EXCALIBUR 147 - dicembre 2022
in questo numero

L'ideologia che sconfigge la realtà

Quando le parole non sono frutto del pensiero

di Angelo Marongiu
nuovi orizzonti
Sopra: nuovi orizzonti
Sotto: l'isola felice e Rudyard Kipling
l'isola felice e <b>Rudyard Kipling</b>
Si è presentata una nuova candidatura alla segreteria del Partito Democratico, quella di Elly Schlein.
È un fatto che non riveste un particolare interesse per il sottoscritto: le dinamiche interne dei partiti, tra sponsorizzazioni palesi e occulte, tra proposte di rinnovamento (anche nel nome) riciclando però vecchie facce (si sono rivisti anche Prodi e Bersani) e cambiamenti epocali promessi e mai realizzati, ormai lasciano il tempo che trovano.
Di questo episodio - la nuova candidatura - mi ha colpito l'ovvietà e la ripetitività degli slogan. Elly Schlein ha affermato che vuole scrivere una "storia nuova" nella sinistra italiana. Bellissima frase che nessuno di lei aveva mai pronunciato. Poi si accompagna a Prodi, Franceschini, Letta, Zingaretti, Boldrini e conta di riportare all'interno del partito anche Bersani e D'Alema: di certo un corteo di facce nuove che la accompagneranno fino al 19 febbraio 2023.
Nel suo primo discorso da neo candidata la Schlein ha elencato le priorità della sua futura agenda politica; tra le solite banalità che non possono certo mancare (giovani, Sud, povertà, diseguaglianze, inclusione, donne e via discorrendo) ne ha rimarcato una: le energie alternative.
E qui mi soffermo un attimo.
Quello delle energie alternative è un mantra stucchevole e ripetitivo, banale, ipersfruttato, enunciato in ogni occasione: non perché il problema non sia importante, ma se ne parla la maggior parte delle volte senza un filo di pensiero logico che le supporti.
Cosa sono le energie alternative? Per definizione dovrebbero essere fonti di energia differenti da quella ottenuta con l'utilizzo dei tradizionali combustibili fossili. Se sono alternative dovrebbero sostituire in toto quelle fossili. O queste o quelle.
Sempre per definizione scolastica le fonti energetiche alternative sono:
- energia nucleare,
- energia idroelettrica,
- energia geotermica,
- energia da biomasse o biogas,
- energia marina (da moto ondoso o maree),
- energia eolica,
- energia solare (termica o fotovoltaica).
Di queste fattispecie alcune sono ormai sfruttate al massimo (idroelettrica e geotermica), alcune sono di apporto minimo (biomasse e biogas), altre sono puri esperimenti teorici (marina).
Tra quelle rimaste c'è l'energia nucleare, ma non credo che la Schlein si riferisse a questo tipo di energia: per certe figure nominare il nucleare è come disegnare un fungo atomico sulla nostra testa.
Restano quindi le due fonti per eccellenza, quelle delle quali ci si riempie la bocca e gli occhi quando si parla di energia alternativa: eolica e solare.
E ci si immagina immersi in distese accarezzate dal vento e riscaldate da un tepido sole.
Peccato che la realtà sia ben diversa. E che dietro quelle immagini ci sia un vuoto di pensiero.
È anche comprensibile che - di fronte allo shock energetico che stiamo attraversando - si parli di altre fonti di energia, visto l'attuale costo dell'elettricità e del gas.
Ma bisogna evitare la disinformazione e la conseguente confusione.
Si tende ad attribuire il rincaro di queste tariffe alla guerra in Ucraina, alle sanzioni occidentali (comunque blande e inutili) contro il petrolio russo e alle ritorsioni di Vladimir Putin che ha tagliato le forniture di gas: la crisi energetica però è cominciata ben prima del 24 febbraio.
Una delle cause contingenti dell'aumento del prezzo del gas - e siamo nel 2021 - fu il crollo della produzione di energia eolica nel mare del Nord, che spinse a una maggior richiesta di gas e petrolio. La causa? Semplice e banale mancanza di vento.
