Excalibur rosso
SPECIALE
Un nuovo libro sulla destra in Sardegna

L'introduzione dello storico Giuseppe Parlato al libro di Giuseppe Serra e Angelo Abis sulla fondazione del Msi in Sardegna

Giuseppe Serra e Angelo Abis - "Neofascisti. Le origini del movimento sociale italiano in Sardegna 1943-1949", Ed. Pietro Macchione 2016
Dopo la interessante e ampia ricerca di Abis sulla partecipazione dei Sardi nella Repubblica Sociale, dopo il suo saggio sul fascismo clandestino in Sardegna, dopo la ricerca di Serra sull'Uomo Qualunque nell'Isola, i due autori di quelle ricerche, Angelo Abis e Giuseppe Serra, si cimentano in un'altra ricerca che costituisce in qualche modo il quarto volume di un ideale percorso storiografico sulla destra sarda o, per meglio dire, su quella parte di opinione pubblica che si collocava al di fuori di quello che poi verrà chiamato "arco costituzionale": contro il ciellenismo, contro la sconfitta, contro il cedimento al comunismo.
A ben vedere, i soggetti presi in considerazione (fascisti repubblicani, qualunquisti e neofascisti) erano fra loro molto diversi; erano anche assai diversi al proprio interno, ma questo è un discorso che poi si riprenderà. Molto diversi come formazione culturale (almeno i qualunquisti), molto diversi nella logica politica (i qualunquisti erano di fatto liberali, la Rsi voleva essere di sinistra, il Msi si collocò subito a destra), molto diversi anche nelle modalità di leadership.
Tuttavia, tali diversità non possono essere troppo enfatizzate, perché le diversità si accentuano e diventano importanti quando si è al potere; quando si è all'opposizione si cerca di attenuare le diversità e si tenta di fare fronte contro il nemico comune. Nemico che, in questo caso, è il comunismo, principalmente, ma che può essere anche - e fu anche - tutto il mito antifascista, dalla Resistenza alla Costituente fino alla partitocrazia e alla ghettizzazione delle minoranze.
Quindi, questa ulteriore e meritoria fatica dei due Autori può essere considerata la continuazione delle ricerche precedenti. Ma non soltanto. Essa si inserisce in una positiva stagione di ripresa di studi sulla destra italiana nell'Italia repubblicana, che vede anche giovani studiosi riprendere il discorso sulla interpretazione storiografica della destra italiana dopo alcuni anni nei quali - dopo i lavori di Ignazi, Tarchi, Nello e Baldoni - sembrava che il tema fosse di nuovo destinato all'oblio.
Non soltanto, quindi, gli Autori hanno ripreso un tema delicato e sul quale sono necessarie ancora tante ricerche e studi approfonditi, ma soprattutto hanno affrontato un importante e significativo settore ancora poco frequentato, quello della storia locale della destra. Da questo punto di vista, gli studi sono piuttosto giovani e, se si esclude il volume di Chiarini e Corsini su Brescia, le ricerche sull'argomento datano dall'inizio degli anni Novanta e sono concentrati in alcune zone geografiche, non soltanto meridionali come potrebbe fare pensare il consenso elettorale ma equamente divise tra Nord e Sud: la Sicilia, la Campania, il Lazio, la Puglia, la Calabria ma anche il Veneto, la Lombardia, il Piemonte, la Liguria, l'Emilia e, infine, Trieste.
Già dal titolo, gli Autori mettono in chiaro una questione: questa non è solo una storia delle origini del Msi ma anche, e forse soprattutto, la storia delle eterogenee formazioni che si costituirono all'indomani del 25 aprile, anche in Sardegna, per continuare il discorso ideale che la guerra e la sconfitta avevano interrotto.