EXCALIBUR 116 - luglio 2020
in questo numero

La Destra e i sindaci di Cagliari

Panoramica sui nostri "primi cittadini" che hanno guidato la città

di Claudio Usai
<b>Ottone Baccaredda</b> (1849-1921) e <b>Vittorio Tredici</b> (1892-1967)
Sopra: Ottone Baccaredda (1849-1921) e Vittorio Tredici
(1892-1967)
Sotto: Enrico Endrich (1899-1985) e Mariano Delogu (1933-2016)
<b>Enrico Endrich</b> (1899-1985) e <b>Mariano Delogu</b> (1933-2016)
Obiettivo di questo breve articolo è delineare storicamente l'attività amministrativa della città di Cagliari di quell'area politica che soggettivamente considero affine alla destra politica; intendo in questo modo esprimere il mio auspicio che questi buoni esempi possano ispirare la nostra parte che, quando ne ha avuto la possibilità, è sempre riuscita a produrre una classe dirigente seria, preparata, onesta e capace.
Nell'estrema complessità della ricostruzione storica mi sforzerò di definire in senso lato e senza ostacoli ideologici "la nostra parte", consapevole che questa commistione sarà senz'altro oggetto di severe critiche; ma è coerente secondo me iniziare il discorso da quelle idee che già nell'Italia liberale (tra il XIX e il XX secolo) si delinearono, incarnandosi fisicamente nella figura laica e sociale del Sindaco Ottone Bacaredda (1849-1922); ripresero poi corpo nel Primo Dopoguerra nell'ideologia autonomista del sardismo prima e del sardo-fascismo poi, conquistando risultati eccelsi in campo amministrativo, culturale e urbanistico: progetto politico rappresentato dai Podestà Vittorio Tredici (1892-1967) ed Enrico Endrich (1899-1985); queste stesse idee di "conservatorismo sociale" resistettero alla censura della Caduta del Fascismo e al lungo periodo che impedì di fatto alla "Destra cagliaritana" di esprimere il Primo Cittadino del Capoluogo; riemersero infine come un "fiume carsico" molti decenni dopo con tutta la loro forza, in quello che è ritenuto in modo imparziale "l'apogeo amministrativo" del recente passato, a opera del più amato Sindaco di Cagliari, l'avvocato Mariano Delogu (1933-2016).
Tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo Cagliari entrò prepotentemente nella modernità, come nuovo punto di riferimento socio-economico dell'intera Isola. Questo lungo periodo (1889-1922), nonostante i conflitti sociali e le perdite umane dovute al conflitto mondiale (1915-1918), costituì quello che lo stesso Ottone Bacaredda definì «il vertiginoso rinnovamento»(1).
Dal 1881 al 1921 la città passò da circa 43 mila abitanti agli oltre 73 mila del 1921(2); riacquistò dopo secoli la sua vocazione marittima e il suo porto riprese quel ruolo commerciale e industriale; le idee mazziniane di Bacaredda seppero rivolgersi a tutti i ceti, in particolare alla classe operaia in fermento, considerando con particolare riguardo il sodalizio della Società degli Operai.
Per questo motivo fu osteggiato dal potente deputato liberale Francesco Cocco Ortu (1842-1929), da gran parte dell'autorità ecclesiastica (fu considerato a torto un "mangiapreti") e dalla netta opposizione e critica dei fogli socialisti. Non deve meravigliare quindi il duraturo consenso popolare della sua amministrazione: «Per 30 anni la Città con lui ascese, designato "padre del popolo", la sua popolarità fu senza tramonti, se pur talvolta con procelle»(3).
La seconda figura è quella di Vittorio Tredici, dal 1923 al 1928 Commissario prefettizio e Podestà della città di Cagliari. Tra i fondatori del Psd'Az e fautore dell'adesione sardista al fascismo, incentivò da "tecnico" la politica economica e mineraria della "Regione più povera d'Italia". Tredici si avvicinò all'autonomismo subito dopo la guerra, ma rimase sempre un ex combattente, partecipando alle idealità del combattentismo sardista. Sardismo e fascismo ebbero all'inizio un destino comune, ma molto presto le loro strade si divisero: l'autonomismo dell'epoca si dimostrò inconciliabile con l'intervento diretto dello Stato sui grandi problemi dell'Isola.
Con altri esponenti, come Enrico Endrich, Tredici formò la corrente del sardofascismo, che cercava di adattare il sardismo all'Italia fascista. Nel 1929 approdò in Parlamento e in ambito sindacale si dedicò al settore minerario che lo vide protagonista. La sua battaglia per l'industria mineraria isolana trovò coronamento con la creazione, nel 1936, dell'A.M.M.I. (Azienda Minerali Metallici Italiani). In quel periodo la sua adesione al fascismo fu piena: «due fari mi guidavano: il vicario di Cristo e il Duce»(4).
Ma alla fine degli anni Trenta, con l'avvicinamento dell'Italia al nazismo anticattolico, razzista e antisemita, Tredici si allontanò dal fascismo. Dimessosi dagli incarichi, si trasferì a Roma, qui durante la guerra salverà la famiglia ebrea dei Funaro, accogliendola nella sua abitazione e salvandola dalla persecuzione. Successivamente collaborò con varie parrocchie, nascondendo molti perseguitati nei locali della chiesa. Per questa ragione nel giardino dei Giusti tra le Nazioni, a Yad Vashem in Israele, si trova un albero a lui dedicato(5).
Altra grande figura della politica cittadina fu Enrico Endrich. Ascritto anche lui tra i fondatori del Psd'Az, fu l'autentico prosecutore dell'opera di Bacaredda: dal 1928 al 1934 dotò Cagliari di una serie di edifici pubblici, realizzati in brevissimo tempo grazie al sostegno dell'architetto Ubaldo Badas. Con dinamicità e intelligenza riqualificò il Terrapieno con le palestre, i vivai comunali, i Giardini Pubblici e la nuova Galleria d'Arte Comunale.
L'attuale maestosità delle strade principali della città si deve alla sua amministrazione: in Via Roma i portici e il viale alberato, la centralità di Piazza del Carmine, la nuova facciata della Cattedrale, la costruzione dell'Albergo del Povero di viale Fra Ignazio, gli interventi sui bastioni di Santa Croce, la costruzione delle case popolari di Piazza Kennedy e infine la strada per il Poetto, il nuovo arenile e l'ippodromo(6).
Fu eletto deputato nel 1953 nelle file del Msi, ma quando il parlamento votò la legge che conferiva la pensione a deputati e senatori Endrich si dimise: grande esempio di austerità, onestà e moralità, ingiustamente mai del tutto riconosciuto.
Dopo i decenni bui del secondo dopoguerra, la destra seppe riprendersi solo nel 1994 l'attributo di "buona" amministrazione. L'Avv. Mariano Delogu, dopo una lunga esperienza nel foro cittadino e in campo sportivo, si dimostrò all'altezza del ruolo di sindaco. Come ha scritto l'Avv. Francesco Cicero, fu «uomo pragmatico e senza fronzoli, capace di risolvere i problemi il prima possibile»(7).
Delogu fu «uomo di assoluta integrità e rettitudine morale: gestiva la cosa pubblica come tutti i politici dovrebbero fare, da buon padre di famiglia. Evitava ogni tipo di spreco, anche minimo. La "spending review", che oggi va tanto di moda, lui la applicava già 20 anni fa come stile di vita»(8). «Aveva tante idee, la maggior parte delle quali è riuscito a realizzarle. Con lui, Cagliari si è davvero trasformata»(9).
Per brevità dell'articolo ho preferito che le fonti di ogni epoca parlassero dei "nostri" quattro sindaci, senza aggiungere miei commenti personali alle descrizioni, lasciando che i testimoni ci narrassero le gesta in questione.
Ma mi riprometto di approfondire le singole storie in futuro. Dopo otto anni la destra cagliaritana è riuscita finalmente a esprimere il Primo cittadino della città, Paolo Truzzu: cresciuto nel ricordo, nella tradizione delle migliori amministrazioni di destra, nell'integrità morale e nell'impegno nell'affrontare i gravi problemi della città di Cagliari lasciati irrisolti.
Proseguirà senz'altro l'opera dei suoi predecessori che ebbero, all'inizio, le stesse se non più gravi difficoltà.