Questo dovrebbe essere un richiamo alla realtà e far comprendere ai signori idealisti quali sono i limiti di una delle cosiddette fonti alternative di energia.
Spostiamoci un attimo in California, stato all'avanguardia su eolico e solare. Il governatore democratico Gavin Newson - che ha deciso il passaggio alle sole auto elettriche dal 2035 mettendo al bando la vendita di quelle a benzina e diesel - ha stabilito di prolungare la vita della centrale nucleare Diablo Canyon, destinata alla chiusura dal 2022. Il motivo: poco vento per l'eolico e scarsa irradiazione per il solare.
Basterebbero questi due semplici esempi per rendere chiaro che le energie alternative non sono alternative per niente. Possono al massimo affiancare le altre fonti di energia, quelle da combustibili fossili e quelle nucleari.
Un altro motivo che fa inorgoglire i fautori delle energie alternative, oltre che la loro insita rinnovabilità, è quella delle "zero emissioni".
Ritorniamo in California. È uno stato che ha la maggior densità di auto elettriche, auto che non hanno un tubo di scappamento e quindi non emettono gas di scarico. Ma quando le loro batterie devono essere ricaricate attingono elettricità che proviene da una centrale (atomica o a carbone): abbiamo spostato l'inquinamento da un'altra parte, non lo abbiamo certo eliminato. Il fumo non esce dall'auto ma dalla ciminiera di una centrale.
Chi ha inquadrato correttamente il problema sostiene che un grande parco di pale eoliche o di pannelli fotovoltaici ha necessità al suo fianco di una centrale elettrica tradizionale che intervenga immediatamente quando necessario.
La sciagurata decisione del Parlamento e del Consiglio Europeo che hanno decretato il bando delle auto endotermiche a partire dal 2035 si muove in una direzione equivoca, sia dal punto di vista ambientale che dal punto di vista prettamente geo-politico.
Il primo punto è quello delle "zero emissioni": le energie rinnovabili non sono così pulite come si è portati a credere.
Una pala eolica ha tra i suoi componenti legno di balsa, resine, plastica, fibra di vetro e di carbonio: sono tutti materiali che garantiscono una grande resistenza e prestazioni di alto livello. Purtroppo sono anche difficili da smaltire. E ricordiamo che ci vuole il vento e non abbiamo minimamente parlato di paesaggio.
Per quanto riguarda i pannelli solari anch'essi hanno un loro coefficiente di inquinamento. Le più performanti celle solari in termini di efficienza utilizzano un materiale chiamato perovskite (titanato di calcio): le celle rilasciano nell'ambiente il piombo che è di facile assorbimento da parte delle piante. La quantità di piombo utilizzata nella pellicola è minima, ma questo comunque dimostra che "zero emissioni" non esiste.
L'auto elettrica verso la quale la nostra amata Europa ci sta spingendo, per essere prodotta richiede rame, litio, nichel, cobalto.
Questi materiali sono elaborati per circa l'80% dalla Cina e sono utilizzati nelle batterie e altri componenti dell'auto, così come nei sistemi e meccanismi di utilizzo dei pannelli fotovoltaici e nelle pale eoliche.
Le miniere di questi metalli o minerali si trovano in tutto il mondo, con una particolare concentrazione in Sudamerica. Ma è la Cina che ha concentrato sul proprio territorio la lavorazione di questi elementi fino a trasformarsi - con lucida lungimiranza - in un semi-monopolio mondiale.
La politica economica cinese agisce con fini ben precisi: nel campo dei pannelli solari le aziende cinesi sono state finanziate dai sussidi pubblici di Pechino, hanno praticato esportazioni sottocosto e hanno fatto fallire gran parte dei concorrenti occidentali.
Ci stiamo liberando dallo strangolamento del gas russo e ci stiamo impiccando con un altro partner certo non più affidabile.
