EXCALIBUR 34 - febbraio/marzo 2002
in questo numero

Comunque presenti!

Un esponente del "gotha" di A.G. ci parla del movimento che, tra mille difficoltà, combina sempre qualcosa di buono

di Salvatore Deidda
Già in altre occasioni sul movimento giovanile di A.N. sono state scritte e dette troppe inesattezze che trasmettevano al lettore un'immagine sicuramente distorta e non corrispondente alla realtà. Vengono infatti citate faide interne, disinteresse causato dalla vigilia elettorale, interessi carrieristici e altre cause non certo onorevoli o gratificanti.
Essere assente a un convegno, un appuntamento culturale o una qualsiasi manifestazione che sia fonte di accrescimento intellettuale è sicuramente una colpa o una manchevolezza da parte di un militante politico. È giusto che il mondo della destra s'interroghi e cerchi di porre rimedio circa la latitanza di tanti esponenti della stessa, ma è inutile continuare a esprimere giudizi su episodi specifici, situazioni contingenti nei quali Azione Giovani è citata.
Scrivo con la speranza che un giorno ci sia l'occasione di un confronto con i vecchi militanti di un movimento giovanile che non sta attraversando un periodo florido, ma che lotta per resistere alla crisi della politica nella società attuale, dominata dal disinteresse e dal rifiuto verso l'impegno militante. Scrivo per spiegare che, al di là delle divisioni interne, Azione Giovani costituisce ancora oggi uno splendido esempio di comunità militante, di impegno nella lotta politica, di sacrificio nel tempo e nelle finanze, di divertimento e passione.
Non ho intenzione di accampare giustificazioni sulle nostre assenze ma colgo solamente l'occasione di tracciare un profilo di come è l'attività militante oggi, con le sue soddisfazioni e difficoltà. Azione Giovani non ha trascurato appuntamenti di un certo tipo per la vicinanza di scadenze elettorali, ma ha sempre vissuto quello specifico momento della vita militante con la dignità e l'orgoglio di un movimento presente nel territorio, desideroso di essere presente nelle sedi istituzionali per occuparsi più da vicino e in maniera concreta dei problemi della città e della società in generale.
Nessuna isteria o smania ossessiva da parte nostra, di certo un certo fastidio nel notare che ancora una volta, da parte di qualcuno, i giovani sono stati considerati quali ultima ruota del carro o i soliti noti che dovevano fare un passo indietro per tutelare l'obiettivo che ci accomuna con certo mondo adulto. Il movimento giovanile sta compiendo i suoi passi con l'ausilio di un mondo di neo - o quasi - trentenni intenti a colmare una lacuna che da anni influisce negativamente nella vita del partito, cioè il salto dal movimento giovanile al mondo partito.
Azione Giovani ha, come qualunque movimento, delle differenti anime e sensibilità, motivo dei duri e aspri confronti che si aprono al nostro interno. In questo non trovo nulla di scandaloso, poiché è meglio essere divisi e portare avanti delle iniziative separate che essere unico gruppo o sezione, con all'interno queste divisioni che minerebbero e bloccherebbero del tutto l'attività.
Militare politicamente per noi vuol dire fare dell'attività politica con una comunità umana che non conterà su milioni o centinaia di persone, ma che è costituita da elementi che vicendevolmente si rispettano e hanno nel proprio dna quel "cameratismo" di cui tanti si riempiono la bocca, ma che nonostante i tanti anni di militanza non hanno imparato a vivere nel proprio intimo. Fare attività in Azione Giovani vuol dire sostituire il partito in molti suoi aspetti, primo fra tutti realizzare manifestazioni a 360 gradi che riguardino il territorio, lo scenario nazionale e via dicendo, coprendo così i silenzi di una classe dirigente che da anni non ha più una sua presenza nel territorio, un suo programma, una sua dignità nel chiamarsi Alleanza Nazionale, presidenza provinciale o giunta provinciale.
Tutto questo ha un costo, sia in termini di tempo che di denaro, che non ci vengono regalati da nessuno. Dobbiamo procurarci il necessario per continuare a esistere attraverso il lavoro o lo studio e la propria formazione. Anche perché il nostro desiderio non è diventare "politici" stipendiati esclusivamente dalle istituzioni, ma vogliamo diventare protagonisti nella società con una nostra professione, con una nostra preparazione, con una vita che non sia influenzata esclusivamente dall'esito di un elezione.
In passato alcuni hanno sacrificato la propria vita dedicandocisi a tempo pieno, e a loro va la nostra stima, l'ammirazione e l'incoraggiamento. Oggi noi vogliamo un futuro diverso, ma che comprenda sempre l'amore per un Ideale.
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