(1) Ottone Bacaredda, "L'Ottantanove cagliaritano", Cagliari, Tip. Pietro Valdes, 1909.
(2) D. Angioni, S. Loi, G. Puggioni, "La popolazione dei Comuni sardi dal 1688 al 1991", Cagliari, Cuec, 1997, pagg. 67-77.
(3) Giuseppe Sanna Randaccio, 9 gennaio 1922, elogio funebre per la scomparsa di Ottone Bacaredda nella seduta del Consiglio Comunale di Cagliari.
(4) Michele Citarella, Vittorio Tredici - il fascista perfetto che salvò gli ebrei, Tra le righe Libri.
(5) Ibidem.
(6) Cfr. Sulle idee politiche, Enrico Endrich, "Il Gregge e il pastore. Sul fascismo in Sardegna". In "Il Littore Sardo", 1923; ivi, "Lineamenti storici, politici e militari della Sardegna", in Archivio storico sardo, XXI, 1-2, 1938.
(7) Francesco Cicero, "Con Delogu sindaco, Cagliari si è davvero trasformata", Admaioramedia.it, 27 luglio 2016, (https://sardegna.admaioramedia.it/con-delogu-sindaco-cagliari-si-e-davvero-trasformata-francesco-cicero/).
(8) Ibidem.
(9) Ibidem.
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