EXCALIBUR 16 - febbraio 2000
in questo numero

Lettere e opinioni

Lo spazio dei lettori

della Redazione
Le foibe all'Università.
Comunico con gran piacere al direttivo e a tutti i collaboratori dell'Associazione culturale "Vico San Lucifero" la bella notizia che il giovane sardo Carlo Pia di San Gavino Monreale, il giorno 15 novembre 1999, alla Facoltà di Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Cagliari, ha discusso brillantemente la sua tesi di laurea "Le foibe: ripensare una tragedia rimossa", relatore il prof. Carlo Felice Casula e controrelatore il prof. Domenico Selis.
Interpellato dai professori della commissione, Pia ha ottenuto il massimo dei voti e la lode con le evidenti congratulazioni di parenti e amici presenti. L'accurato lavoro di ricerca del materiale cui attingere è durato un anno intero, sostenuto da esuli fiumani, istriani e dalmati, nonché da persone residenti in Sardegna provate dal genocidio delle foibe.
Il tema delle foibe e dei poveri martiri dimenticati, inghiottiti nelle voragini della bella Istria, con il solo scopo di ripulirla dagli Italiani e slavizzarla, fu affrontato con coraggiosa determinazione dalla vostra Associazione, che portò a onorarli con la posa di una lapide commemorativa al Cimitero di San Michele.
Alla cerimonia del 25 aprile ci fu la massiccia partecipazione degli esuli istriani, giuliani e dalmati e il supporto dei vostri associati. Il sindaco partecipò in tono minore, senza la fascia tricolore, pur esternando in toni vibranti la sua comprensione. Noi esuli fummo contenti anche se conservammo dentro di noi la speranza che una via, una strada cittadina venisse intitolata a questi morti dimeticati senza cristiana sepoltura.
Ogni genocidio purtroppo fa storia dolorosa e sanguinosa e il globo terracqueo ne è pieno: il nostro la fece in tono minore poiché fummo sparpagliati per le strade del mondo e non si poteva e non si doveva parlare per non guastare i rapporti dei due paesi confinanti. E andammo esuli per il mondo diventando così cosmopoliti; non imbracciammo kalashnikov, né mettemmo bombe al plastico, ma adoperammo il cervello, le mani e le braccia per onorare il nome d'Italia in patria e nel mondo.

Anita Tanda Bissaro

(Stralci della tesi di Carlo Pia verranno pubblicati nel prossimo numero, n.d.r.).
Lettera sull'omosessualità.
«Con una grande mobilitazione spumeggiante e colorata, spettacolare e allegra, gli omosessuali intendono celebrare a Roma la Giornata Mondiale del loro orgoglio e dei loro diritti». Così iniziava, qualche giorno fa, il telegiornale della Rai, intervistando inoltre il Signor Grillini, fondatore e capo del gruppo di difesa e di orgoglio omosessuale Arcigay. Forse il tutto fatto per difendere una minoranza che subisce le violenze o i soprusi di tanti bacchettoni o cattolici intolleranti? No, nulla di tutto questo, solo per difendere, con l'aiuto di questo governo, una vergogna, un intollerabile insulto alla cristianità della nostra Nazione.
È ora di aprire la mente ai tanti uomini e donne di centro che votano a sinistra solo perché forse è più "solidarista" della destra, dimenticando che questa sinistra e soprattutto questo governo in varie occasioni hanno dimostrato di essere più vicini agli omosessuali che alle famiglie, che subiscono gli sberleffi e le angherie di un potere che non ha mai favorito la natalità e il loro valore intrinseco.
Per non parlare dei valori diseducativi della televisione, basti vedere quella specie di "uomo-donna" spesso nel programma di Costanzo, ma ancora interviste e programmi dove l'orgoglio di Aldo Busi si scontra con la mia tollerabilità, tutto mischiato con un po' di buona trasgressione a tutto e tutti.
Forse non ci accorgiamo che l'orgoglio omosessuale nasce dalla necessità di sovvertire, rivoluzionare per provocazione un valore secolare della tradizione europea e mondiale. Con che diritto il Sindaco di Roma, Rutelli, presentando alla Santa Sede il programma degli eventi civili, ha dimenticato la parola "gay" nel presentare la manifestazione "World Pride Gay" per luglio: forse perché anche lui si rendeva conto che era una forzatura? Fatto sta che Rutelli e D'Alema la domenica vanno in Chiesa e il lunedì preparano le mobilitazioni per gli omosessuali, la conferma di come sia attiva la ricerca di voti da parte di questa sinistra.

Simone Spiga
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