EXCALIBUR 73 - aprile 2013
in questo numero

Enzensberger e il suo "omaggio" all'Europa

Analisi ironica sulla resa europea a uno spirito antidemocratico

di Angelo Marongiu
Sopra: la copertina del libro di Elzensberger
Sotto: Hans Magnus Enzensberger
Acer, Cedefop, CdT, Cepol, Cfca, Cpvo, Eacea, Ehac, Easa, Eawi, Ecdc, Echa, Eda, Eea, Efr, Efsa, Eige, Eit, Emccda, Emea, Emsa, Enisa. Per il momento può bastare.
Non sapete cosa siano queste sigle? Ma allora non siete per niente europeisti. Queste sono solo gli acronimi, fino alla lettera E, di alcuni organismi della Comunità Europea.
Conoscete almeno l'ordinanza n. 2396/2001, quella che recita: «Per gli agli e porri di categoria I almeno un terzo della lunghezza totale, o metà della parte ricoperta deve avere una colorazione bianca oppure bianca tendente al verde»; a meno che non si tratti di porri e agli precoci, perché in tal caso «la parte bianca oppure bianca tendente al verde deve costituire almeno un quarto della lunghezza totale oppure un terzo della parte ricoperta».
Certo è un po' lunga, ma bisogna capire l'enorme implicazione che comporta nell'Europa unita la precocità dei porri o agli e quali elucubrazioni mentali spingano funzionari strapagati a varare norme così demenziali. Comunque la prossima volta che andate al mercato a far la spesa, accertatevi che il vostro negoziante sia edotto su questa basilare ordinanza.
Queste citazioni sono contenute in un libretto dissacratorio appena tradotto in Italia, ma pubblicato in Germania nel 2011, di Hans Magnus Enzensberger.
Il maggior poeta e saggista tedesco vivente a 84 anni si diverte a sferrare un attacco lieve nella sua prosa, ma terrificante nella sua efficacia, contro il Leviatano che è diventata l'Europa dei burocrati.
In questo libretto di piccole dimensioni Enzensberger sferra un affondo micidiale alla burocrazia e all'ottusità della politica europea.
Burocrazia piena di personale inutile (ma si deve occupare anche della curvatura media dei cetrioli e degli standard delle protesi dentarie), con spese di funzionamento dell'apparato e del suo mantenimento vergognose e assolutamente ingiustificate per la loro funzione.
Certo, sostiene il filosofo tedesco, dal 1945 il nostro continente nel quale per secoli ci si è fatti a pezzi conosce la pace (non per niente il Nobel assegnato nel 2012) e - altro punto - si può decidere di risiedere a Milano, a Madrid o Berlino e Bruxelles senza bisogno di particolari autorizzazioni.
Ciò che in realtà ci ha reso così scettici e diffidenti è la burocrazia.
La burocrazia di Bruxelles pretende di regolamentare ogni aspetto della nostra vita e in questo modo ha fatto sparire dai cittadini ogni traccia di autonomia e senso civico: cerca di rendere piatto e uniforme ogni nostro comportamento (così come hanno fatto sempre tutti i regimi autoritari, di destra o di sinistra) e a questo immane compito lavorano oltre 40.000 impiegati che si divorano almeno 11 miliardi di euro.
Da ciò che dobbiamo mangiare o bere a tavola, al prossimo utilizzo di un mostruoso codice Iban di 27 cifre per poter operare in banca, alle norme sulla curvatura massima dei cetrioli (10 millimetri su dieci centimetri) o la lunghezza dei preservativi (non meno di cento millimetri): tutto deve essere regolamentato.
Ma il fatto fondamentale è che i governanti di Bruxelles sono privi di qualsivoglia legittimazione democratica: nessuno li ha eletti e a nessuno essi rispondono. Nell'Unione Europea la democrazia è del tutto assente.
Per questo, in quel mondo ovattato dove la realtà è quella della propria scrivania, la semplice idea di un referendum scatena il panico. Sono nove quelli che hanno detto no alle loro decisioni (in Norvegia, Danimarca, Svezia, Olanda, Irlanda, Francia, non certo in Italia): per i burocrati europei questo non deve assolutamente avvenire e chi si oppone ai loro piani viene definito "antieuropeo". Come le attività antiamericane o antisovietiche dei McCarthy o del Partito Sovietico.
L'intera integrazione europea è stata portata avanti senza alcun rispetto per le diversità economiche, territoriali, etniche e religiose dei diversi popoli e queste decisioni sono prese dai ministri europei che hanno - giustamente - scelto di chiamarsi Commissari: come quelli che esistevano in Unione Sovietica dal 1917 al 1946 per sorvegliare che nei ranghi dell'Armata Rossa si rispettasse fedelmente la linea del Partito o come i Kommissariat del Reich istituiti in Ucraina, dal 1941 al 1944, dopo l'invasione tedesca dell'Urss.
A differenza di uno stato di diritto classico, nel regime dell'Unione Europea non esiste un'autentica divisione dei poteri: nell'Europa, patria della democrazia, la democrazia è stata abolita.
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