EXCALIBUR 23 - dic. 2000 / gen. 2001
in questo numero

Regione: un 2000 di luci e ombre

Un anno di centrodestra alla Regione: molti i treni perduti e gli obiettivi mancati, non resta che sperare nel futuro

di Isabella Luconi
Le altre Amministrazioni regionali subirono la "peste suina", questa la "lingua blu": quelli erano "maiali", questi "pecore"... Ogni riferimento al Consiglio Regionale della Sardegna è puramente casuale... ma il paragone "animalesco" è troppo calzante per non indurre in tentazione.
La caratteristica principale dei suini è la sporcizia e, in tanti anni di malgoverno, il centrosinistra e la sinistra ne hanno prodotta molta, riducendo questa terra meravigliosa e questo popolo fiero e coraggioso a una moltitudine indistinta e schiava di un padrone che con una abile e strumentale politica assistenziale ne ha inficiato alla base la capacità di autogestirsi. Ci vuole ben altro che un gregge di pecore per ottenere cambiamenti radicali, per ridare fiducia al popolo sardo, soprattutto quando, mascherati da pecore, pascolano, facendo finta di essere innocui, i maiali di ieri. Gli stessi nomi, gli stessi volti, lo stesso modo di governare, e il Centrodestra ha già perso la sua battaglia ancor prima di incominciare, l'ha persa scegliendo i suoi uomini, i suoi assessori, il suo presidente.
Basta citare ad esempio l'Assessorato Igiene e Sanità: come si può chiedere un segnale forte di cambiamento quando l'Assessore prescelto è lo stesso uomo che governava dieci anni fa? E tutti conosciamo in quali condizioni è ridotta la sanità: quanti Sardi sono costretti a farsi curare in altre Regioni perché in Sardegna mancano talvolta anche i servizi di base? Quanti validi medici hanno dovuto scegliere di esercitare la professione al di fuori dell'Isola? Scelta a volte sofferta, ma necessaria quando per onestà di carattere e professionalità non si vuole diventare gregari di quella baronia medica che governa la sanità, gestisce le cattedre, i concorsi e i posti di lavoro. Avremmo voluto vedere un segnale forte di cambiamento, abbiamo invece solo assistito ai litigi per le nomine dei direttori delle A.S.L..
E che dire dell'Assessorato all'Ambiente? Questa volta un nome nuovo, è vero. Ha ereditato un assessorato difficile, non governabile con parole vuote e strategie politiche, ma con fatti, iniziative, soluzioni. Il centro sinistra è stato in grado di produrre solo Enti inutili, dove sistemare i suoi uomini più fedeli. L'Assessore poteva distruggere politicamente l'avversario oggi all'opposizione, dimostrando ai Sardi che tutti i problemi relativi all'ambiente che oggi dobbiamo risolvere derivano dal malgoverno passato... e invece lo abbiamo sentito difenderli incolpando la siccità e non la loro incapacità. E in quanto ai fatti, alle iniziative, alle soluzioni... mah? aspettiamo di vedere che cosa succederà... per ora l'assessorato... fa acqua da tutte le parti!
Ma la ciliegina sulla torta è stata l'iniziativa dell'Assessorato alla Programmazione, Bilancio e Assetto del Territorio. Iniziativa che nulla ha da invidiare alle demagogiche iniziative della sinistra: un computer per tutte le famiglie. Bingo! Cosa c'è di meglio per ottenere simpatie e consensi? Peccato che si siano dimenticati (?), fra i requisiti per accedere ai benefici della legge, che consistono in un buono acquisto da 1.000.000, il reddito, così che nella graduatoria risulta averne diritto sia il poveretto che senza il contributo della Regione non potrà mai acquistare il computer, ma anche il ricco che forse ne ha già in casa uno o due. Dai commenti dei cittadini che in ogni Comune fanno capannello davanti alle graduatorie esposte, per vedere se la loro domanda è stata accolta, l'Assessorato alla Programmazione non ci fa una bella figura (ma poi, «che ci azzecca questo Assessorato?», direbbe il buon Di Pietro). Elevatissimo, invece, l'indice di gradimento presso i rivenditori di computer.
E l'Assessore al Personale che fa? Mi chiedo se vi è la consapevolezza dell'importanza strategica di questo Assessorato. Gli equilibri che in anni di governo di Centrosinistra si sono creati fra i funzionari scelti per fedeltà e non per capacità, sono delicatissimi. Di fatto sono loro che gestiscono il potere, sono in grado di accelerare e boicottare qualsiasi progetto e qualsiasi iniziativa; infatti difficilmente un politico è in grado di conoscere dal punto di vista tecnico le difficoltà che spesso i funzionari adducono per "non fare". La vera rivoluzione deve iniziare da qui. Ma per farlo ci vuole coraggio, capacità di mediazione, obiettivi precisi da raggiungere, onestà nel riconoscere meriti e professionalità, pugno di ferro con gli incapaci... tutte doti e qualità non certo appannaggio delle pecore!
Il migliore rimane però l'Assessore alla Pubblica Istruzione, il quale dopo aver letto la proposta avanzata da A.N. sulla costituzione di una commissione che verifichi l'obiettività dei libri di testo scolastici (vedi proposta Storace) fa dire alla stampa che... gli è venuto il mal di pancia! Potremo suggerire una purga... ma sarebbe troppo di "mussoliniana memoria"!
Si potrebbe continuare, ancora e ancora, riempiendo altre e numerose pagine, distruggendo con una analisi spietata questo Centrodestra, ma non è questo quello che si vorrebbe fare. Altro è il desiderio, altre le aspettative per una terra e i suoi problemi che la maggioranza dei Sardi ha identificato come conseguenza di decenni di malgoverno del Centrosinistra. Altra la speranza di tutti quelli che hanno votato per un cambiamento, e allora viene spontaneo un appello, non al Centrodestra ma alla Destra, affinché abbia la capacità di dimostrare ai Sardi quello che vale, non per il numero delle poltrone che riesce a ottenere, ma per la forza delle sue idee, quelle stesse idee, quegli stessi programmi che stanno caratterizzando la Destra in Europa.
La fedeltà agli alleati è un valore forte e va rispettato, vista tra l'altro la tradizione italiana non proprio ortodossa, ma quando le scelte degli alleati non possono essere condivise; quando le parole di rinnovamento e cambiamento sono palesemente contraddette da scelte che odorano di Democrazia Cristiana, nell'accezione negativa del termine, e non certo facendo riferimento ai valori di Don Sturzo, allora un partito, una Destra orgogliosa del suo ruolo e della sua differenza deve essere capace di rappresentare una nuova speranza per il popolo sardo, ridando il giusto significato alle parole giustizia e libertà.
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