EXCALIBUR 82 - novembre 2014
in questo numero

La svolta della Lega: dallo spadone al panzer

Il segretario della Lega Salvini: dall'indipendenza della "Padania" alla rivolta nazionalpopolare italiana ed europea

di Efisio Agus
Non è proprio il caso di demonizzare la neoLega salviniana
Avviso ai naviganti: attenzione! Da quasi due secoli tutti i movimenti politici che hanno fatto la storia d'Italia sono nati nel Nord-Italia: dal Risorgimento al Socialismo, dall'Interventismo al Fascismo, dalla Resistenza alla Rsi e, per arrivare ai giorni nostri, la stessa Lega e Forza Italia.
Il Sud non ha mai creato niente di politicamente rilevante, anche se, di fatto, buona parte ceto politico dirigente e soprattutto il ceto burocratico è stato e ancora è di matrice meridionale. Sarà colpa del clima mite che ci induce a una felice pigrizia e a una filosofia della rassegnazione. Sarà lo scetticismo sulle reali possibilità di cambiamento della società, alternato a ventate di protesta tanto rabbiose quanto effimere. Per intenderci: l'unica "novità" politica sorta nel Meridione e nelle Isole nel secolo scorso e tutt'ora permanente è il Partito Sardo D'Azione: fatto importante ma che poco ha inciso sui destini d'Italia.
Questo per dire che non è proprio il caso di banalizzare o peggio di demonizzare la neolega salviniana come fenomeno più o meno effimero destinato fatalmente a sgonfiarsi vuoi per le contraddizioni interne al movimento, vuoi per l'inevitabile azione di contrasto delle altre forze politiche.
Come pure occorre rifuggire dalla previsione (o speranza?) di un Salvini in competizione con Berlusconi, dato come al solito per spacciato, onde appropriarsi di buona parte dei voti di Forza Italia. Primo perché se è vero che l'ex Cavaliere è attivisticamente paralizzato per le note vicende giudiziarie, è anche vero che al riparo del patto del Nazareno ha già conseguito due risultati di non piccolo conto: l'affossamento definitivo del cosiddetto "antiberlusconismo" che ha avvelenato per vent'anni la vita politica italiana e la neutralizzazione di quella parte della magistratura che si era mossa con tenacia e scaltrezza per farlo finire in carcere per un pezzo e per un pelo non c'è riuscita!
Inoltre, Berlusconi, per quanto acciaccato e malridotto, sempre al riparo del patto del Nazareno, è lo snodo essenziale per le riforme costituzionali e per le elezioni del prossimo Presidente della Repubblica. Quanto poi a Forza Italia, dato dai sondaggi al 15-16% (e in questa situazione è già un miracolo) ne riparleremo a febbraio quando l'ex Cavaliere avrà riacquistato la piena agibilità politica.
Detto questo, al di là degli ottimi rapporti personali, Salvini sa bene che il successo della nuova politica della Lega può avvenire, e sta avvenendo, col pieno appoggio di Berlusconi. Non è certo un caso che il leader leghista ha potuto conoscere e si è accreditato presso Putin nel corso di una cena in casa Berlusconi.
È in conseguenza di questo avvenimento che la Lega ha potuto stipulare ufficialmente con il partito di Putin, "Russia Unita", un accordo di reciproco appoggio. Il che non è poco per potersi accreditare come forza politica di respiro non solo europeo ma internazionale.
La Lega è poi pur sempre alleata con Forza Italia nelle regioni del Veneto e della Lombardia e in tutti i comuni del nord governati dal centrodestra, ha poi avuto il capolista nelle recenti elezioni in Emilia-Romagna, col risultato che conosciamo.
La novità di Salvini sta nel fatto che è riuscito in breve tempo e in maniera "dolce" e non traumatica a trasformare il partito da espressione di interessi, aspettative, progetti e idee di dimensione regionale, se pure di regioni importantissime, a espressione di interessi e aspettative di carattere nazionale.
È passato dallo slogan «Padania Libera» a quello «Italiani uber alles», modificando anche il senso e il contenuto delle tradizionali battaglie della Lega, sottraendole così alle accuse di razzismo, attentato all'unità d'Italia, ecc..
La lotta all'immigrazione clandestina e ai campi Room diventa così la lotta perché gli Italiani poveri, indigenti, privi di casa e di lavoro, abbiano almeno gli stessi diritti e ricevano lo stesso trattamento riservato agli extra comunitari e agli zingari.
Le sanzioni contro Putin non sono inique solo per ragioni di diritto internazionale, ma perché danneggiano gli interessi delle aziende italiane che prosperano sulle esportazioni in Russia e così per le aziende messe in crisi dalla normativa europea, per i lavoratori buttati in strada dalla cervellotica legge "Fornero".
Questa impostazione politica ha anche il pregio di sfuggire alle mere classificazioni di destra o sinistra e non a caso Salvini incassa persino il plauso della Camusso.
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