EXCALIBUR 129 - giugno 2021
in questo numero

Migranti, scafisti e Papi

Da quanti anni ormai parliamo delle stesse cose?

di Angelo Marongiu
incessante ricerca di un mondo migliore
Sopra: incessante ricerca di un mondo migliore
Sotto: Papa Ratzinger
<b>Papa Ratzinger</b>
Dopo un inverno triste e una primavera dall'inizio incerto, il sole e il tepore si affacciano timidamente. E come in quasi tutti i prodromi d'estate i giornali ricominciano a battere le solite notizie.
All'inizio di maggio, quindi, si leggeva: "L'ondata di migranti prevista per l'estate è iniziata con 2.085 partenze nel fine settimana". Si leggeva quindi di uno sbarco in Italia di oltre 1.400 persone e di oltre 600 intercettate dai libici e riportate indietro.
Nel frattempo la nave Sea Watch 4 (bandiera tedesca) dichiarava di avere a bordo 455 migranti e chiedeva urgentemente un porto sicuro che non poteva che essere in Italia.
Un gommone con quasi 100 persone ha bisogno di aiuto e qualcuno sicuramente lo soccorrerà: destinazione? Italia, naturalmente.
Intanto nei primi mesi del 2021 sono sbarcate in Italia 10.400 persone. Lo dice anche la signora Carlotta Sami, portavoce dell'Unhcr (Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati). Quello che naturalmente la signora non dice è che quel numero è triplicato rispetto allo scorso anno e addirittura tredici volte superiore a quello del 2019, quando ministro dell'Interno era quel cattivone di Matteo Salvini.
Intanto si legge anche che un barcone si è capovolto al largo di Zawya, in Libia, con 12 persone salvate ed 11 corpi senza vita riportati a riva. E naturalmente si leva alta la brodaglia mielosa di piagnistei di coloro che vogliono accogliere tutti a ogni costo. La medesima Carlotta Sami non ha dubbi su chi accusare: «Ancora morti nel Mediterraneo. Ancora una volta, lo ripetiamo: non si può ritardare la ripartenza di un sistema coordinato dagli Stati di ricerca e salvataggio».
Da notare due piccole cose: la signora parla di Stati ma, come sempre, l'accusa è rivolta all'Italia. L'Unhcr non ha mai chiesto lo sbarco di migranti a paesi come la Francia e la Spagna, che pure si affacciano sul Mediterraneo, ma solo (timidamente) a Malta e sempre all'Italia.
E poi parla di "ricerca" e salvataggio: secondo questa organizzazione bisognerebbe schierare navi militari, mercantili, navi Ong e altri natanti - stile Dunkerque - poco fuori dalle acque territoriali libiche, pronte ad accogliere tutti, barche, barchette e barchini, e portare i migranti nel paese di Bengodi. L'Italia.
Intanto i nuovi morti per naufragio si aggiungono agli oltre 130 del 22 aprile scorso e portano il totale a oltre 500 dall'inizio dell'anno. Lo scorso anno, nello stesso periodo, erano stati 150.
Lo so: è la solita tiritera su migranti, sbarchi, morti, denunce.
Il coro che piange è il solito: la sinistra, le Ong, le associazione caritatevoli varie, il Papa. Il cattivo è - come ogni volta - l'Italia, che poi alla fine accoglie sempre tutti.
Ma quello che volutamente si nasconde o non si mette sufficientemente in evidenza è che intanto indagini in corso tendono a dimostrare la collusione tra navi che gironzolano nel Mediterraneo con fini diciamo "umanitari" e i trafficanti pronti a mettere in mare i disgraziati quando gli appuntamenti con i "soccorritori" sono confermati.
E poi ci sono i miserabili annunci sui social nei quali si offrono questi passaggi verso l'Italia: «chiunque sia pronto, viaggi in Italia garantiti cento per cento» oppure «Salam aleikum fratelli, ci sono voli dalla Libia, Italia per la prossima settimana, chiunque sia interessato mi contatti su [...] i motori sono disponibili>».
Il costo della traversata, nella maggior parte dei casi, è di circa 5 mila dinari libici, 900 euro più o meno.
La partenza è garantita, il soccorso pure e lo sbarco in Italia non dà problemi.
Che dire? Su Excalibur gli articoli su questo argomento si sono succeduti negli anni, forse monotonamente simili. Nulla è cambiato. Allora spostiamo un poco il nostro punto di osservazione.
A ogni tragedia del mare Papa Francesco, all'Angelus domenicale o in altre occasioni, manifesta il suo dolore per la tragedia e invita all'accoglienza. Ci manca solo che gridi ancora «Vergogna!».
