Excalibur verde

Guerra in Ucraina: Nato o non Nato?

L'insostenibile leggerezza italica su un problema serio

di Angelo Abis
Cui prodest?
Cui prodest?
La guerra in Ucraina ha suscitato un dibattito surreale sul ruolo della Nato e sull' alleanza con gli Usa.
Prevale l'assunto che la Nato giovi più agli interessi americani che all'Italia. Il tutto con uno stravolgimento della storia dettato più dall'ignoranza che dalla malafede.
Ma partiamo dalla storia: nel luglio del '48 iniziarono a Washington le trattative tra Usa, Canada, Inghilterra, Francia, Belgio, Olanda e Lussemburgo per costituire un'alleanza militare che agisse da freno alle mire espansionistiche dell'Unione Sovietica.
Mancava l'Italia, perché? A ridosso delle elezioni del 18 aprile 1948, il primo ministro inglese Bevin ritenne opportuno associare anche l'Italia alla costituenda Unione Occidentale Europea (U.E.O.).
Gli Americani chiesero a De Gasperi un'adesione, supportandola con l'offerta di una fornitura di armi. De Gasperi oppose un secco rifiuto a entrambe le offerte. Gli Americani se la legarono al dito, tanto che Truman depennò personalmente il nome del ministro degli esteri Sforza dalla lista dei ministri da invitare al negoziato Nato.
L'Italia in un primo momento snobbò il negoziato, pensando che gli alleati morissero dalla voglia di avere l'Italia dalla loro parte. Di parere opposto erano invece i nostri ambasciatori a Washington, Londra e Parigi, i quali invitavano il governo a muoversi, poiché gli alleati non avevano nessuna intenzione di trovarsi l'Italia tra i piedi.
Per farla breve la cosa si risolse con un documento col quale l'Italia chiedeva di partecipare alla trattativa. Ma ciò non mutò l'ostilità degli Usa.
Ma, a sorpresa, il caso Italia si risolse grazie all'intervento della Francia, che vedeva l'Italia come un aiuto alla copertura militare del territorio algerino.
Controvoglia Truman dovette piegarsi all'imposizione francese. Si decise, dunque, di far partecipare l'Italia all'iniziativa, ma solo a trattato concluso. I vantaggi dell'adesione all'Alleanza furono, oltre alla garanzia militare nel caso di un'aggressione e a tutta una serie di aiuti finanziari e di armamenti, la decadenza di fatto di tutte quelle clausole del trattato di pace che limitavano l'azione del governo soprattutto nel campo della difesa.
Ma il fatto più rilevante fu che l'Italia usciva dallo status di nazione sconfitta molto prima dei suoi ex alleati e cioè la Germania e il Giappone. La nostra alleanza con gli Usa dura ormai da 73 anni.
I detrattori spiegano questa lunga durata con lo strapotere americano. Ma non è questo il problema: è ovvio che ognuno conta per il potenziale militare che rappresenta. Il problema è come stare dentro l'organizzazione facendo valere il proprio interesse nazionale e i propri diritti.
Forse l'esempio della Turchia potrebbe insegnarci qualcosa.