EXCALIBUR 37 - luglio/agosto 2002
in questo numero

Un'anima per A.N.

Viaggio attraverso le occasioni perdute da un partito - A.N. - che pare non ritrovare la sua "anima"

di Isabella Luconi
È una calda serata di luglio. Il mondo sonnecchia e dimentica, inseguendo il miraggio delle vacanze, i ritmi frenetici della propria esistenza. I settimanali dedicano intere pagine a indagini balneari e i quotidiani allegano inserti dedicati alle vacanze, e, in attesa del nuovo suono della campanella, anche i nostri politici, con il permesso del Cavaliere, stanno organizzando le loro ferie.
Sarebbe anche il tempo di rinnovare la tessera di iscrizione ad Alleanza Nazionale, ma forse, complice il caldo e un maggior tempo per riflettere, scopro di non averne molta voglia. Mi interrogo e mi domando sul senso che può avere iscrivermi a un partito che non mi rappresenta più e con il quale poco ormai condivido, e del quale spesso mi vergogno.
A volte ho l'impressione che l'unica cosa che ci tiene ancora uniti è la capacità oratoria e retorica dei nostri politici, capaci di esprimere nei loro discorsi concetti e valori travolgenti ed entusiasmanti, spesso persino commoventi, visto che non si dimenticano mai di accennare ai nostri ragazzi morti per difendere un'idea, credendo in un ideale. Ma quanti di questi valori e di questi ideali si realizzano nelle scelte politiche, nelle proposte di legge, nella difesa di ciò in cui crediamo, e per i quali immancabile arriva sempre l'applauso?
L'onorevole Fini ha recentemente affermato che il nostro partito è un partito che ha un'anima.
Ma dov'era quest'anima venerdì 19 luglio a Cagliari, quando il Partito ha organizzato una fiaccolata per commemorare il giudice Borsellino? Era tutto perfetto, ben fatto, commovente, nulla si poteva eccepire. Dov'era allora quell'anima? Dov'erano i Presidenti dei circoli e i loro iscritti, che sempre hanno tanto da dire sul partito che non fa mai nulla, come se loro non fossero il partito. Dov'erano i Consiglieri regionali, quelli comunali e i tanti rappresentanti del partito, più o meno conosciuti, ma sempre presenti quando possono guadagnarci qualcosa in termini di immagine personale, e sicuramente non si guadagna nulla tenendo una fiaccola in mano, anonimi e confusi fra gli altri, senza una tribuna dalla quale emergere e ottenere consensi.
Dov'era quell'anima quando si doveva impedire al Cavaliere di ridurre una Patria in una azienda economica dove i più ricchi raccontano ai più poveri la favola della globalizzazione che crea posti di lavoro, dimenticandosi però di dire che sono solo posti ad alta specializzazione.
Dov'era quell'anima quando avrebbe dovuto difendere l'articolo 18, quando avrebbe dovuto affermare con forza che ciò che conta nella vita di ogni uomo è la possibilità di costruirsi una vita degna di essere vissuta, dove attraverso il lavoro ogni uomo possa esprimere sé stesso, senza diventare un mercenario a pagamento, che si vende al miglior offerente.
Dov'era quell'anima quando si sarebbe dovuto parlare di partecipazione e non di azionariato, di fedeltà, di impegno e di etica del lavoro.
Dov'era quell'anima quando Fini si è incontrato con Bossi e hanno partorito insieme una leggina che esprime ciò che la gente vuole: la difesa della propria sicurezza. Ma questo non è un valore, è solo politica spicciola... Valore sarebbe stato parlare di autodeterminazione dei popoli, di sviluppo sostenibile, di incontri e progetti con i Paesi del sud che si affacciano sul Mediterraneo, a prescindere da ciò che piace a Bush e al suo leccapiedi Berlusconi.
Dov'era quell'anima quando il Cavaliere, tronfio e gongolante, annunciava al mondo l'ingresso della Russia nella N.A.T.O.. Il mondo intero sotto il dominio economico dell'America, in nome del quale e per accedere al quale i popoli rinunciano alla loro libertà.
Dov'era quell'anima? La vorrei incontrare per dirle di fermare questo degrado, per dirle che stiamo andando incontro a un mondo senza più speranze, senza più sogni, senza più illusioni, dove il senso della vita si risolve nella capacità di consumare subito e in fretta tutto ciò che e possibile consumare.
Vorrei che quest'anima urlasse di dolore quando si parla di clonazione, di eutanasia, di aborto, vorrei che fosse capace di fermare questa barbarie, per ritrovare noi stessi e perché non si arrivi a raccontare ai nostri figli: c'era una volta... adesso non c'è più.
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