Del resto il suo dire è perfettamente in linea con la sua terza Enciclica "Fratelli tutti" firmata ad Assisi nell'ottobre 2020. Il ragionamento che fa Bergoglio si inserisce all'interno di una tirata nella quale ribadisce la sua ferma contrarietà al sovranismo, al neo-liberismo, alle forme esasperate del capitalismo.
E dice: «È nostro dovere rispettare il diritto di ogni essere umano di trovare un luogo dove poter soddisfare non solo i suoi bisogni primari e quelli della famiglia, ma anche realizzarsi come persona».
Quindi un "dovere" che gli occidentali hanno di garantire "un diritto all'accoglienza" assoluto, senza alcuna attenuante.
L'unica panacea ai mali economici e sociali del mondo è il solito multiculturalismo, laddove sostiene che «la vera qualità dei diversi Paesi del mondo si misura nella capacità di pensare non solo come Paese, ma come famiglia umana».
Quindi auspica una sorta di "governance globale" attraverso una riforma anche degli organismi internazionali, ma che abbatta comunque ogni identità nazionale. Le Nazioni sono come i muri: vanno abolite.
Facciamo un altro passo indietro e andiamo all'ottobre del 2012, pochi mesi prima che Benedetto XVI annunciasse la sua volontà di mettersi in un angolo.
Nella Giornata mondiale del Migrante, Ratzinger scrisse in un passaggio: «Certo, ogni Stato ha il diritto di regolare i flussi migratori e di attuare politiche dettate dalle esigenze generali del bene comune, ma sempre assicurando il rispetto della dignità di ogni persona umana. Il diritto della persona a emigrare» e cita la "Gaudium et Spes" di Giovanni Paolo II: «è iscritto tra i diritti fondamentali, con facoltà per ciascuno di stabilirsi dove crede più opportuno per una migliore realizzazione delle sue capacità e aspirazioni e dei suoi progetti».
Fin qui, tra Bergoglio, Wojtyla e Ratzinger non ci sono sostanziali differenze.
Ma Ratzinger è un pensatore intelligente che non ha paura di urtare i cosiddetti benpensanti e su questo diritto conclamato aggiunge: «Nel contesto socio-politico attuale, però, prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra».
Riprende poi le parole di Giovanni Paolo II aggiungendo: «diritto primario dell'uomo è di vivere nella propria patria: diritto che diventa effettivo se si tengono costantemente sotto controllo i fattori che spingono all'emigrazione».
Occorre cioè prevenire il loro stato di indigenza prima ancora di doverne affrontare le conseguenze, attraverso una reale cooperazione tra Paesi sviluppati e Paesi non sviluppati.
Era anche questo un discorso al IV Congresso mondiale delle migrazioni nel 1998.
Pensieri difficili, accolti naturalmente con tanti applausi, ma che poi l'egoismo imperante ha rapidamente messo da parte.
Ci vogliono risorse, certamente, ma soprattutto intelligenza per dare una risposta corretta a un fenomeno che non si vuole vedere nella sua effettiva drammaticità, dimenticando che l'abbandono del proprio paese da parte di chi fugge lo indebolisce e lo impoverisce ulteriormente in una spirale sempre più miserevole.
È certamente più facile fare i buoni e predicare accoglienza indiscriminata e auspicare lo "ius soli" come massimo guizzo di intelligenza e continuare a ignorare gli interventi "umanitari" intrisi di ipocrisia o le politiche economiche neo-colonialiste come quella della Cina in Africa. E continuare a elargire sussidi, soldi e solidarietà a governi cinici e dispotici.
Ratzinger ha appena compiuto 94 anni e la lucidità e razionalità del suo pensiero mostrano una visione del mondo costantemente in anticipo sul suo tempo.
I suoi interventi illuminano la grandezza umana e personale di un Papa costantemente sottovaluto e schernito proprio per la sua personalità schiva e lontana da ogni enfasi.
Certamente lontana dalle platee mediatiche che fanno tanto clamore, ma che, spento il suono, lasciano un silenzio senza tracce.

P.s.: nel frattempo gli sbarchi in Italia sono diventati 14.054 (28 maggio 2021, dati del Ministero dell'Interno).
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