EXCALIBUR 118 - settembre 2020
in questo numero

Il dimenticato colonialismo svedese

Approssimazioni e dimenticanze della storia

di Gianluca Cocco
insediamento svedese lungo il fiume Delaware
Sopra: insediamento svedese lungo il fiume Delaware
Sotto: una nave della Compagnia Nuova Svezia
una nave della Compagnia Nuova Svezia
Oggi la Svezia è la patria del progressismo liberale accogliente e viene percepita e descritta come tale dai benpensanti nostrani in base a una presunta storia nazionale priva di contesti coloniali, che avrebbe favorito un multiculturalismo di stampo svedese altrettanto presunto modello di riferimento per nazioni come la nostra; che, a differenza della Svezia e degli Svedesi, dovrebbe fare un non ben precisato "mea culpa" per aver seguito (alla pari delle più grandi potenze mondiali e delle nazioni o imperi immediatamente secondari a queste) la tanto disprezzata via del colonialismo, senza il quale, comunque venga percepito questo, il mondo sarebbe ben diverso da come lo conosciamo oggi.
Ma è veramente così? La Svezia è veramente un paradiso ideologico per progressisti proprio in base all'inesistenza di un passato coloniale e quindi con totale assenza di prevaricazione razziale e magari schiavismo ai danni dei popoli africani o nativi americani?
La Svezia, alla pari di tutte le nazioni secondarie che versano sull'Atlantico (dato che il Baltico si trova a poche miglia marine ed è attraversabile dalle navi e che comunque aveva direttamente degli sbocchi sull'oceano data la presenza di una serie di enclavi europee oggi facenti parte di Norvegia e Germania), ebbe una storia coloniale ben più lunga di quella italiana e paradossalmente in aree geografiche in cui i vari governi mai riuscirono o addirittura sperarono di arrivare.
Il fenomeno del colonialismo svedese, a differenza di quello italiano, durò per secoli e interessò diverse aree geografiche del continente europeo, americano e africano.
Più precisamente dal 1638 al 1878 iniziò quella che, in confronto a grandi imperi come quello britannico, francese o spagnolo, può sembrare poco più che una parentesi, anche se tale non è definibile dato che stiamo parlando di 240 anni di avventura di conquista, schiavismo, guerre e insediamenti che mutarono la Svezia nello scacchiere internazionale da regno marginale relegato a nord a potenza coloniale.
Esattamente il 29 marzo del 1638 nasce ufficialmente la "Nya Sverige" (Nuova Svezia) situata lungo il fiume "Delaware" sulla costa est del Nord America, fu addirittura uno dei primi insediamenti europei, ma non fu l'unico, dato che si ricorda anche "Fort Christina" come centro più importante, seguito a ruota anche da altri insediamenti nell'attuale New Jersey e Pennsylvania.
Va ricordato che oltre i coloni svedesi ci fu una percentuale di coloni finlandesi (ma la Finlandia era di fatto sotto la corona di Svezia) e un piccola minoranza di coloni olandesi (sfruttando i quali le colonie svedesi nordamericane passarono in seguito sotto il Regno dei Paesi Bassi.
Dopo la famosa pace di Vestfalia la Svezia era ormai percepita come una grande potenza europea e oltre gli attuali confini nazionali si estendeva appunto nell'Ingria e in tutta l'attuale Finlandia, buona parte della Pomerania e le arcidiocesi di Brema e Verden, oltre che in Estonia, Lettonia e parte dell'attuale Russia.
A causa del clima rigido serviva l'insediamento in una serie di colonie col clima idoneo alle colture di prodotti agricoli (specie tabacco) e di pellicce, per poter aggirare i monopoli francesi e inglesi.
Venne addirittura istituita la "Compagnia della Nuova Svezia", che organizzò una serie di spedizioni esplorative nel continente e costruì Fort Nya Elfsborg nei pressi della famosa Salem.
Solo la guerra col Regno dei Paesi Bassi fermò l'espansionismo svedese in America (ai danni dei nativi, così come per tutti gli altri). Come dimenticare poi la "Costa d'oro svedese" nel golfo di Guinea in Africa occidentale, nell'attuale Ghana?
Tramite la sopracitata Compagnia della Nuova Svezia vennero costruiti sul suolo africano Fort Carlsborg, Fort Batestein, Fort Christiansborg (oggi Accra, capitale del Ghana), Fort Witsen, Fort Appollonia e Fort William, che furono avamposti militari e punti di smercio sia per approvvigionamenti coloniali che per merci d'esportazione (sì, anche schiavi per le Americhe).
Data la folta presenza militare, commerciale e coloniale svedese nella regione, venne addirittura fondata una seconda compagnia, la "Compagnia svedese per l'Africa".
Tale colonia non fu più sotto la giurisdizione svedese perché dopo una parentesi bellica sotto il dominio danese, un regno locale, "Re di Futu", riconsegnò la colonia al Regno di Svezia che ne prese il controllo riprendendo tutto il commercio (schiavi compresi) per poi riperderla nuovamente e definitivamente sempre a favore dei danesi.
Si può dimenticare che nel 1784, in cambio di alcuni favori-diritti nel porto di Goteborg, la Francia cedette alla Svezia l'isola caraibica di "Saint-Barthelemy", famosa per la coltivazione di cacao e porto franco per la negoziazione di beni anche di contrabbando?
Dopo un secolo di sfruttamento la colonia venne nuovamente ceduta alla Francia, esattamente come l'isola di Guadalupa, dove la corona svedese mosse guerra alle tribù "Caribi" e sfruttò la manodopera africana in schiavitù.
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