EXCALIBUR 93 - luglio 2016
in questo numero

Elie Wiesel: se ne va un altro testimone della Shoah

Testimone e divulgatore instancabile del genocidio degli Ebrei e non solo

della Redazione
Elie Wiesel
Elie Wiesel, scrittore americano di origine ebraica, sopravvissuto all'Olocausto e Premio Nobel per la pace nel 1986, è morto a Boston. Aveva 87 anni.
Wiesel, che tra il 1944 e il 1945 fu prigioniero nei campi di concentramento di Auschwitz, Monowitz e Buchenwald, era noto per i libri su quel periodo, il più famoso dei quali è "La notte".
Ricevette il Premio Nobel per la pace per la sua testimonianza degli anni terribili della Shoah e per il suo impegno a parlare della situazione degli Ebrei nel mondo (quelli Russi negli anni dell'Unione Sovietica, ma anche quelli Etiopi) e di quella di altre minoranze che hanno subito ingiustizie e genocidi, ad esempio in Cambogia, in Sudafrica e in Ruanda.
Così Wiesel descrisse, ne "La notte", il tragico arrivo al campo di Auschwitz:

«Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata.
Mai dimenticherò quel fumo.
Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.
Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede.
Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l'eternità il desiderio di vivere.
Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto.
Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai
».
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