EXCALIBUR 139 - aprile 2022
in questo numero

La guerra dei "pacifinti"

Le ipocrisie e le incongruenze delle politiche nostrane

di Alessio Dettori
Pace: si può?
Pace: si può?
Aprile 2022.
Il mondo (occidente in primis) si trova a un passo dal baratro della guerra, della crisi energetica e della carestia.
Ormai basta accendere la tv (diventata al 99% una cloaca mefitica a livello di informazione) per sentire parlare quasi esclusivamente di guerra e la teoria demenziale secondo la quale alimentare un conflitto serva a portare la pace.
Ormai i "pacifinti" (coloro che si fingono pacifisti) hanno calato la maschera e si sono finalmente mostrati per ciò che incarnano nella realtà: dei crudeli guerrafondai pronti a innescare un conflitto su scala globale pur di annichilire chi non piace a loro, oltre al fatto di non ammettere che il loro mondo, forzatamente globalizzato, si sia rivelato essere un dolce al cianuro, ma con l'aggiunta di miele per nascondere il suo vero sapore.
Stiamo assistendo a tutto e al contrario di tutto.
Fino a qualche mese fa i confini non esistevano, perché tutta l'umanità doveva prendersi per mano e cantare qualche filastrocca felice, perché eravamo tutti "cittadini del mondo", adesso invece si scopre che i confini esistono e sono pure sacri!
Si prendevano i libri di storia e si insegnava che si dovesse ridere sguaiatamente di alcune idee proposte tra gli anni '20 e '40 del secolo scorso; cose come l'autarchia, il patriottismo, la sovranità nazionale, l'autosufficienza energetica e alimentare.
Grasse risate per alcuni, certo, ma il tempo è galantuomo e sa bene quando sbattere in faccia la realtà dei fatti e far sparire il sorrisetto ebete dai volti dei soloni da salotto televisivo.
E infatti la realtà ci sta confermando che un mondo basato sulla dipendenza da altri stati (per quanto riguarda materie prime, gas, petrolio e persino il grano), quando si potrebbe essere in buona parte indipendenti sfruttando in maniera intelligente quanto si ha in casa propria, si sia rivelata una lama a doppio taglio dinnanzi alle prime avversità.
Politiche demenziali che hanno portato paesi come l'Italia a essere sempre meno autonoma e indipendente, con vincoli e quote da rispettare pur di rientrare nei parametri folli decisi dal carrozzone chiamato Unione Europea.
Politiche accettate supinamente da chi ha governato l'Italia negli ultimi 70 anni e che oggi pretende che a pagarne le conseguenze siano quegli stessi cittadini che non hanno quasi mai avuto voce in capitolo su queste politiche.
Ed ecco quindi l'arrivo dei pacifinti di cui parlavo all'inizio, coloro che parlano di pace, ma inviando armi a una nazione che non è nemmeno alleata. Gli stessi pacifinti che hanno fatto orecchie da mercante alle urla di aiuto dei civili che soffrono da anni in altre parti del mondo grazie all'esportazione di "democrazia" da parte di un occidente con le mani grondanti di sangue innocente.
Gli stessi pacifinti che ora dicono «l'aumento delle spese militari serve a renderci più sicuri», peccato che questi miliardi di euro vengano spesi in un momento in cui i cittadini rischiano seriamente di restare senza cibo, senza lavoro e senza futuro e non "con il condizionatore acceso", come ha detto in tono arrogante un personaggio mai eletto dal popolo, pronto a chiudere i rubinetti del gas russo da un momento all'altro, rischiando di condannare al fallimento un intero continente, pur di compiacere e ricevere una carezza in testa dal padrone che gli ha dato una poltrona.
Il modo per raddrizzare la situazione ed evitare il disastro è noto a chiunque usi il cervello.
Basterebbe aumentare la produzione di grano e altri prodotti in casa propria, riattivare le centrali a carbone e le piattaforme per l'estrazione del gas, senza contare tutte le altre fonti di energia che non vengono prese in considerazione per deliberato menefreghismo da una classe dirigente completamente assoggettata ai desideri di chi li comanda, pronta a sacrificare le vite dei propri cittadini con una guerra che si potrebbe evitare.
Se veramente lo si volesse, si potrebbe arrivare alla pace in Ucraina in pochi giorni.
Ma ai pacifinti tutto questo non importa e mentre i popoli continuano a dire in maniera convinta «no alla guerra», nonostante un'imponente e massiccia campagna mediatica per spingerli ad accettare di restare in mutande, al freddo e senza cibo pur di fare la guerra al "nemico assoluto" designato dai media, ebbene essi continuano ad andare imperterriti dritti sulla strada del disastro, non comprendendo che se veramente riusciranno a distruggere tutto, pur di comandare su un mondo ridotto a un cumulo di macerie, si ritroveranno a mangiare la cenere che le loro gesta sconsiderate avranno prodotto.
C'è ancora più di una possibilità per scongiurare tutto ciò, ma spetterà agli uomini liberi e pensanti fermare questi criminali guerrafondai.
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