EXCALIBUR 108 - luglio 2019
nello Speciale...

Ugo Mattone, al secolo Ugo Pirro

Il regista Ugo Pirro, alias Ugo Mattone
«Ugo Pirro, nome d'arte di Ugo Mattone (Battipaglia, 26 aprile 1920 - Roma, 18 gennaio 2008), è stato uno sceneggiatore e scrittore italiano, nominato a due premi Oscar nel 1972 per la sceneggiatura originale di "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto" e per la sceneggiatura non originale de "Il giardino dei Finzi-Contini".
Esordì alla sceneggiatura con Carlo Lizzani, per il quale firmò due film ambientati durante la Resistenza: "Achtung! Banditi!" del 1951 e "Il gobbo" del 1960. La sua fama è legata soprattutto alla collaborazione col regista Elio Petri, dalla quale videro la luce 4 film: "A ciascuno il suo" (1967), "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto" (1970), "La classe operaia va in paradiso" (1971), "La proprietà non è più un furto" (1973). I primi tre, tra l'altro, hanno tutti come protagonista Gian Maria Volonté e rientrano a pieno titolo nel filone del cinema di impegno civile (o cinema politico) particolarmente rigoglioso in Italia tra la fine degli anni sessanta e gli anni settanta e di cui il terzetto Petri-Pirro-Volonté rappresentò la punta di diamante.
In particolare, poi, "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto", "La classe operaia va in paradiso" e "La proprietà non è più un furto" (quest'ultimo interpretato da Flavio Bucci e Ugo Tognazzi) costituiscono quella che la critica ha definito la "trilogia sul potere" (o, secondo altri, "della nevrosi") petriana. Ha collaborato, tra gli altri, con Vittorio De Sica, Damiano Damiani, Gillo Pontecorvo. Con Vincenzo Talarico ha curato la sceneggiatura dello sceneggiato televisivo Rai del 1966 "Luisa Sanfelice".
Nel 1986 gli viene conferito il Premio Flaiano per la sceneggiatura per il complesso della sua produzione artistica. Nel 1996 ha vinto il Premio David di Donatello per la sceneggiatura del film "Celluloide". È uscito nel 2007 il libro di Enzo Latronico "Ugo Pirro. Indagine su uno sceneggiatore al di sopra di ogni sospetto" (ripubblicato nel 2016), un appassionato racconto che ne ripercorre la vita cinematografica.
Si tratta dell'ultima intervista concessa dallo sceneggiatore. Nel 2008 è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti il documentario su Ugo Pirro "Soltanto un nome nei titoli di testa", realizzato da alcuni dei suoi ultimi allievi (Alessandro Anselmi, Donata Carelli, Daniele Di Biasio, Mariella Sellitti).
Il documentario raccoglie le testimonianze, tra gli altri, di Carlo Lizzani, Enrico Vanzina e Andrea Purgatori. Ugo Pirro è stato autore anche di libri, tra cui vale la pena di ricordare: "Le soldatesse", romanzo d'esordio, del 1956, portato al cinema da Valerio Zurlini nel 1965: racconto del viaggio, durante l'occupazione fascista della Grecia, di un giovane ufficiale in compagnia di un gruppo di prostitute destinato a "intrattenere" i soldati italiani al fronte; "Figli di ferroviere", racconto autobiografico di un'infanzia trascorsa in mezzo a treni e stazioni ferroviarie; "Osteria dei pittori", una sorta di "dolce vita" raccontata dai tavoli della Trattoria Fratelli Menghi, punto d'incontro per pittori, poeti, giovani registi e sceneggiatori attirati dal largo credito accordato dai gestori; "Jovanka e le altre", portato al cinema da Martin Ritt nel 1960 nel film omonimo, vicenda ambientata in Jugoslavia durante l'occupazione tedesca; "Freddo Furore", 1966: nasce dal desiderio di comprendere i giovani.
Di taglio più schiettamente autobiografico sono: "Mio figlio non sa leggere", cronaca della dolorosa scoperta della dislessia del figlio, e dei tentativi di trovarvi rimedio; "Celluloide" (dal quale Carlo Lizzani trasse l'omonimo film nel 1996), affettuosa e puntuale rievocazione del clima pionieristico che si respirò nel cinema italiano del secondo dopoguerra durante la movimentata lavorazione del capolavoro di Roberto Rossellini "Roma città aperta" e il suo ideale seguito: "Soltanto un nome nei titoli di testa", ritratto del mondo del cinema e dei suoi personaggi in Italia tra anni cinquanta e anni settanta attraverso la vicenda di un giovane giornalista che riesce a diventare apprezzato sceneggiatore. Importante, infine, è stata la sua attività didattica, svolta prevalentemente presso il Centro sperimentale di cinematografia a Roma
».
