EXCALIBUR 49 - giugno 2008
in questo numero

Vecchi problemi che tornano

Aria di crisi per il binomio ambiente-agricoltura

di Beppe Caredda
Sopra: una moderna diga, elemento essenziale per una equilibrata politica delle acque
Sotto: il problema della siccità assumerà aspetti sempre più drammatici
Non che prima non se ne parlasse, ma oggi, grazie anche al più facile e veloce accesso all'informazione, si accavallano così tante notizie e dati sullo stato di crisi del nostro pianeta che ci risulta difficoltoso discernere e capire come davvero stiano le cose.
Sospesa per un momento la questione energetica, tutti ormai siamo convinti che bisogna cambiare strategia; messa da parte l'emergenza rifiuti, nel senso che o si adottano le più avanzate tecnologie di smaltimento o Napoli sarà il nostro futuro modello di riferimento, nei media esplode ora la "crisi del cibo".
Risulta così che il relatore speciale dell'Onu per il diritto al cibo, Jean Ziegler, abbia sostenuto che gli aumenti dei prezzi di grano, mais, riso e soia stanno spingendo verso un «omicidio di massa silenzioso» e che la produzione di biocarburante, pur fermamente sostenuta dall'Ue, è «un crimine contro l'umanità», poiché di fatto sottrae terreni alla produzione alimentare. Affermazioni forti, non c'è che dire, tanto che vien da chiedersi cosa ne pensino a tal proposito i sostenitori sardi della conversione in tal senso di una nota azienda di trasformazione di prodotti agricoli, nonché sulla convenienza di estendere sul territorio dell'isola iniziative a favore della coltivazione di specie vegetali idonee alla produzione di biocarburanti.
Ancora dalla stampa apprendiamo che il ministro dell'agricoltura tedesco ritiene che la Politica Agricola Comunitaria debba essere rovesciata cominciando a rivedere il sistema dei sussidi che hanno determinato l'abbandono di 3,8 milioni di ettari di terreno, auspicando per questi la ripresa produttiva.
Sussidi, aumento dei cereali usati per la produzione di biocarburanti, incremento del costo del gasolio e dei fertilizzanti, aumento del consumo di carne e relativa impennata del costo dei mangimi, ma anche speculazioni finanziarie su riso e grano in particolare e, diciamocelo, tentativi di controllo del commercio mondiale: ecco, questi sono i principali fattori sui quali si concentra al momento l'attenzione degli analisti su scala mondiale. Riusciamo a individuare in questi fattori le cause di quella che, almeno per un giorno anche da noi, stava per trasformarsi in una guerra del pane? Ricorderete senz'altro l'iniziativa di alcuni fornai che promettevano sconti sul prezzo per chi acquistasse a fine giornata. Esagerazioni, ne sono convinto, riportate a corollario di tante notizie su crisi annunciate e catastrofi imminenti.
Ovviamente non va abbassata la guardia e questi fattori di crisi vanno costantemente valutati nel loro divenire, così come però altri aspetti della questione non vanno assolutamente trascurati. Sempre dalla stampa di questi ultimi mesi veniamo messi al corrente che, su scala nazionale, il rischio siccità per i prossimi mesi estivi è più che concreto. Le precipitazioni sono state mediamente inferiori del 30%, e ciò è evidente dalla diminuita disponibilità idrica negli invasi.
A risentirne maggiormente è la produzione nel settore agricolo con l'immediata conseguenza di un maggior costo dei generi agroalimentari. A seguire si rileverà un minor rimpinguimento delle riserve idriche sotterranee, peraltro già diffusamente salinizzate e non infrequentemente inquinate, che penalizzerà in diversi comuni anche la distribuzione per uso potabile.
Una recentissima nota della nostra Regione informa però che con una attenta pianificazione delle risorse e con la realizzazione di interventi per il recupero dei reflui e di incremento delle interconnessioni tra i bacini «si è potuto garantire, anche nelle aree dell'isola colpite dalla siccità in quest'anno idrologico, un'adeguata alimentazione idrica». Il problema - chi ne dubitava? - esiste e, come tutti sanno, si ripete periodicamente anche con ben altre intensità ed effetti. Va bene razionalizzare e rendere sempre più efficiente il sistema infrastrutturale, ma l'obiettivo dovrà essere quello di garantire costantemente la disponibilità della risorsa idrica attraverso il suo incremento anche con soluzioni tecnologiche (dissalatori). Non sia mai che, a voler dar credito ai catastrofisti, si debba anche da noi registrare una crisi congiunta cibo-acqua.
C'è poi da dire che a un inverno poco piovoso, in genere segue un'estate infuocata. Per gli immancabili incendi ovviamente. Sull'argomento ogni riflessione è superflua. Così come non è il caso di dilungarsi sugli effetti delle alluvioni che immancabilmente si abbattono sul nostro territorio, già denudato dagli incendi, e sulla relativa erosione accelerata del suolo, variamente vulnerabile anche per altre e note cause.
Quando va bene il danno maggiore è a carico delle produzioni agricole e quindi del nostro portafoglio che dovrà sostenere i costi delle importazioni.

Per farla breve ricorderò che tutti questi aspetti e molti altri sono da tempo conosciuti e valutati anche nella loro incidenza economica e sociale, e ciononostante i soldi, in specie dell'Unione Europea, non vengono a tal fine ben utilizzati. La Regione, già da tempo, ha predisposto il cosiddetto "Programma Regionale di lotta alla Siccità e alla Desertificazione". Con quest'ultimo termine si intende sostanzialmente l'impoverimento del suolo e la graduale perdita della produttività e della biodiversità dei terreni coltivati, dei pascoli, delle foreste e delle superfici boschive. In altre parole il terreno da fertile diventa progressivamente sterile, ovvero non è più capace di produrre cibo. A livello planetario i processi di desertificazione in atto innescano, come noto, flussi migratori di massa. In Italia il fenomeno comincia ad assumere una significativa rilevanza economica, sociale e ambientale. In Sardegna il 51% del territorio è segnato da condizioni critiche di desertificazione e il 38% da aree fragili.

Basta? No che non basta! La questione purtroppo è che per attuare i sistemi di lotta alla siccità e alla desertificazione, come per mantenere un ambiente sano, servono soldi e che il limite alla soluzione di questi problemi è la povertà. Piaccia o no è così.
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