EXCALIBUR 26 - aprile 2001
nello Speciale...

Continuano le attività clandestine

Estratto della sentenza di condanna dei fascisti clandestini (cliccare sull'immagine per ingrandire)
Malgrado questa lunga serie di arresti, l'attività del fascismo clandestino sassarese non si interruppe. Già a fine marzo del '44 la polizia scopriva che negli ambienti militari circolava una pubblicazione clandestina fascista intitolata "Resurgo". Nel mese di maggio e di giugno venivano rinvenute in città copie di un giornaletto clandestino stampato alla macchia e intitolato "Il manganello".
II questore di Sassari inviava il Primo di luglio ai suoi superiori questo significativo rapporto: «I sovversivi di oggi, cioè i fascisti [...] ostentano inattività per tema di provvedimenti di polizia a loro carico, limitandosi a dare segni di sopravvivenza con opuscoletti stampati alla macchia e scritte murali. Facendo subdola e riservata propaganda, sempre vigili e pronti a intervenire con i loro deprecati sistemi ove se ne presentasse l'occasione». E l'"occasione" di cui parla il questore sembrò presentarsi agli inizi del 1945, allorché il governo Bonomi, succeduto a Badoglio, richiamò alle armi le classi 1914-1924. In tutta la Sardegna ci furono 4.000 renitenti, mentre a Cagliari vi fu una vera e propria manifestazione di massa che sfociò nell'assalto alla sede de "L'Unione Sarda", allora in mano al C.L.N., e nell'uccisione di un commissario di polizia (ma di questo parleremo un'altra volta).
In provincia di Sassari, nella notte del 30 gennaio, furono distribuiti due volantini. Sul primo si leggeva: «Genitori non incitate i vostri figli a partire. Giovani richiamati non partite, chi parte è un vile. Perché combattiamo? Quale ricompensa? - R.S.I.». L'altro volantino, più sintetico, diceva: «Richiamati, meglio disertare che combattere per Bonomi. - R.S.I.».
II 20 febbraio, a Sassari, ci fu addirittura una manifestazione di un gruppo di richiamati, già assegnati ai reparti, inneggiante al fascismo e a Mussolini. Ma ormai il 25 aprile era vicino e con esso il crollo della R.S.I., l'uccisione di Mussolini, la fine della guerra. Poi il rientro dei reduci, l'"amnistia Togliatti" che fece uscire dalle carceri migliaia di fascisti. Infine la fondazione del M.S.I.. Anche a Sassari, come in tutta Italia, i "clandestini" vennero alla luce del sole e furono battezzati "neofascisti".
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