EXCALIBUR 103 - giugno 2018
in questo numero

Gran Bretagna-Russia: la "drole de guerre" 2.0

Le nazioni (e i loro soldi) sono sempre tutte eguali

di Davide Olla
Sopra: la tensione tra i due paesi ha toccato punte inimmaginabili
Sotto: denunce di sconfinamenti di sommergibili e aerei (tanto per non farci mancare un po' di tensione)
È notizia degli ultimi giorni il mancato rinnovo del visto di residenza a Roman Abramovic, ai più conosciuto come il padrone (da 15 anni) del Chelsea Fc che ha appena vinto la Fa Cup allenato dal nostro Antonio Conte.
È ovviamente anche un miliardario (un aggettivo assieme al quale, in particolar modo per i Russi, la stampa cosiddetta "occidentale" appioppa anche quello di "oligarca", nel caso abbia avuto una frequentazione seppur sporadica con il Presidente Putin o l'establishment di Mosca), anzi per la precisione: è tra gli uomini più ricchi del Regno Unito e conseguentemente uno dei principali contribuenti, così come lo sono altri mille o quasi cittadini Russi che risiedono in Gran Bretagna con il famigerato permesso di soggiorno per investitori ("entrepeneur visa").
Infatti, come molti altri Paesi il cui passaporto e/o diritto di residenza è piuttosto ambito, anche in Inghilterra se hai i soldi puoi. Si parte dal Tier1, un permesso di soggiorno per chi investe almeno 200 mila sterline, sino al diritto di residenza vero e proprio per chi ne sborsa 2 milioni o più. Stiamo parlando di un percorso seguito da migliaia e migliaia di ricchi cittadini da ogni angolo del mondo, la maggior parte da paesi emergenti o ricchi di risorse naturali: oltre che Russia e nazioni ex satellite del blocco sovietico, Africa, Asia, America del Sud, Arabia e Medio Oriente in generale.
Però mentre a nessuno sembra disturbare che molti di questi investitori (e i soldi che permettono l'investimento) spesso e volentieri vengono da paesi dove vigono conclamate e brutali dittature, dove i cosiddetti diritti dell'uomo non esistono manco su carta, dove discriminazioni e soprusi sono non solo pratica quotidiana ma spesso leggi dello Stato, per i Russi le cose stanno in modo diverso, soprattutto da qualche annetto a questa parte. E ciò fa specie, perché ci domandiamo: col santificato, dogmatico metro dei diritti umani la Russia non dovrebbe esser messa meglio, che so, della Cina, della Thailandia, della Birmania, dell'Arabia Saudita o del Venezuela?
A dire il vero, facendo anche la tara degli sguardi cagneschi dovuti durante la guerra fredda, il rapporto Russia - Gran Bretagna è sempre stato frizzantino. Anzi, pure prima.
Churchill sul finire delle ostilità sembra si fosse reso conto che il vero, naturale nemico per l'Inghilterra era quello che stava per arrivare a Berlino dopo essersi pappato mezza Europa. Poi c'è stata la stagione degli spioni: scandali sessuali, corruttele e ricatti di ogni sorta, scambi di ostaggi sui ponti di Berlino e i film di James Bond. E intanto sia l'Impero britannico che la terra dei Soviet stavano decadendo irrimediabilmente. Mentre nel frattempo gli Stati Uniti, guarda il caso, gettavano le basi per assicurarsi una grossa fetta di dominio mondiale.
A ben pensare c'è stato un momento, negli anni '90, prima di Putin e al tempo dell'allegro Presidente Eltsin, dove la tensione si allentò di botto. Oligarca era diventato quasi un complimento. I governanti di quei tempi sembravano più malleabili, pronti a (s)vendere, a ridosso del crollo dell'impero comunista, ogni tipo di asset e risorse energetiche della Russia, magari con il concorso, l'aiuto e la consulenza di altri miliardari residenti all'estero (chi si ricorda della buonanima di Brzezinski, per dire?) che avevano comunque ottime entrate presso la nuova classe dirigente del Cremlino.
Poi sono arrivati Putin e i suoi. La liquidazione dello Stato, la rinuncia alla totale sovranità e il passaggio da comprimario a ruolo secondario di colpo non sono andati più di moda. Altri oligarchi, forse meno depauperanti e antinazionali, han preso il posto dei precedenti che si sono o riciclati o son caduti in disgrazia.
E ovviamente gli Usa non hanno avuto un gran piacere. E conseguentemente la Gran Bretagna si è mossa in base alle direttive. Riecco le tensioni. Avvelenamenti di ex spie o dissidenti. Aerei e sommergibili che sconfinano e gli Inglesi giù a lamentarsi di esser stati "bullizzati". Tutto presunto, tutto con versioni opposte, toni da libro di Le Carré e da agit prop.
E oggi con la brexit all'orizzonte il ruolo della Gran Bretagna, sempre molto attenta e solerte quando si tratta di curare gli interessi "occidentali" (ovvero transatlantici), non potrà che essere ancora di più sbilanciato a favore della super potenza nord americana, a ulteriore detrimento dei nostri interessi, ovvero quelli di tutti le Nazioni d'Europa, alle quali le sanzioni, l'impossibilità imposta dagli alleati/occupanti di avere un rapporto normale a livello non solo commerciale ma anche politico e strategico con la Russia da anni nuoce e parecchio.
A chi comanda in Inghilterra quindi importa poco creare qualche problema ai miliardari amici (o presunti tali) di Putin. L'importante è che continui ad arrivare il tranquillizzante segnale a Washington: tranquilli, Londra per voi c'era, c'è e ci sarà.
Poi, a parte che di miliardari da ogni angolo del mondo e delle loro chiassose finanze non se ne sente proprio la mancanza a Londra (e molti di loro sono amici conclamati di dittatori, affamatori e aguzzini dei loro rispettivi paesi di origine, ma ai quali nessuno si preoccupa di chiedergli il conto...), le poche centinaia di oligarchi Russi si stanno organizzando comunque.
Abramovic, grazie alle sue origine ebraiche, ha ottenuto subito un passaporto di Israele in base alla "legge del ritorno", non senza prima acquistare una mega villa sul mare a Tel Aviv. Questo gli consentirà di passare comunque parecchio tempo in Gran Bretagna. Perché proverrà da uno Stato amico e alleato dell'Inghilterra. E pure degli Stati Uniti. Altro che i cattivoni Russi... E poi Israele è un luogo pacifico e tranquillo, dove i diritti umani sono tenuti in gran conto, vige la più totale libertà di stampa, di movimento e di espressione... O no?
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