EXCALIBUR 25 - marzo 2001
in questo numero

Riviste: "Nuova Storia Contemporanea"

di Angelo Abis
La copertina del numero 6 di novembre/dicembre 2000
Renzo De Felice non fu solo lo storico di Mussolini e del fascismo che tutti noi conosciamo. Fu anche promotore di tante attività culturali ed editoriali, la più importante delle quali fu la creazione, a partire dal 1970, della rivista "Storia contemporanea", edita dalla casa editrice "Il Mulino".
Bimestrale di altissimo livello, di taglio prettamente accademico, che si avventurò anche in campi completamente sconosciuti alla ricerca, come quando, per esempio, pubblicò il saggio di Conti sul fascismo clandestino nell'Italia meridionale nel periodo 1943-45, "Storia Contemporanea" è stata anche la palestra di una nuova generazione di storici, privi di paraocchi ideologici, pronti ad affrontare qualunque tema senza timori reverenziali verso chicchessia e a riesumare fatti e idee della storia che si preferiva tenere ben celati.
Morto De Felice, che era il garante della scientificità, della serietà e della libertà della rivista, la casa editrice "Il Mulino" volle dare a "Storia contemporanea" un contenuto meno limpido e più allineato al "politicamente e culturalmente corretto" allora imperante. Ciò determinò la reazione di gran parte degli storici e degli intellettuali che vi scrivevano e il sorgere di un nuovo bimestrale, a partire dal 1997, dal titolo significativo di "Nuova Storia Contemporanea".
L'iniziativa vide tra i promotori uno storico d'area quale è Francesco Perfetti, che ne divenne il direttore, intellettuali, storici e uomini di cultura quali Sergio Romano, il Tedesco Ernst Nolte, l'Ungherese Francois Fejto, l'Americano Edward Luttwak. La rivista, pur conservando lo spirito che le aveva impresso De Felice, si è tuttavia "modernizzata" e direi quasi "democratizzata".
Infatti, mentre il bimestrale de "Il Mulino" era abbastanza grigio nella forma (sempre la stessa copertina dello stesso colore, niente fotografie, niente pubblicità se non di testi storici), "Nuova Storia contemporanea" si presenta con una veste tipografica vivace. Ricorre spesso a servizi che sono interamente fotografici, non disdegna la pubblicità, si inserisce spesso nel dibattito politico-culturale attuale e, ultima cosa ma assai importante, è in vendita nelle edicole (£ 20.000 a fascicolo), mentre la rivista di De Felice la si poteva ottenere solo mediante abbonamento ed era in vendita in poche librerie.
Il numero 6 di novembe/dicembre del 2000, pubblica un saggio veramente interessante intitolato "Dalle marce del 'davaj' ai campi di prigionia - caduti e dispersi italiani in Russia", di Maria Teresa Giusti. L'autrice, per la prima volta nella storia, tratta in maniera completa e approfondita il tragico problema dei prigionieri italiani in Russia. I prigionieri italiani in quella terra furono circa 70.000. Di essi ne perirono 60.000. La Giusti fa un'analisi dettagliata, basata anche su una gran mole di documenti sovietici, venuti recentemente alla luce, di un così alto tasso di mortalità (85% in Russia, circa 7-8% in Germania), dovuto non solo alla "cattiveria" dei russi, ma anche all'incapacità del sistema sovietico di gestire milioni di prigionieri, alle intemperie, alla fame e alle malattie. La Giusti rivela anche, per la prima volta, un fatto totalmente sconosciuto: furono trasportati in Russia, come prigionieri, anche moltissimi Italiani che erano stati "liberati" dai lager tedeschi. Infine, non nuova, ma assai più documentata e completa, la descrizione della "politica" posta in essere dai comunisti italiani e, segnatamente, da Togliatti, sia direttamente sui prigionieri, sia indirettamente sul governo e sul partito comunista sovietico.
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