Excalibur rosso

Elezioni politiche 2018: l'Italia s'è desta

Violenti segnali di svolta nelle scelte politiche italiane

di Angelo Abis
I due innegabili vincitori delle elezioni politiche 2018
Ma sì, buttiamola pure sulla retorica patriottarda e bellicista.
Andiamo a rileggerci il buon Alessandro Manzoni dell'ode "Marzo 1821":

«Quante volte sull'Alpe spiasti l'apparir d'un amico stendardo!
Quante volte intendesti lo sguardo
Ne' deserti del duplice mar!
Ecco alfin dal tuo seno sboccati,
Stretti intorno a' tuoi santi colori,
Forti, armati de' propri dolori,
I tuoi figli son pronti a pugnar
Per l'Italia si pugna, vincete!
O risorta per voi la vedremo
Al convitto de' popoli assisa
O più serva, più vil, più derisa,
sotto l'orrida verga starà
».

Ecco, forse il senso delle elezioni del 4 marzo sta proprio nei versi del Manzoni. Certo oggi le guerre, almeno nel mondo occidentale, si vincono o si perdono a colpi di spread, spostando le industrie e la finanza da un paese all'altro, costringendoti a cedere fette di sovranità nazionale a organizzazioni sovra o extra statali con la scusa che gli stati nazionali, con i propri confini, le proprie identità, sono roba da medioevo.
Il tutto condito poi con un perbenismo politico infarcito di pseudo fatalità storica, per cui tutto quello che facciamo noi è di per sé stesso poco serio e truffaldino. Quante volte abbiamo sentito il politico, il giornalista o l'intellettuale col ditino alzato, sentenziare: «queste cose non esistono o non accadono in nessun altro paese europeo».
O peggio, a fronte di tanti cataclismi che ci son piovuti addosso (crisi economica, disoccupazione, immigrazione, ecc.), per i quali si chiedeva un minimo di reazione e di intervento, la risposta rassegnata era: «l'Europa non lo permette, non possiamo andare contro le regole del mercato, sono fenomeni storici inarrestabili».
Non parliamo poi dei ricatti morali. Commenti favorevolmente il fatto che un commerciante o un qualunque cittadino abbia stecchito il malvivente che si era introdotto nel suo negozio o in casa sua non certo con pie intenzioni? Non hai il senso dello stato: il cittadino non può farsi giustizia da sé, non siamo il far west. Se poi affermi che gran parte delle rapine in appartamento sono opera di extra comunitari ti becchi subito la taccia di razzista che, a livello di insulto, ha quasi superato quello di fascista.
E per ultimo abbiamo pure il ricatto religioso: non ti stanno simpatici la gran parte degli immigrati clandestini mantenuti dallo stato a 35 euro al giorno (se minori molto di più), ben palestrati, ben vestiti e col telefonino super, che tutto sembrano fuorché gente che fugge dalla fame e dalla guerra? Non solo sei razzista ma pure contro il Vangelo: «Ero straniero e non mi avete accolto».
Ma il Vangelo va letto per intero, altrimenti cosa dovremmo dire dell'altra frase: «Date a Cesare quello che è di Cesare»?
Non spetta forse a Cesare, cioè allo Stato, stabilire se accogliere o meno lo straniero? Oppure, codice alla mano, quanti reati commetterebbe oggi Gesù se cacciasse a colpi di frusta da una piazza antistante una chiesa i bancarellari e rovesciasse le loro bancarelle?
L'élite politica, economica, culturale, ha fatto sua tutta questa caterva di luoghi comuni, di astrazioni ideologiche, di fatalità inarrestabili, pensando fosse loro dovere primario depotenziare l'identità nazionale per scioglierla in una brodaglia incolore fatta di europeismo, cosmopolitismo, multi culturalismo, buonismo ipocrita.
A questo punto gli Italiani, dopo aver pazientato per decenni e aver incassato di tutto e di più, si sono rotti le scatole e hanno dato sfogo ai loro istinti primordiali e, per dirla con le parole della sinistra, hanno dato ascolto a chi parlava alle loro pance, a chi fomentava le loro paure e vellicava i loro egoismi.
Da qui, xenofobi del nord e lazzaroni del sud uniti nella lotta hanno fatto saltare il perbenismo nazionale e il politicamente corretto europeo. Non è un problema di reddito di cittadinanza o di flat tax, ma di voglia degli Italiani di mandare a quel paese tutti quelli che ci amano troppo per derubarci meglio.
Da qui le prime dure mosse del governo Salvini-Di Maio contro i diktat europei. Corriamo il rischio di isolarci? Macché! Mai avuto tanti fans come ora: da Putin a Trump. Persino la Merkel che potrebbe cadere rovinosamente si trova in casa non uno ma due partiti filo italiani: la destra e la Cdu Bavarese.
Ecco perché Macron rode ed è in preda all'isteria. Il suo sogno di dominare l'Europa con l'asse franco-tedesco è in frantumi. Un nuovo spettro si aggira per l'Europa: l'asse populista alle prossime elezioni europee potrebbe vincere.
E questa volta l'asse potrebbe essere a trazione italiana. Forza Salvini che ce la fai!