EXCALIBUR 69 - maggio 2012
in questo numero

Isabella Luconi ci ha lasciato

Una vita interamente dedicata a inseguire un ideale

della Redazione
Cagliari 2009 - Isabella e Roberto in un momento di pausa, prima che lei presieda una manifestazione (© Excalibur)
Isabella Luconi se n'è andata il 15 maggio ad appena 54 anni di età.
Nel 1971 era entrata quattordicenne nel Fronte della Gioventù di Ancona, dove si distinse subito. Poi, al seguito della famiglia, l'anno dopo entrò a far parte del FdG di Cagliari, conquistando tutti con il suo fresco entusiasmo.
Non era tipo da salotto e lo dimostrò affrontando con decisione i gruppi studenteschi di sinistra che spadroneggiavano nella sua scuola, il Pacinotti. Quei facinorosi, com'era costume dell'epoca, tentavano di impedire a lei e ai ragazzi di destra di prendere la parola durante le riunioni o di distribuire i volantini del FdG.
Nel maggio del 1975, durante un volantinaggio del Fronte guidato da lei, nel piazzale della scuola scoppiò una piccola baruffa con gli avversari. Piombò immediatamente la polizia, che arrestò proprio i ragazzi del Fronte. Erano in sette, compresa Isabella che aveva appena diciassette anni. Passarono cinque giorni in carcere a Buoncammino, neanche fossero terroristi, loro che avevano reagito all'aggressione. Fu l'Avv. Manfredi Serra, figura indimenticabile del Msi di Sardegna e dirigente nazionale del partito, sempre presente coi ragazzi del Fronte, a difenderli durante il processo e a tirarli fuori.
Contro ogni aspettativa, dopo qualche tempo, vinse la battaglia giovanile del Pacinotti, impegnandosi quindi nelle altre lotte politiche del glorioso Msi. Gianfranco Anedda, in quel tempo presidente del Gruppo regionale del Msi-Dn e Segretario provinciale del partito, la volle, ancora ragazzina e tra lo stupore di tutti, nella Giunta provinciale affidandole diversi importanti incarichi.
Anedda, uomo pratico, aveva capito che Isa era capace di inventarsi dal nulla eventi e manifestazioni, cosa assai importante per il partito di allora, privo di risorse, emarginato, ma fortissimo grazie ai suoi militanti. Il matrimonio con Roberto Aledda, lungo, felice e allietato dall'arrivo di Marco, le diede grandi soddisfazioni familiari. Proseguì gli studi fino alla laurea, meritatissima, tuffandosi nel lavoro senza mai lasciare la politica.
Oltre che alla famiglia, dedicò vita e lavoro nell'assistenza ai deboli, ai disabili e agli emarginati.
Per il suo funerale la chiesa era affollata di gente che da lei aveva ricevuto bene e parole di conforto. Le numerosissime corone di fiori messe sul piazzale della Chiesa di San Pietro di Assemini dalle associazioni e dalle autorità hanno testimoniato l'affetto che la gente le restituiva nell'ultimo incontro.
Gli amici del Fronte della Gioventù, di Azione Giovani, Azione Universitaria, dell'Associazione Ambiente e/è Vita e dell'Associazione Vico San Lucifero, della quale lei fu il primo e più entusiasta fondatore, le hanno dedicato corone di fiori.
Prima di andarsene ha chiesto che sul petto le venisse posato un piccolo, vecchio gagliardetto del Fronte della Gioventù, che le apparteneva e dal quale non si voleva separare. Paolo Camedda, Presidente Onorario di Vsl, ha voluto avvolgere la bara con una bandiera tricolore, quasi a volerla proteggere con la bandiera della Patria.
Durante la tumulazione, i suoi amici di sempre l'hanno voluta salutare e il suo spirito se n'è andato «planando sopra un bosco di braccia tese».
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