EXCALIBUR 93 - luglio 2016
in questo numero

Uno sguardo ai percorsi politico-ideologici

Il muro di Berlino non è caduto per tutti: alcune ideologie resistono

di R.C.
La scena politica è sempre troppo piena di ideologie senza base alcuna
«La sinistra non è mai cambiata nel corso di tanti decenni. È morto Stalin. È caduta l'Unione Sovietica. È crollato il muro di Berlino. Il Pci è scomparso, lasciando il posto a più partiti che si dichiarano tutti democratici, anche quando si definiscono comunisti. Sono apparsi sulla scena leader nuovi o seminuovi: da Occhetto a D'Alema, da Fassino a Veltroni, Bertinotti, Ferrero e Diliberto. Ma sotto le varie bandiere e le sigle diverse, la sostanza cattiva delle sinistre è rimasta intatta, sempre uguale a se stessa».
Che cosa è la "sostanza cattiva"? «L'intolleranza per chi è differente... La convinzione di essere migliori. La certezza di avere sempre ragione. La paura di rivelare i panni sporchi custoditi nel segreto degli armadi. Il rifiuto di confrontarsi con chiunque metta in dubbio la superiorità del rosso rispetto a qualunque altro colore. L'astio, la bile, il livore, la scomunica per chi mostra di non stare agli ordini di una congrega».
Chi scrive è Giampaolo Pansa, "Il revisionista" (Ed. Rizzoli, Milano 2009, pagg. 216). Uno che per decenni ha scritto su giornali di sinistra, quali "La Repubblica" e "L'Espresso". Pansa non è stato folgorato sulla via di Damasco. Quando ha narrato i fatti della guerra civile e ha raccontato che la Resistenza aveva commesso nefandezze di ogni specie (32 mila morti dopo il 25 aprile, cioè dopo la fine della guerra) ha subito ingiurie, cattiverie, minacce di ogni tipo.
La dissoluzione del socialismo reale, simboleggiata dal crollo del muro di Berlino, ha prodotto la fine di una importante filosofia: la fine della concezione marxista del mondo e della storia. Dove la prassi della politica coincideva con il pensiero filosofico.
La filosofia marxista era avversata da altre filosofie, da altre concezioni del mondo, dai marxisti definite sprezzantemente come "ideologie", cioè come travisamenti della realtà in funzione degli interessi "borghesi". Peraltro, la fine del materialismo marxista ha prodotto anche la fine delle ideologie: la fine delle ideologie vincitrici, ormai diventate inutili.
In coincidenza con la globalizzazione, è nata la politica senza ideologie, è nato il pragmatismo, in cui tutto si consuma di giorno in giorno; mancando una visione del mondo mancano le idee, le quali agiscono come forze storiche. Nell'attuale momento il pragmatismo determina che si voti per le persone. Ciò vuol dire che viene incentivato il clientelismo.
Tornare alle ideologie non significa il ritorno al passato e il restauro di idee superate: vuol dire elaborare ideali adatti al mondo di oggi, alla luce di princìpi e di valori non tramontati e non negoziabili.
Ecco alcuni punti intorno ai quali deve ricostruirsi, aggregarsi, coordinarsi la destra.
1. Rifiuto della immigrazione incontrollata. Noi Italiani siamo stati un popolo di "emigranti". Per noi l'accoglienza è doverosa: ma gli immigranti vanno accolti dove c'è lavoro. Altrimenti finiscono in mano alla criminalità organizzata.
2. Riflessione sulla identità nazionale: ostilità verso il multiculturalismo e preferenza per la nostra cultura e la nostra storia. L'integrazione degli immigranti va governata in funzione dell'adesione alle nostre regole e ai nostri valori.
3. Scetticismo rispetto alla globalizzazione dei mercati: che è una necessità, ma che deve essere regolata, anche per impedire si risolva nella concorrenza sleale, senza regole.
4. Dissenso nei confronti dell'Europa dei burocrati, delle banche e delle finanziarie multinazionali. Riappropriazione della sovranità nazionale in numerosi settori, a cominciare da quello economico.
5. Attenzione al merito: nell'istruzione (scuola, università) e nella pubblica amministrazione. Pertanto, lotta ai favoritismi, all'illegalità e alla corruzione.
6. Rifiuto della politica di stravolgimento della natalità naturale, con strumenti quali l'utero in affitto e la modifica del genoma.
7. Riprovazione per l'aborto nel contesto del suicidio demografico, che determina problemi economici e sociali gravissimi. L'Italia non può costringere i medici obiettori di coscienza a praticare l'interruzione della gravidanza.
8. Insistenza per la laicità dello Stato. Rispetto assoluto per la libertà religiosa, ma intransigenza nella tutela delle funzioni dello Stato. Quindi, per le moschee, trasparenza nei finanziamenti, prediche in Italiano e controlli sulla conformità alle leggi italiane; per la Chiesa cattolica, distanza dalle posizioni del Vaticano soprattutto in tema di immigrazione.
9. Repubblica presidenziale. Le riforme in atto non producono uno stato più efficiente, ma accentuano il clientelismo. L'esperienza positiva dei sindaci e dei presidenti della regione sollecita una discussione sulla stabilità del governo. Allo stesso tempo, è necessario il riesame del cosiddetto mandato imperativo, per impedire che i rappresentanti abbandonino il gruppo che li ha eletti.
10. Interesse per la ripresa economica e denuncia degli impedimenti burocratici e della corruzione. Disamina del tema degli interventi dello Stato laddove l'economia è gracile e il privato non è sufficiente.
Davanti allo sfascio dei partiti di destra o di centrodestra, in tutta l'Italia sorgono gruppi e d'opinione che tengono vivo il pensiero di destra e, in qualche modo, contribuiscono alla ricostruzione della destra. Non bisogna stare alla finestra a guardare: bisogna darsi da fare.
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