EXCALIBUR 50 - ottobre 2008
nello Speciale...

Le denunce dell'Avv. Siotto

Le prime due pagine della lettera dell'Avv. Iago Siotto Pintor al Prefetto di Cagliari
Eppure quel 5 novembre del 1943, l'Avv. Iago Siotto Pintor, responsabile del partito socialista, presidente della concentrazione dei partiti antifascisti della provincia di Cagliari, ignaro delle "future" verità storiche, è, da buon e serio antifascista, giustamente preoccupato del revival neofascista non solo nella provincia di Cagliari, ma in tutta la Sardegna. Tanto preoccupato da prendere carta e penna e scrivere a sua eccellenza il prefetto di Cagliari, dott. Sacchetti, una lettera dal seguente tenore: «Il comitato di concentrazione (antifascista, n.d.r.) [...] ha dolorosamente constatato che la situazione generale politica della Sardegna, e in ispecie quella della Provincia di Cagliari, che più direttamente conosce, è gravissima. In moltissimi comuni spadroneggiano indisturbati i fascisti. Gerarchi e gerarchetti del passato regime continuano la loro opera nefanda, tentando in tutti i modi di avvelenare l'anima del popolo e dei soldati, con una subdola propaganda contro il governo Badoglio e a favore del così detto governo repubblicano fascista. Questa propaganda non è ignota all'arma dei carabinieri. Ma purtroppo non pochi comandanti dei CC.RR. (Carabinieri Reali, n.d.r.) - che spesso sono dei richiamati e in genere sono legati da antichi, intimi e non ancora interrotti rapporti con i podestà fascisti, con i segretari politici fascisti, con i gerarchi fascisti - non solo non intervengono tempestivamente per stroncare questa attività criminosa, ma osteggiano gli antifascisti, li minacciano di gravi provvedimenti, e perfino li arrestano. La loro mentalità è fascista, e ciò può anche spiegarsi: in genere sono uomini di scarsa cultura, di nessuna sensibilità politica, educati in ventuno anni di un regime di tirannide e di corruzione a considerare la volontà dei gerarchetti fascisti come legge, e la libertà come un delitto».
La lettera prosegue così: «Queste constatazioni furono del resto già fatte da Sua Eccellenza il Generale Basso, che nell'udienza concessa al Comitato di concentrazione il 12 ottobre ultimo scorso espresse con la franchezza propria di un grande Soldato il suo giudizio, e dichiarò che si proponeva di sostituire moltissimi degli attuali comandanti delle stazioni dei CC.RR. con elementi fatti venire dal continente e nuovi quindi al nostro ambiente».
E ancora: «Il comitato insiste nella improrogabile necessità che i fascisti notoriamente autori dei delitti rimasti impuniti per l'omertà fascista, e i fascisti che furono gli ispiratori e gli esecutori delle bieche persecuzioni, di cui furono vittime tanti innocenti, siano allontanati dai centri nei quali si è svolta la loro attività nefanda e dove la loro presenza è una continua provocazione per i galantuomini».
E infine: «Il comitato chiede una maggiore severità nella concessione di autorizzazioni alla circolazione delle automobili private, perché si verifica che purtroppo gerarchi fascisti possano liberamente circolare per svolgere la loro iniqua propaganda. [...] Il comitato chiede il totale disarmo di tutti i fascisti, che indiscutibilmente stanno progettando, in riunioni e conventicole, colpi di mano».
Queste in sintesi le esternazioni dell'avv. Siotto che ci portano a fare alcune considerazioni: anche a voler fare la tara sull'"intensità" del risorgente fascismo e del collaterale "collaborazionismo" dei carabinieri, non v'è dubbio che l'Avv. Siotto fotografa una situazione politica veritiera che è specifica della Sardegna e che non trova riscontro nelle altre regioni del Regno del Sud. Il fascismo sardo svolge un'intensa propaganda, anche se prevalentemente verbale, praticamente alla luce del sole,non solo fra la popolazione, ma anche fra le forze armate che evidentemente a tale propaganda erano particolarmente recettive. E si può con qualche certezza ipotizzare che detta propaganda provenisse anche da pubbliche autorità fasciste che il governo Badoglio non aveva ancora sostituito, o peggio, come afferma nella lettera l'Avv. Siotto: «In più di un caso, nei comuni e negli altri enti, siano sostituiti fascisti con peggiori fascisti: basterebbe per tutti ricordare il caso di Samassi e il caso di Villaspeciosa».
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