ancora in avvio, il C.I.A.O. e le sue organizzazioni hanno già organizzato diverse manifestazioni che hanno visto un notevole successo di pubblico; tra tutte ricordiamo l'ultima in ordine cronologico, tenutasi il 26 dicembre scorso presso il teatro della scuola "Turati" di Quartu, dal titolo "Natale Insieme", nella quale è stata devoluta una borsa di studio intitolata alla giornalista Maria Grazia Cutulli, recentemente scomparsa, e per la quale il Presidente della Repubblica ha mandato il suo personale ringraziamento all'associazione. La manifestazione, organizzata dal circolo "Nuova Generazione Scout - C.I.A.O.", ha avuto un notevole successo di pubblico e ha visto protagonisti diversi artisti locali tra cui citiamo il comico Giuliano Murgia e la ballerina classica Alessandra D'Angelo, finalista del concorso "Fantastica" ospitato nel corso della manifestazione quartese. Ovviamente hanno partecipato tanti altri ospiti, ma sarebbe troppo lungo citarli tutti. A tutti va il nostro ringraziamento per essersi esibiti gratuitamente e con professionalità, contribuendo al successo della manifestazione e a un ulteriore affermazione del C.I.A.O. e del circolo N.G.S..
Per informazioni circa le affiliazioni al C.I.A.O. si può consultare il sito internet http://web.tiscali.it/ciaoca, contattarmi all'indirizzo e-mail ciao.cagliari@tiscalinet.it oppure telefonarmi al 349.6051931.

Corrado Pani

Ritrovare una propria identità per non tornare nel ghetto.
Caro Direttore, nel dibattito precongressuale di A.N. - avvenimento "storico", se non altro perché avviene dopo ben sette anni dall'ultimo congresso di Fiuggi... alla faccia della democrazia! - credo che vada approfondito un aspetto allarmante della "non-politica" di A.N., che, a mio parere, se non risolto può rispedire il maggior partito di destra italiano ai margini della vita politica nazionale: la mancanza di una propria identità e di iniziativa politica efficace e originale, che sta causando un continuo travaso di voti a favore dei partiti alleati (e i risultati elettorali lo dimostrano, come è accaduto ultimamente in Sicilia, con A.N. ai minimi storici del 6%!).
Perdita di consensi elettorali causata dall'incapacità di diffusione di una politica sociale e culturale che pure esiste e che differenzia A.N., i suoi princìpi e i suoi valori dai propri alleati. Non ci si può più nascondere dietro l'alibi della stampa contraria e perciò della mancanza di spazi e di mezzi per la diffusione delle idee, ma solo dietro la miopia dei vertici di un partito che, a partire dal proprio leader Gianfranco Fini, è impegnato a tutti i livelli nel governo (e sottogoverno) del Paese, ma non è stato capace di creare una classe dirigente intermedia che si occupi in modo adeguato del partito.
L'impressione è che il futuro congresso, al di là del solito circo mediatico e della presentazione di tesi politiche simili tra loro, si avvii solo a definire il potere delle varie correnti in vista delle prossime spartizioni di collegi elettorali e di sottogoverno.
Inoltre l'assenza di un movimento giovanile forte e unito sui valori, radicato nella scuola e nelle università, in grado di creare il consenso del domani, rischia di escludere qualsiasi speranza in un effettivo rinnovamento di quadri. Non c'è più l'impegno nell'attività di "propaganda" per ricercare nuovi e convinti "militanti" che si avvicinino al movimento politico per conoscenza, convinzione e adesione ai Valori. Si fanno largo, al contrario, in A.N. personaggi "rampanti" che spacciano persino una vecchia militanza politica improbabile, e non richiesta, per accattivarsi le simpatie della sempre presente "vecchia guardia" missina.
L'assenza di consenso "militante" rischia di far accadere anche in A.N., partito che trae le origini dal M.S.I. e perciò, volente o nolente, dai valori sociali e culturali fondanti del fascismo, ciò che è accaduto in Italia con la dissoluzione dei partiti socialista e liberale, e infatti oggi i principali schieramenti politici italiani si rifanno ai valori sia del socialismo che del liberalismo, ma i partiti socialista e liberale sono scomparsi dalla scena.
Se Alleanza Nazionale continua con questa politica suicida vedremo, come sta già accadendo, che i princìpi innovatori, per certi versi anche rivoluzionari, per i quali ci siamo battuti per una vita, andranno ad arricchire i programmi degli altri partiti, in primis Forza Italia, togliendo ogni motivazione per un consenso ad A.N..
Credo che questo sia uno dei problemi più importanti che andranno affrontati nei dibattiti precongressuali. Dibattiti dai quali è auspicabile nasca, al di là degli schieramenti precostituiti, una forza che non si nasconda pigramente dietro i piagnistei e le colpe altrui, ma sia disposta a rinvigorire il partito con una militanza fattiva, e non solo proclamata.

Roberto Aledda
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