EXCALIBUR 116 - luglio 2020
nello Speciale...

Il rientro nel Psi e l'elogio al diario di guerra del duce

lettera della madre di Gramsci a Mussolini
Lettera della madre di Gramsci a Mussolini
Il 10 dicembre del 1915 viene assunto con uno stipendio di 90 lire nella redazione torinese de "L'Avanti". Gramsci non ha mai dato nessuna spiegazione del suo interventismo e dell'aver seguito Mussolini, sia pure per un breve periodo. Anzi!
E qui lasciamo la parola a Nieddu: «Gramsci era rientrato nel partito senza nulla aver mutato dei precedenti convincimenti circa l'interventismo, deludendo tutti coloro che si sarebbero aspettati una qualsiasi forma di autocritica. Tanto meno era intervenuto per contrastare la campagna di stampa de "Il Popolo d'Italia" nei confronti del Psi e meno che mai per rintuzzare Mussolini sul piano personale [...] mentre non perdeva occasione per esaltare i valori del conflitto e di chi vi aveva creduto sinceramente e vi aveva perso la vita».
Tutto questo indispettì la direzione del L'Avanti, che a un certo punto decise di licenziarlo perché: «non aveva rinnegato il suo passato e perché aveva conservato verso i compagni un contegno sprezzante, acido, astioso».
Fu salvato dall'intervento di Tasca che garantì un effettivo ravvedimento di Gramsci. Ma l'accusa di essere stato interventista gli costò la mancata candidatura, a furor di popolo, alle elezioni comunali del novembre 1920, a deputato l'anno successivo e a membro della prima direzione del partito comunista d'Italia.
«È molto interessante da studiare il diario di guerra di Benito Mussolini per trovarvi le tracce dell'ordine dei pensieri politici, veramente nazionali-popolari che avevano formato, anni prima, la sostanza ideale del movimento che ebbe come manifestazione culminante il processo per l'eccidio di Roccagorga e gli avvenimenti del giugno 1914». Queste note sono state espresse da Antonio Gramsci nei "Quaderni del carcere" (quaderno n. 6), dove, tra l'altro, per la stessa materia vengono stroncati scrittori del calibro di Curzio Malaparte e Ardengo Soffici.
Sintomatico è poi il riferimento del pensatore sardo all'eccidio di Roccagorga, un borgo del basso Lazio ove una manifestazione di circa 400 contadini, scesi in piazza il 6 gennaio del 1913 per protestare contro le malversazioni del sindaco e dell'ufficiale sanitario, fu duramente repressa dalle forze dell'ordine e si concluse con 7 morti, fra cui un bambino di 5 anni, e 23 feriti. I contadini facevano capo alla società agricola apolitica "Savoia" ed erano scesi in piazza col tricolore.
Mussolini, allora direttore del quotidiano socialista "L'Avanti", bollò con parole di fuoco l'atteggiamento delle autorità. Per questo motivo l'anno successivo venne processato.
Il "Diario di guerra" venne pubblicato a puntate su "Il Popolo d'Italia" a partire dal 30 dicembre 1915. Gramsci, che a quella data era già rientrato nei ranghi del Psi ma non aveva receduto dalle sue posizioni interventiste, probabilmente riporta e conferma nei Quaderni del carcere quanto allora pensava di Mussolini rivoluzionario e interventista.
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