Questa è una fra le tante biografie anodine pubblicate su Ugo Pirro. Manca ogni accenno alla sua militanza nel Pci, al suo fiancheggiamento del movimento studentesco che culminò con l'occupazione della mostra del cinema di Venezia nel 1968. Non parliamo poi della sua partecipazione alle vicende belliche. Ne abbiamo trovato solo un qualche cenno nel sito spagnolo "ABC Cultural": «'Terminè mi carrera militar con el rango de disertor', esta sarcastica confession hecha per Ugo Pirro. Porque Pirro, efectivamente fue uno de aquellos jòvanes que Mussolini, en su locura imperial, mandò a Grecia, donde transcurre la historia. Tambien combatiò en Yugoslavia en Cerdeña entre 1940 y 1943 [...] volviò a casa absolutamente cambiado, ajeno al entusiasmo intervencionista».
Per trovare una qualche traccia di Ugo Pirro "disertore" fascista siamo ricorsi a un articolo del 21 settembre 1947, pubblicato dal quotidiano "La Nuova Sardegna", dal titolo a caratteri cubitali "Da cospiratore fascista a redattore de L'Unità", sottotitolo "Le metamorfosi di un ex paracadutista della Nembo allontanato dalla divisione per fascismo, condannato per complotto neo-fascista di Sassari e ora arrestato a Frosinone per mandato di cattura del Tribunale Militare di Cagliari": «Roma 20 notte - Viva sensazione ha provocato negli ambienti giornalistici la notizia dell'arresto di Ugo Mattone, di Umberto, di anni 37, inviato speciale del quotidiano comunista romano 'L'Unità' a Frosinone per il processo Graziosi. Nel giornale romano il Mattone si firmava con lo pseudonimo di Ugo Pirro. Egli ha dietro di se un curriculum veramente avventuroso, che ha avuto inizio in Sardegna.
Il Mattone già pre-littore della cultura, nell'8 settembre 1943, al momento dell'armistizio era ufficiale paracadutista della 'Nembo', la divisione, che come è noto, si sollevò tentando di passare ai tedeschi, tutti ricordano il sanguinoso episodio nel quale il col. Becchi, che tentava di richiamare i soldati della 'Nembo' al dovere, venne trucidato dai suoi dipendenti fascisti e filotedeschi.
Si ricorda che dopo il tentato ammutinamento, vennero prese misure disciplinari: il Mattone venne allora allontanato dalla divisione per i suoi sentimenti fascisti. Di questi sentimenti pare che in seguito abbia fatto aperta professione a Sassari, ove si era stabilito, tanto che partecipò al menzionato complotto giovanile fascista.
Nel processo già ricordato, nel quale il Mattone era insieme ad altri nove imputati, quasi tutti di Sassari, accusato di associazione antinazionale, di cospirazione mediante associazione per alto tradimento, di tentativo di rivelazione di segreti militari al nemico tedesco, di propaganda antinazionale, di diffamazione e di diserzione, veniva ritenuto colpevole di cospirazione per alto tradimento aggravato, di concorso in sedizione militare aggravata, di propaganda e di apologia antinazionale e di diserzione.
Veniva pertanto condannato a 11 anni di reclusione, alla degradazione e alla interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Il Mattone però, nel momento in cui i suoi compagni cospiratori venivano tratti in arresto, era riuscito a tagliare la corda, e perciò appunto venne giudicato in contumacia.
L'ex paracadutista era riuscito, non si sa bene come, a raggiungere la Penisola. Pare che egli in un primo tempo sia riuscito a passare la linea e a raggiungere il territorio repubblichino ove avrebbe agito. La sua attività in quel tormentato periodo non è facilmente documentabile, anche perché, a quanto si dice, quando l'effimera repubblica fascista cadde, il Mattone avrebbe preferito dedicarsi all'attività partigiana
».
Sta di fatto che l'ultima metamorfosi politica dell'ex paracadutista consistette in una accesa e attiva professione di fede comunista. A tal proposito se ne dicono di cotte e di crude. Da un giornale qualunquista egli fu una volta accusato persino di aver organizzato un attentato terroristico contro un teatro di San Benedetto Del Tronto nel quale si rappresentava una commedia di Guglielmo Giannini.
Che l'attività comunista dell'ex fascistissimo ufficiale della "Nembo" fosse chiara e zelante è dimostrato dal fatto che egli divenne redattore dell'"Unità"...
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