EXCALIBUR 11 - giugno/luglio 1999
in questo numero

Il ritorno degli anni di piombo

Esiste la reale volontà delle istituzioni di fermare questo "nuovo-vecchio" fenomeno o dopo l'omicidio D'Antona dobbiamo aspettarci qualcosa di più grave?

di Andrea Curreli
Le Brigate Rosse tornano a colpire il bersaglio grosso: fuoco di paglia o qualcosa di più?
Quando questo articolo uscirà probabilmente i responsabili dell'omicidio di D'Antona saranno già finiti nelle patrie galere lasciando mille interrogativi all'opinione pubblica.
Le colpe di questa continua ondata di violenza sono da ricercare nella politica finora perseguita dai governi di centrosinistra Prodi prima e D'Alema poi. Una politica incapace prima di tutto di sanare le piaghe sociali, che, si sa, sono l'humus fertile su cui attecchiscono le forze ribelli e rivoluzionarie, e in secondo luogo, stavolta con maggiori responsabilità, di impedire attraverso i sistemi militari e polizieschi che i fenomeni terroristici si riaffermassero. È rinata in Italia quella sorta di comunanza e simpatia ideologica secondo la quale questi nuovi ragazzi armati di ribellismo e molotov apparivano solamente, come si diceva negli anni settanta, come "compagni che sbagliavano".
Non c'è stata, nei confronti dell'estrema sinistra e dell'anarchia italiana, nessuna forma di prevenzione, nessuna legge che impedisse le loro manifestazioni, nessun magistrato che si occupasse seriamente delle loro ripetute azioni violente, nessun politico della maggioranza parlamentare pronto a reprimere questi fenomeni.
Ecco i figli di questo parlamento: Italiani fuori dal sistema giuridico italiano, violenti esecutori della loro vecchia ideologia tutelata da padri in giacca e cravatta. E i figliastri? Quattro anni fa i naziskin, come li chiamavano i mass media, si sono visti aggiornare la già antidemocratica legge Scelba con la nuova legge Mancino, senza aver fatto niente di tutto quello che è stato permesso a questa sinistra. La gente si spaventava davanti a quattro saluti romani e parlava di presunti golpe o di perdita della democrazia, oggi assiste attonita a un rappresentante parlamentare ucciso barbaramente a pochi passi da casa sua.
Carlo Nordio su "Il Tempo" di Roma ha dichiarato che «i nuovi terroristi non possono essere i figli legittimi dei terroristi degli anni di piombo» e ancora «sono mancati i cattivi maestri», inutile dire che non mi trovo per niente d'accordo. Infatti queste nuove B.R. non solo rivendicano a pieno titolo nei loro programmi l'eredità storica delle B.R. "storiche" ma le seguono fedelmente anche nei metodi e nella strategia della guerriglia, il che significa che qualche reduce lì in mezzo deve pur esserci. Il filo diretto poi tra quelle B.R. e le nuove è evidente, i "cattivi maestri" (mi scuserà se gli rubo il termine) sono tutti o quasi in giro grazie alle concessioni delle patrie corti giudiziarie (mai come in questo caso considerati figli i terroristi rossi, e figliastri o bastardi quelli neri), vedi Curcio, Braghetti, Moretti, Gallinari, ecc., senza contare tutti coloro che nella complicità di molti e nel disinteresse dei magistrati hanno vissuto e tuttora restano nella clandestinità.
Abbiamo visto nel giro di pochi mesi crescere senza pausa gli atti di intimidazione, la violenza urbana e poi scudi e manganelli fino agli attuali bossoli per terra davanti a un cadavere. Il servizio segreto nazionale l'aveva annunciato ma nessuno gli ha creduto o meglio ci ha voluto credere.
La strategia governativa del compagno che sbaglia è sempre la solita: tollerare e perdonare perché la forza pubblica non ha mai risolto niente. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: di D'Alema la strategia tollerante, di D'Antona il risultato eclatante. E stanno ancora cercando i responsabili di Acca Larentia. Complimenti!!!
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