EXCALIBUR 116 - luglio 2020
nello Speciale...

Le lettere a Mussolini

lettera di Antonio Gramsci a Mussolini
Lettera di Antonio Gramsci a Mussolini
Chi per la prima volta ha portato a conoscenza del pubblico l'esistenza di lettere indirizzate da Gramsci a Mussolini è stato Luigi Nieddu, che nel volume "L'altro Gramsci", stampato a Cagliari nel 1990, pubblica alcune lettere inviate al duce con delle richieste legate per lo più al suo stato di salute.
Nieddu pubblica anche una lettera inviata al duce dalla madre di Gramsci, mentre nel testo parla di altre missive di Gramsci, della madre e della sorella Teresina (che era segretaria femminile del fascio di Ghilarza) sempre inviate a Mussolini.
Le rivelazioni di Nieddu costituivano una vera propria bomba, perché sino ad allora nessuno aveva neppure immaginato che Gramsci potesse rivolgersi al proprio carceriere e tanto meno che costui nella quasi totalità dei casi andasse incontro ai desiderata del pensatore sardo.
L'uscita del libro fu accolta con una indifferenza e con un silenzio pressoché totale. Eppure Nieddu, oltre a essere un socialista, non era certo l'ultimo arrivato in fatto di studi gramsciani.
La realtà fu (ed è) che il libro "L'altro Gramsci" distruggeva scientificamente tutta la vulgata degli intellettuali organici al Pci sulla vita e sul pensiero di Gramsci. Da allora poco è stato fatto per approfondire il problema: quante furono le lettere scritte a Mussolini e quante sono state pubblicate? Gramsci ha scritto solo a Mussolini o a anche ad altri esponenti fascisti, segnatamente Sardi (cosa che a me personalmente risulta)?.
Tutta la questione è stata liquidata da parte di storici e intellettuali vicini o del Pci come delle semplici istanze burocratiche tese a ottenere il rispetto dei regolamenti carcerari da parte del regime, declassando Gramsci al ruolo di un detenuto comune e non come un leader politico in carcere in quanto esponente dell'opposizione più radicale al fascismo e Mussolini a una specie di giudice di sorveglianza e non massimo esponente di quella dittatura che non solo a livello nazionale ma anche a livello mondiale si contrapponeva all'internazionale comunista.
Altri hanno usato le lettere per porre in rilievo la "bontà" di Mussolini e fra questi vi è anche Nieddu, il quale afferma nel suo libro, anche se in riferimento a una lettera della madre di Gramsci: «È probabile che del caso si sia occupato lo stesso Mussolini, memore di quella sostanziale solidarietà espressagli dal giovane Gramsci nel lontano 1914 su "Il Grido del Popolo", quando tanti altri amici e compagni di partito gli avevano invece dato addosso».
Entrambe le posizioni sono a mio avviso riduttive e soprattutto sminuiscono la statura dei due leader. Con tutta probabilità un feeling sotterraneo, al di là della fortissima contrapposizione politica e ideologica, univa i due che oltre a essere di una intelligenza superiore erano intellettualmente onesti e per nulla faziosi. Chi ha bazzicato il mondo della politica sa bene che spesso è più facile avere comprensione e trovare rispetto fra i propri avversari politici che fra i compagni di partito.
Su questo feeling, a mio avviso, occorrerebbe indagare per comprendere la "ratio" delle lettere di Gramsci e la "ratio" che spingeva Mussolini, tra l'altro con molta sollecitudine, ad andare incontro al suo nemico principale.
tutti i numeri di EXCALIBUR
VICO SAN LUCIFERO