Per quanto riguarda il nucleare, il fronte contrario si sta lentamente sgretolando di fronte alle attuali difficoltà e alle non rosee prospettive future, almeno in termini di dipendenza. Oltre alla già nominata California, patria degli ambientalisti, anche il Giappone e la Germania hanno riaperto il dibattito e programmato ripensamenti clamorosi.
In Giappone, fino allo tsunami che nel 2011 provocò l'incidente nella centrale di Fukushima, il nucleare forniva un terzo dell'elettricità consumata. L'incidente provocò un morto e 18 feriti, che una valutazione molto elastica e controversa (conteggiarono anche gli infarti, gli annegamenti, incidenti d'auto, suicidi e altro) elevò fino a 570 vittime. Ma tanto bastò a portare l'opinione pubblica verso l'addio al nucleare.
Il cambiamento di scenario e l'accresciuta dipendenza da altre nazioni per carbone, gas naturale e petrolio ha spinto il premier Fumio Kishida ad annunciare la riapertura delle centrali inattive e la costruzione di una nuova generazione di reattori. Saranno quindi 33 le centrali nucleari destinate a produrre elettricità.
In Germania la battaglia sul nucleare ha nettamente spaccato il governo, la cui maggioranza è formata da socialdemocratici, verdi e liberali.
Intanto sono state riaperte le centrali a carbone con gli immaginabili effetti sull'ambiente. Il cancelliere Olaf Scholz, spalleggiato dai liberali, ha cancellato la decisione di Angela Merkel e ha deciso di mantenere in esercizio due centrali nucleari.
La penuria di gas russo ha rimesso in discussione tante certezze: ma attenzione, l'antinucleare è un dogma, non una scienza. L'obiezione delle scorie - peraltro da applicare anche alle batterie delle auto elettriche - sta venendo meno anche in relazione alla nuova tecnologia di seppellimento sulla quale sta lavorando la Finlandia (un deposito di rifiuti radioattivi a 450 metri di profondità, lungo oltre 30 chilometri, per oltre 75 mila mc di materiale).
Sarebbe opportuno che ci si liberasse dalle molte ipocrisie. Una delle più difficili da svellere è quella dell'ambientalismo radicale che nasconde egoismi e interessi locali. Sono in molti a ritenere le energie rinnovabili una meraviglia, a condizione che non siano a casa loro.
Solo in Italia ci sono centinaia di progetti di energie rinnovabili bloccati da resistenze di tipo ambientalistico: guai se una pala eolica appare nel loro orizzonte.
Ci sono altri campi ancora da esplorare. L'energia atomica da fusione nucleare, nella quale non si corre il rischio di incidenti legati alla perdita di controllo della reazione, è un sogno che la scienza insegue fin dagli anni Cinquanta, ma una svolta sembra vicina. Fa testo l'annuncio di questi giorni di passi avanti negli esperimenti condotti negli Stati Uniti.
Il mondo non si dividerebbe più tra chi ha accesso a risorse rare: l'acqua pesante ce l'hanno tutti, le centrali sarebbero piccole e l'elettricità arriverebbe ovunque.
Un altro settore in ebollizione è quello dell'idrogeno (ho appena riletto un vecchio libro del 2002 di Jeremy Rifkin, "Economia all'idrogeno"): l'elettricità prodotta con l'uso dell'idrogeno rivoluzionerebbe il mondo e consentirebbe la redistribuzione del potere sulla terra. Per questo motivo l'Unione Europea lo ha inserito tra le fonti rinnovabili per una transizione verso la sostenibilità.
Comunque, al di là dei proclami della Schlein, consoliamoci: la nostra capacità di adattamento, la nostra flessibilità, il nostro spirito innovativo ci faranno uscire anche da questo tunnel oscuro.
Ma, nei nostri sogni, ricordiamoci almeno una strofa della meravigliosa poesia di Rudyard Kipling, "If" (Se):
Se riuscirai a sognare, senza fare del sogno il tuo padrone [...],
Tua sarà la terra e tutto ciò che è in essa
E - quel che più conta - sarai un Uomo, figlio mio!

Quindi sogniamo pure, ma con i piedi ben piantati nella realtà.
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VICO SAN LUCIFERO