EXCALIBUR 67 - dicembre 2011
in questo numero

Letterina all'Italia

Modesti suggerimenti alla fine di un anno che chiude tristemente

di Salvatore Sirigu
"Italia piangente" di Antonio Canova
Cara Italia, scusa se ti nomino così ma chiamarti "italietta" trasuda in me un senso malinconico interiore.
Ora ti stai avviando alla maturità, ti sei lasciata alle spalle il conflitto ideologico, ti sei lasciata alle spalle la partecipazione allo scontro tra il blocco comunista e quello occidentale-capitalista, ti sei lasciata alle spalle la sbornia per la rivoluzione liberale invocata senza capirne veramente la gradazione alcolica.
Ora stai diventando grande, ma ti ritrovi immersa nella crisi finanziaria. Hai sempre creduto nell'Europa dei Popoli e ti ritrovi con i Monti che gestiscono il debito, il ruolo delle banche e tagliano i costi inutili.
Non hai mai creduto all'Europa delle banche e della finanza e invece te le ritrovi sotto casa; là dove c'era un sano negozietto di frutta e verdura, ora ritrovi il negozio finanziario che offre le mille modalità di far fronte ai debiti che hai il piacere di contrarre.
Cara Italia, ho ben capito che preferisci vivere in questo modo, spegni la televisione, vai nei tuoi nuovi negozi e torni a casa felice. Una bella vita e soprattutto intrisa di felicità, anche se è uno stato d'animo che non traspare nelle tue relazioni sociali-pubbliche.
Si potrebbe dire che hai mirato finalmente all'essenziale: produci, consumi e muori. Il tutto condito dall'invocazione della cosiddetta concorrenza, che pare permetta ai migliori di trainare i peggiori.
Cara Italia, ti dò un consiglio: trai profitto dai Monti che ti stanno intorno, lasciagli tentare l'impresa da professore di economia, l'impresa di colui che direttamente o indirettamente ha pure contribuito a creare questa "triste felicità finanziaria". Dagli credito, poi, però, un minuto dopo fai sparire gli economisti dalla politica, prepara una classe dirigente che sogna il bosco e non la moneta, che sogna la costruzione di arte e cultura e non la fruizione passiva degli spettacoli massmediatici, che sogna relazioni sociali non abbruttite dalla concorrenza, che sogna un tempo congruo per gli affetti e il tempo libero creativo e di riposo.
Se seguirai il mio consiglio, riprenderai il giusto cammino verso l'Europa dei Popoli, un cammino che irradi la preminenza dell'uomo sulla macchina, il giusto connubio uomo-ambiente, la concezione della moneta come strumento nelle mani esclusive della comunità.
È questo il tempo di crederci, e lo scrivo soprattutto ai più giovani, quelli traditi da una classe politica che spesso si è servita di belle parole e affascinanti idee, ma che poi le ha riposte negli scaffali ammuffiti, collocate nei sottopiani luridi dei palazzi del potere.
È questo il tempo di camminare con scarpe robuste che resistono ai pantani fangosi del nulla. È questo il tempo di ritrovare il gusto del confronto e soprattutto dell'ascolto di chi ti sta accanto proponendo e realizzando i progetti e i sogni, i soli a nobilitare l'esistenza di ciascuno.
Cara Italia, ti auguro di essere all'altezza del compito, ti auguro di utilizzare l'esperienza e la tradizione che hai accumulato in questi secoli per illuminare il percorso dell'avvenire!!!
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