EXCALIBUR 146 - novembre 2022
in questo numero

Fotografie in bianco e nero

È sempre il paese dei luoghi comuni

di Giovanni Ferrari
la pallavolista <b>Paola Egonu</b>
La pallavolista Paola Egonu
Qualche giorno fa le cronache, non solo sportive, si sono occupate del caso della pallavolista Paola Egonu. La ragazza, al termine di un incontro della nazionale, sfogandosi con un dirigente lamentava apprezzamenti razzisti nei suoi confronti, affermando che qualcuno le avrebbe addirittura chiesto «perché sei Italiana?».
Non vi ho detto che la Egonu è una giovane campionessa di pallavolo con la pelle scura, ma Italiana a tutti gli effetti, tanto che alle ultime Olimpiadi era stata nostra portabandiera.
Le tristi lamentele della Egonu hanno scatenato la macchina dei soccorsi, soccorsi rossi, tutti a condannare il razzismo di italica matrice. Enrico Letta, uno dei più attivi (è giusto ricordare anche la Boldrini, Michela Murgia, Roberto Saviano e tutta una pletora di "veri democratici"), si è stracciato le vesti, condannando l'episodio senza sé e senza ma, senza conoscere i fatti e senza conoscere la Egonu, infatti la chiamava Enogu (sigh). La diretta interessata, come detto giovanissima (è poco più che ventenne), resasi conto del clamore dei soccorsi, peraltro non richiesti, ha da parte sua ridimensionato l'accaduto, giustificando il suo sfogo con lo stress e la stanchezza dovuti alla partita appena giocata. E i soccorsi? Hanno per un po' continuato a gridare al razzismo - tipico - il razzismo di certi italiani (di destra aggiungo io, loro lo pensano ma non lo dicono esplicitamente), per poi tornare nell'ombra a guardia dei valori democratici.
Qualcuno ha richiamato l'antifascismo e il valore della resistenza (suggerisco di organizzare una bella manifestazione antifascista per protestare contro il caldo anomalo e la siccità di questo 2022). Il razzismo e l'antirazzismo lasciamolo a chi lo ha vissuto sulla propria pelle e ancora ne avverte i sintomi (gli Usa per esempio), noi non abbiamo mai avuto la schiavitù dal tempo dell'Impero Romano, ma anche in quel caso lo schiavo poteva "emanciparsi" e assumere la denominazione di liberto (non a caso Roma ha esportato il diritto in tutto il mondo allora conosciuto, sottomettendo i barbari più con la forza delle leggi che con quella della spada). Non che da noi non ci siano razzisti, una percentuale di idioti è fisiologica in ogni società civile che si rispetti, ma non abbiamo il germe della "diversofobia". Negli stadi italiani quando si fischiava Balottelli lo si faceva per i suoi atteggiamenti idioti, per il suo razzismo all'incontrario e non perché nero.
Per tornare ai soccorsi rossi antirazzisti, mi ricordano quelli che Sciascia definiva i professionisti dell'antimafia: gli stessi che in vita attaccavano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, salvo poi organizzare cortei e manifestazioni dopo le loro morti (molti magistrati che nei loro uffici ostentano compiaciuti le foto di Paolo e Giovanni sono gli stessi che ne ostacolarono l'elezione a capo del Csm o della Direzione Nazionale Antimafia).
Miserie che si ripetono solo nel nostro Paese, con la memoria troppo corta.
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