EXCALIBUR 38 - settembre/ottobre 2002
in questo numero

Lettere e opinioni

Lo spazio dei lettori

della Redazione
I giorni oscuri e senza diritti.
Sono giorni di grave e disumana violenza con il terrorismo, ma anche coi bombardamenti e le rappresaglie, comprendendo in questo contesto deprecabile sia il terrorismo contro l'America e Israele, sia i bombardamenti portati avanti dagli U.S.A. in Afghanistan e in precedenza in Iraq e nelle vicinanze della ex Jugoslavia (con la complicità degli alleati occidentali), sia le rappresaglie e le gravi violenze portate avanti da Israele nei territori palestinesi occupati e colonizzati.
Bombardamenti, violenze e rappresaglie che, come il terrorismo, hanno causato anche tante vittime innocenti (come documentato pure da diverse organizzazioni internazionali umanitarie presenti sul posto, da organismi O.N.U. e da diversi testimoni, giornalisti e persone comuni).
Il mio elenco dei giorni oscuri, senza diritti continua ricordando i criminali genocidi e gli stupri etnici; il modello malvagio di embargo contro l'Iraq che non ha colpito il tirannico potere iracheno, ma che ha causato morte e sofferenza tra l'innocente popolazione irachena (embargo voluto dagli U.S.A. con la complicità degli alleati); e ancora la brutale e sanguinosa occupazione e oppressione del Tibet da parte della Cina comunista; la globalizzazione, selvaggia in molti casi, che vuole sfruttare ogni risorsa umana e naturale del pianeta e ogni risorsa vivente in genere (con un nuovo, deprecabile tipo di colonialismo). Globalizzazione selvaggia che vede come protagonisti negativi sia paesi con regimi ufficiali di destra, sia paesi con regimi ufficiali di sinistra, sia regimi religiosi integralisti (con potenti gruppi economici che agiscono impuniti all'interno di quei paesi).
Incominci ciascuno di noi a dare il buon esempio nella vita concreta di ogni giorno e nei rapporti quotidiani con gli altri, cercando di agire sempre con coscienza, amore e giustizia. E faccia ciascuno, se è possibile, le altre battaglie non violente a tutti i livelli e secondo le proprie capacità, per cercare di fare trionfare dovunque questi importanti valori di coscienza, amore, giustizia, libertà responsabile e pluralismo democratico, amicizia autentica e senza discriminazioni, pace, rispetto dei diritti e dignità umana, degli animali e dell'ambiente, solida.

Maurizio Pau

A proposito dei giovani alleanzini.
Fabio Meloni, nell'articolo "Alla ricerca dei giovani perduti" del n. 37 di Excalibur, analizza lucidamente e individua molte delle lacune che purtroppo attanagliano la giovane destra cagliaritana, però a un certo punto si ferma sul più bello, arrivando alla scontata conclusione dei giovani che poco hanno da dire in termini di idee e contenuti perché sotto la tutela delle correnti.
Che gli attuali giovani abbiano poca qualità è una più o meno condivisibile opinione di Fabio, ma detto questo non si può dimenticare che le correnti esistono da sempre e i movimenti giovanili non ne sono mai stati immuni; lo stesso Fabio è stato uomo di corrente, finiano prima, gasparriano dopo. Perciò la sua tesi finisce per entrare in contraddizione con la sua personale storia politica.
Il punto è che ogni generazione che passa vuole giustamente proporre alla nuova che arriva il proprio mito. Fabio, che è cresciuto con quello eroico degli anni settanta, vuole a sua volta imporre il mito del "Fronte" anni ottanta, spacciato per indipendente, che ormai eroico non era più, e per certi versi era anche incapace di ritagliarsi con chiarezza una propria identità, schiacciato e oscurato da tanto glorioso passato e dall'inevitabile riflusso.
In mezzo a tutto questo mi sembra quanto meno ingeneroso chiedere ai vari Spiga (coordinatore regionale di A.G.), Truzzu (presidente provinciale di A.G.), piuttosto che a Deidda (presidente di A.G. "Caravella") o a Pinna (presidente di A.G. "Hobbit") di conformarsi a vivere in un qualcosa che non esiste più e neanche gli appartiene. Semmai, e qui la critica è giustificata, devono essere in grado di costruire la loro dimensione politica.
In un altro passaggio il nostro afferma che proprio in questa situazione di difficoltà dovrebbe emergere una classe dirigente di qualità; se questo assunto fosse vero allora l'attuale classe dirigente alleanzista, forgiata negli anni di piombo, dovrebbe essere la migliore possibile. Ma lo stesso Fabio non ha ripetuto più volte dalle righe di questo giornale la pochezza disarmante dei postmissini?
Altra contraddizione! Per quanto concerne la presunta «cloroformizzazione degli alleanzini da parte degli adulti» vorrei far notare ai lettori e a Fabio che l'indole servile (e/o dipendente) è di carattere personale e non conseguenza di particolari congiunture politiche: chi nasce servo muore tale in tempo fascista, missino o alleanzista e non credo che tutti gli attuali giovani (o la maggior parte di essi) soffrano di tale vizio, come non tutti i giovani del tempo di Fabio (molto pochi per la verità) godevano della virtù dell'indipendenza.
Il ruolo di grillo parlante che Fabio si è ritagliato è giusto e se vogliamo anche necessario, sempre che non sia fine a sé stesso: il nostro mondo di tutto ha bisogno tranne che di picconatori professionisti.

Pietro Salaris
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