Excalibur rosso

Il futuro dell'Italia tra Trump e Clinton

Chi dei due ci "conviene" di più?

di Angelo Abis
Non perdiamo la testa!
Le risse da cortile fra candidati, le divulgazioni di conversazioni a sfondo più o meno sessuale, i tassi di salute mentale ascritti a Trump e a Hillary, sembrano essere la costante di queste elezioni americane.
Che la cosa appassioni gli Americani non vi è ombra di dubbio. È nel loro dna una aggressività e uno spirito competitivo rude e spietato che condiziona tutta la loro vita sociale, dallo sport all' economia, dalla finanza alla politica. Da parte europea e anche italiana, soprattutto dopo la caduta del muro di Berlino, si è portati a omologare i democratici con la sinistra e i repubblicani con la destra.
È per questo motivo che anche in Italia in linea di massima la sinistra vede come fumo negli occhi Trump, compreso Renzi, il quale farebbe bene, come capo del governo, a non ufficializzare troppo le sue preferenze: primo perché così vuole il bonton della diplomazia e poi perché Hillary si è sempre mossa, nella sua veste di segretario di stato, in maniera subdola e perniciosa contro gli interessi dell'Italia.
Fu lei infatti a spalleggiare la Francia e l'Inghilterra, alle quali incominciava a dare fastidio l'espansione politica, economica e anche militare italiana in Africa, nella sciagurata operazione contro Gheddafi. Facendo fare, tra l'altro, una pessima figura al proprio paese, visto che proprio i miliziani anti Gheddafi, armati e finanziati dagli Usa, incendiarono il consolato americano di Bengasi e trucidarono l'ambasciatore e altri funzionari americani.
Da allora gli Americani sono letteralmente scomparsi dalla Libia, salvo poi fare pressioni perché l'Italia se ne rioccupi, evidentemente anche in conto loro. Ma ciò di cui non ci si rende conto è che lo scontro Clinton-Trump non è altro che la personalizzazione di due linee politiche diametralmente opposte.
Trump è per una qualche intesa e collaborazione con la Russia di Putin, è ostile al mondo islamico, segnatamente quello manovrato dall'Arabia Saudita. È infine radicalmente contrario a ogni tipo di immigrazione clandestina.
Hillary è per l'isolamento di Putin: gli Americani assistono con preoccupazione ai successi della Russia in Siria, al suo reinserirsi nel giuoco politico del Medioriente, alla sostanziale riluttanza dell'Europa a riconsiderare la Russia come un pericolo. Hillary è inoltre paladina dell'islam saudita, nonché favorevole all'immigrazione indiscriminata.
Non ci interessa sapere quale di queste politiche sia più confacente agli intessi Usa. Certamente la vittoria di Hillary avrà gravi conseguenze sugli interessi che legano l'Italia alla Russia, sul dramma dell'immigrazione clandestina, e su una qualunque politica di contenimento dell'Islam.