EXCALIBUR 25 - marzo 2001
in questo numero

Com'era bello quel muro di Berlino...

di Isabella Luconi
In origine non c'era molta differenza fra l'uomo primitivo e gli animali: entrambi uccidevano per procurarsi il cibo e difendere il loro territorio.
Con il tempo la specie umana si è evoluta, diversi i motivi per uccidere e per difendersi, altri i valori da proteggere, ma fondamentalmente non tramutata la necessità di scaricare la propria aggressività, che, se rimaneva nei limiti consentiti dall'etica e dalla morale, era tollerata e giustificata.
L'uomo ha poi imparato a vivere in un gruppo, e i gruppi hanno formato le società, dove la dicotomia personale tra il buono e il cattivo è trascesa dal singolo per investire l'intero mondo dividendolo in due blocchi contrapposti: Destra e Sinistra, Buono e Cattivo, Occidente e Paesi dell'Est, l'un contro l'altro armati, ognuno convinto che fosse la sua la parte buona.
Un muro, simbolo per antonomasia di quella divisione. Ogni pietra di quel muro rappresentava un pezzetto di storia cementata da secoli di guerra, era strumentale all'equilibrio dei singoli e a quello del mondo, permetteva ai due schieramenti contrapposti di scaricare la propria aggressività in un equilibrio, incerto e instabile, ma pur sempre un equilibrio. L'uno non riconosceva l'altro e combatteva per prendere il sopravvento.
Poi improvvisa la tragedia, il muro è stato abbattuto e con esso sono crollate tutte le certezze e tutti gli equilibri.
Destra e Sinistra hanno dovuto confrontarsi senza che fra loro vi fosse più quella divisione, e l'una con l'altra si sono contaminate e miscelate, in una grigia materia che tutto sta invadendo nel silenzio e nell'indifferenza generale: e il terzo millennio sarà quello che vedrà la fine dell'essere umano in quanto tale, nel trionfo più completo dell'edonismo.
Coraggio, lealtà, onestà, spiritualità, umanità, saranno princìpi di vita dimenticati e annullati dall'impegno che ognuno di noi metterà nel conquistare il proprio piacere senza più freni inibitori, senza confini, senza più una Patria; cittadini del mondo, un mondo spietato che per sopravvivere eliminerà nell'indifferenza più totale le specie più deboli.
Ed è tutta qui, la grande sfida che la Destra dovrà affrontare nel terzo millennio, e a tutti noi che crediamo nei valori della vita, della famiglia, della Patria, è affidato questo grande compito: capire che, se il muro è stato abbattuto, non è crollato quello che il muro rappresentava: la divisione c'è ancora, come sempre ci sarà, fra buono e cattivo; bisogna mentalmente ricostruire quel muro, perché la sinistra non esca vittoriosa da questo confronto, perché non finisca di corrompere e corrodere tutto quello che dà un senso a una vita che nel suo evolversi trascende la materialità, e solo in questa prospettiva può essere degna di essere vissuta.
Non sarà facile, nel degrado morale al quale stiamo andando incontro, ricostruire l'identità dell'uomo, che ha le sue radici nell'amore per la propria famiglia, nell'amore per la propria terra, amore che condiviso con gli altri trasforma una zolla di terra nel concetto sublime di Patria, ma non sarà facile senza più quel muto parlare di nazione.
Ma un uomo senza più una radice affettiva, senza più una identità nazionale, senza più un passato dal quale attingere le sue sicurezze, un uomo incapace di credere in un'Idea, disposto senza esitare a morire per essa, è ancora un uomo?
Ognuno deve trovare la risposta dentro sé stesso, e su questa risposta si gioca un futuro di speranza per tutta l'umanità.
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VICO SAN LUCIFERO