EXCALIBUR 31 - novembre 2001
in questo numero

Lettere e opinioni

Lo spazio dei lettori

della Redazione
L'eterna lotta fra Occidente e Islam.
Tra il 635 d.C., data d'inizio dell'espansione islamica, e il 732 d.C., anno in cui si svolse la battaglia di Poitiers, l'espansione dell'Islam fu inarrestabile. Tanto forte, si disse, che senza l'eroismo di Carlo Martello, il nome di Allah sarebbe stato annunziato dalle torri di Oxford e in quella celebre università si sarebbe studiato il Corano.
In ogni caso, qualunque importanza si voglia attribuire alla celebre battaglia, quello che conta è che in meno di cent'anni gli Arabi, forti della loro nuova religione, conquistarono tutta l'Africa settentrionale e occuparono la penisola iberica e la Linguadoca. In pratica tutta l'attuale Spagna e metà della Francia erano in mano ai musulmani. Ma perché fu possibile un'espansione così travolgente?
L'Europa, nei secoli successivi alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente, piombò in una crisi di valori dovuta alla perdita della propria identità. Questo fu la causa di quell'involuzione secolare chiamata Medio Evo, e rese possibile l'aggressione e la conquista dei territori europei da parte dei musulmani, che tra i secoli VII e VIII vissero un periodo d'oro. Gli avvenimenti di quei secoli segnarono l'inizio di un nuovo equilibrio mondiale basato sull'incontro-scontro tra l'Europa e il nuovo mondo, chiamato Islam.
Da allora in poi, la storia vide un continuo misurarsi dei due mondi per l'egemonia del Mediterraneo. Questo confronto costrinse l'Europa a riacquistare coscienza della propria identità e a meglio definirsi dinanzi a se stessa e all'"altro", tanto che qualche storico ha paradossalmente salutato il Profeta come padre fondatore d'Europa!
Da quel momento, sia l'Europa che l'Islam, quando furono attraversati da conflitti o crisi interne, dovettero fare i conti anche con il "vicino", sempre in agguato e pronto a sfruttare il momento opportuno per rovesciare la situazione a proprio vantaggio, espandendosi o riconquistando posizioni precedentemente perdute. Fu così per l'Europa durante la Reconquista e le Crociate, vittorie schiaccianti in momenti di crisi del mondo islamico, e fu così per i musulmani con la conquista di Costantinopoli da parte di Maometto II, che costrinse l'Europa a svegliarsi di colpo da un lungo torpore. La fine della Prima Guerra Mondiale e la caduta dell'Impero Ottomano segnarono la fine dello stimolante conflitto tra Europa e Islam.
Oggi lo scenario internazionale è mutato: all'Europa si è sostituito l'Occidente. Il "Vecchio Continente" ha perso il comando della nuova entità geopolitica a favore degli Americani, che gli sono subentrati anche nel secolare scontro con l'Islam. Gli Americani utilizzano nuovi e subdoli metodi di lotta. Dopo essere riusciti a ridurre in servitù economico-militare l'Europa continentale, i "Buffalo Bill" del terzo millennio hanno gettato l'occhio sul mondo islamico, pedina mancante per l'instaurazione del "nuovo ordine mondiale", ignorando però che i popoli musulmani non sono una facile preda. Questo popolo usa il denaro e il tradimento per armare la sua prepotenza e cerca di esportare con la forza il proprio modello di vita anche dove esso è fortemente avversato.
Oggi gli Statunitensi si trovano a combattere una battaglia decisiva per l'assetto politico internazionale dei prossimi anni. Probabilmente la vinceranno, ma, così come all'Europa non era consentito abbassare la guardia tra una crociata e l'altra, essi non devono dimenticare che questa è solo una battaglia, che le sconfitte in certi casi consolidano un popolo e che le guerre non si vincono solo con i bombardamenti ma anche con la fede.

Andrea Orrù


La risposta del direttore.
Caro Orrù,
credo che sulle considerazioni espresse nella tua lettera siano opportune alcune precisazioni:
- l'«involuzione secolare chiamata Medio Evo» è uno slogan della peggior subcultura illuminista, razionalista e positivista;
- nel corso della Prima Guerra Mondiale, una parte dell'Islam (Impero Ottomano e Bulgaria) si schierò con l'impero tedesco e austriaco contro gli Alleati, un'altra parte (penisola arabica, mesopotamica e Siria) si schierò contro l'Impero Ottomano alleandosi con gli Inglesi;
- che gli Americani siano «riusciti a ridurre in servitù economico-militare l'Europa continentale» è un'affermazione tutta da dimostrare. Sul piano economico basta valutare i dati import-export tra Europa e Stati Uniti, nonché gli investimenti europei nel Nuovo Continente. Tra l'altro, non ti dice niente il fatto che i pur tanto scalcagnati governi italiani di questo dopoguerra hanno sempre negato i permessi di ricerca alle società petrolifere americane e ostacolato l'acquisizione da parte del capitale americano di fette della nostra industria automobilistica? Per quanto riguarda la "servitù militare" furono le nazioni europee, a partire dal 1947, a chiedere "garanzie" militari dagli Americani, in primis l'Italia;
- "nuovo ordine mondiale" è solo un altro slogan: in realtà gli Americani si muovono solamente quando sono in ballo i loro interessi di potenza mondiale. Non si capirebbe altrimenti perché non abbiano eliminato (e potevano farlo tranquillamente) la Cuba di Fidel Castro o l'Iraq di Hussein e abbiano di volta in volta appoggiato la Spagna fascista di Franco, la Jugoslavia comunista di Tito e lo stesso regime iracheno di Hussein contro l'Iran di Komeini;
- il "modello americano", che si può riassumere nella formula etica calvinismo + democrazia politica + liberismo economico, non può essere imposto per la semplice ragione che democrazia e liberismo, se imposti, non sono più né democrazia né liberismo;
- «le guerre si vincono anche con la fede» è esatto. Peccato però che tutti i combattenti e tutti i paesi in guerra abbiano una "fede", per cui vincono sempre, alla fine, quelli che sono meglio armati o usano strategie e tecnologie più avanzate.

Angelo Abis
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