EXCALIBUR 73 - aprile 2013
in questo numero

La terza ondata

I cittadini devono riappropriarsi delle loro vite e del loro futuro, ricercando nuovamente la qualità della vita e dell'attiva partecipazione politica

di Salvatore Sirigu
Rigettiamo il conformismo che ancora imperversa nella maggior parte dei movimenti politici
La prima ondata è stata quella del 1994 e della discesa in campo di Berlusconi. Sappiamo com'è andata, nel bene e nel male. La seconda ondata è stata quella del 2013 e della discesa in campo di Grillo. E non sappiamo come è andata perché è appena iniziata. Siamo certi però che la maggior parte di noi non ne è rimasta incantata.
E allora si riprenda il viaggio per cercare di determinare una terza ondata. La politica ricominci un cammino virtuoso. Persone vere che si buttino nella mischia affinché il potere e il denaro riassumano la loro dimensione di strumento e non di fine.
Il Movimento 5 Stelle ha interpretato un malcontento diffuso e ci ha trasmesso l'idea che nulla può essere come prima. È giunto il momento delle grandi scelte e soprattutto l'ora di smetterla con il conformismo piccolo-riformista. L'italia deve ridare centralità al principio comunitario lasciandosi alle spalle il percorso voluto in questi decenni dalle centrali finanziarie più o meno occulte.
Tale principio è antitetico a quello della finta democrazia imposta dalle centrali suddette.
Dietro la scelta comunitaria c'è la consapevolezza che la persona non è un numero ma un essere irripetibile e originale che si attiva per decidere della sua vita, di come dovrà essere all'interno di un gruppo più vasto che si identifica in una Nazione, ma non solo. La Nazione è per così dire uno dei punti fermi, il laboratorio entro cui la persona ha deciso di attivarsi.
Le grandi scelte riguardano il nostro rapporto di Occidente Decadente con il sistema culturale-economico che più o meno lentamente ci sta portando all'auto-annientamento. Il conformismo piccolo-riformista da rigettare è quello che ancora imperversa nella maggior parte dei movimenti politici presenti in Italia e che si declina con proposte di aggiustamento, insulse e inutili, dell'attuale sistema imperante.
Se non si ha il coraggio del cambiamento e della rottura con il passato, è evidente che tante generazioni di Italiani, compresa la nostra, conoscerà sulla propria pelle il sapore amaro di dover "vivere contro tutto e tutti". Dentro una comunità il concetto del "si salvi chi può" non deve albergare nemmeno in astratto. Dentro una Nazione che spazza via il mercato come unico metro per misurare la vita del suo popolo, si fa largo inevitabilmente una "volontà di mettere insieme" per un progetto di vita collettiva. È questa l'unica soluzione per invertire il drammatico itinerario della Decadenza.
È quindi indispensabile non avere timore di affermare che se il sistema dell'Occidente è basato fondamentalmente sulla logica capitalistica, questa va velocemente marginalizzata attraverso un'azione di proselitismo che esalti la logica comunitaria, più funzionale, in questo contesto storico, alla ricostituzione del tessuto morale ed economico della Nazione.
Oggi, qualcuno di voi ha paura di uscire dal sistema capitalistico e di cadere in povertà? Oggi, qualcuno di voi è ancora affascinato dalla ricchezza virtuale che il sistema fa entrare nelle vostre case?
"Riprendere la marcia" è l'imperativo categorico, senza lasciare nulla di intentato.
Guardarsi allo specchio e ritrovare la Comunità, scippata dai calpestatori dei valori della Persona e del Popolo. Abbandonate ogni paura, ritrovate voi stessi e la volontà di dare un contributo alto al cambiamento.
Non abbiate timore di iniziare tale percorso, prima all'interno di una sana riflessione individuale e solo successivamente in ambiti sempre più vasti, al fine di tracciare il solco concreto del progetto politico-dottrinario intriso di Idea-Azione e coinvolgere tutti.
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