EXCALIBUR 25 - marzo 2001
in questo numero

Spigoli napoletani

Appunti ironici e pungenti sulla Conferenza programmatica di A.N. svoltasi a Napoli il 23 e 24 febbraio scorsi

di Fabio Meloni
1. Intransigenti, cominciando con gli alleati.
«Non siamo moderati, ma intransigenti», ha rimarcato Gianfranco Fini nella sua relazione di apertura alla Conferenza Programmatica di Alleanza Nazionale a Napoli. Un messaggio che si potrebbe leggere come un preciso avvertimento agli alleati e ad alcuni improponibili candidati in arrivo dalla "Repubblica di Tangentopoli". Sarà la giusta chiave di lettura?
2. Subalternità musicale.
Pesantemente "complessati" dalla forte presenza elettorale e mediatica di Forza Italia e in particolare del Cavaliere, a più riprese gli "alleati nazionali" hanno ribadito la loro diversità dagli "azzurri". A Napoli, però, si è visto ancora un residuo di subalternità. Prima e dopo il discorso di Silvio Berlusconi è stata sparata a "tutto watt" la versione integrale dell'inno di Forza Italia. Poco c'è mancato che i delegati scattassero in piedi a cantarla come fosse l'inno di Mameli. Dell'inno della "Vela", del "Va pensiero" bossiano e del "Biancofiore" di Buttiglione neanche l'ombra di una nota.
3. Sardegna dimenticata.
Alla "Destra che già governa" è stata dedicata la seconda giornata della Conferenza di Napoli. Ad alternarsi sul palco amministratori di A.N. al governo di Regioni, Province e Comuni di ogni latitudine. Sono sfilati Piemontesi, Lombardi, Abruzzesi, Emiliani, Laziali, Calabresi, Veneti, Giuliani, Liguri, Campani, Pugliesi e addirittura quattro Siciliani. E la Sardegna dov'era? Eppure in sala erano presenti sia il Sindaco di Cagliari, designato candidato di A.N. al Senato (che un recente sondaggio nazionale ha proclamato tra i più apprezzati Sindaci d'Italia), che l'Assessore Regionale all'Ambiente Emilio Pani, rappresentante della Destra isolana per prima volta al governo della Regione Sarda. Un appello alle ben presenti correnti isolane: appesantitevi maggiormente presso i vertici romani.
4. Mani spellate.
Quanti applausi sprecati dalla platea di Napoli, frutto di un consenso degno della teoria di Pavlov. Buttiglione si è abbondantemente rifatto dei meritati fischi rimediati a Fiuggi allestendo un discorso che più "scudocrociato" non poteva, ma i delegati di A.N. hanno mostrato di gradire anche i passaggi più ermetici del "filosofo"> del C.d.U. e di aver abbondantemente dimenticato la sua recente alleanza col centrosinistra. Stessa sorte "plauditoria" è toccata a Bossi (sì, proprio lui, quello dei «fascisti da andare a prendere a casa uno per uno»), che è stato così ricompensato di fischi, insulti e sputi che i più sinceri Napoletani gli avevano riservato in piazza. Insomma, il popolo di A.N. adora e riverisce "chierichetti" e "padani", mentre gli "ex camerati" di Fiamma e dintorni vengono con sdegno lasciati fuori dalla porta come veri e propri appestati.
5. Radici fuori moda.
Isolati oratori hanno avuto il coraggio di ricordare che A.N. possiede un passato politico, non troppo remoto, di cui non si deve assolutamente vergognare. Mai, mai evocare incoscientemente il nome del M.S.I. rivendicandone storia e passioni. Uniche occasioni di fugace accenno alle radici sono stati gli applausi riservati a Donna Assunta, vedova Almirante (del quale i busti in vendita hanno sostituito quelli del Duce, almeno nelle manifestazioni ufficiali), e uno sfuggente ricordo dei caduti per l'Idea, accennato da Maurizio Gasparri, troppo repentino, però, per raccogliere il giusto tributo di applausi. La lenta opera di rimozione delle radici sta compiendo il suo inesorabile cammino. Prova ulteriore ne siano i pochissimi (troppo pochi, forse a un partito di programma non servono riferimenti ideali e culturali) libri presenti e le varietà di gadgets presenti nelle bancarelle allestite alla "Mostra d'Oltremare" che ospitava la Conferenza di A.N.. Dei feticci del passato rinnegato resta solo la fiamma tricolore all'interno del simbolo, unico vera eredità del M.S.I.. Sono forse maturi i tempi per la sua eliminazione dal simbolo, come a più riprese richiesto dall'ala lib-lab-sub di A.N.?
6. Di nostalgico solo il machismo.
Mentre all'interno della sala, nel suo intervento, Gianfranco Fini confermava la convinta eterosessualità di A.N., all'esterno i "GayLib - gay liberali e di centrodestra" distribuivano un volantino per denunciare la forte presenza di «nostalgico machismo nel nostro partito», sostenendo che così facendo A.N. «appare semplicemente come una Democrazia Cristiana di destra» e accusando il centrodestra di regalare il monopolio della lotta per i diritti civili di gay e lesbiche alla Sinistra. Per chiudere con un invito ai delegati per salvare A.N. «dal bigottismo e dall'omofobia». Viene il sospetto che i rappresentanti degli omosessuali "destrorsi" abbiano individuato in A.N. il proprio partito di riferimento dopo aver visto come spesso si concludono le trattative per le formazioni di giunte e di liste (Sardegna, Cagliari, Roma, Napoli docet).
7. Spot da culto.
La Conferenza Programmatica di Napoli è nota per essere stata il contentino concesso ai "ribelli estivi" che esigevano un congresso atteso da ben sei anni. Parola "maledetta" messa all'indice e che nessuno ha avuto l'ardire di menzionare, almeno sul palco, durante le tre giornate napoletane. È ben chiaro che Fini non pensi minimamente alla sua successione. Alcune dichiarazioni in merito al suo ingresso nel Governo Berlusconi, che lo vedrà comunque al vertice di A.N., parlano chiaro. Ma ancora di più depone contro il Congresso lo "spottone" basato sul culto della personalità "finiana", che nonostante le malignità non è stato realizzato dall'Istituto Luce o da una casa di produzione di Baghdad.
8. Distrazioni culturali.
Si cominciò a Fiuggi, recuperando uno spazio nelle tesi del "bagno purificatore" perfino ad Antonio Gramsci; si è proseguito a Napoli con l'inserimento di pensatori non propriamente espressione della destra politica. Ma soprattutto con nessun riferimento nelle pagine o negli interventi dal palco agli autori consolidato patrimonio culturale della stragrande parte della classe dirigente di A.N., formatasi nelle sedi missine e abbeveratasi alle righe di Gentile, Evola, Drieu La Rochelle, Schmitt, J?nger, e tanti altri disconosciuti pensatori. «Per A.N. gli esami son finiti», ha detto Fini introducendo la Conferenza. Eppure qualche esponente meriterebbe una "riparazione settembrina"...
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