Excalibur rosso
SPECIALE
Sardi a Salò: Ennio Porrino

Il "Goffredo Mameli" della Repubblica Sociale Italiana

Ennio Porrino
Ennio Porrino nasce a Cagliari il 20 gennaio 1910.
Studente universitario, è collaboratore della rivista del G.U.F. cagliaritano "Sud-Est". Partecipa, in quanto musicista, ai "littoriali" e, nel 1935 a Roma, viene proclamato "littore" per la musica. Nel 1936, a soli 26 anni, ottiene, al teatro "Costanzi" di Roma, uno strepitoso successo col poema sinfonico "Sardegna". Altre sue importanti composizioni ispirate alla Sardegna sono: "Traccas" del 1931, "Le tre canzoni italiane" del 1939, "I nuraghi" del 1952 e infine, a coronamento della sua vita, la grande opera lirica "I Shardana" del 1959.
Non solo compositore, ma anche direttore d'orchestra e insegnante, membro delle principali accademie musicali italiane, apprezzato non solo nei grandi teatri italiani, ma anche all'estero.
Mussolini, che di musica un po' se ne intendeva, soleva dire: «I giovani musicisti Petrassi e Porrino mi sono nel cuore».
Fascista convinto, anche se a modo suo e con spirito critico, Porrino, dopo l'8 settembre, è con la Repubblica di Salò. A Venezia, ove si trasferisce per insegnare presso il conservatorio musicale "Benedetto Marcello", trovano collocazione quelle poche attrezzature di Cinecittà scampate, dopo il 25 luglio e l'8 settembre, alle razzie degli "indigeni" e dei Tedeschi. Porrino partecipa alla produzione dei films editi a Salò, curando i commenti musicali di otto pellicole.
Nel luglio del 1944, al teatro della Scala di Milano, dirige una propria opera-balletto, "Canti di stagione", mentre nel febbraio del 1945, nell'ambito della stagione sinfonica, sempre alla Scala di Milano, viene rappresentato un altro suo balletto, "Mondo tondo".
Porrino collabora anche alla stampa repubblicana: è critico musicale del settimanale "L'Ora", diretto da Alberto Giovannini, mentre nella rivista "Film" tiene la rubrica "Colonna sonora". Pubblica anche, il 13 maggio del 1944, nella più prestigiosa rivista culturale di Salò, "Italia e Civiltà", un articolo dal significativo titolo "Agli intellettuali e ai politici".