EXCALIBUR 57 - dicembre 2009
nello Speciale...

Cronaca di un passato che ritorna

Da "Lettere & Opinioni" de "L'Unione Sarda" di domenica 20 settembre 2009.
Complimenti a "L'Unione Sarda" per la bellissima pagina dedicata a Ennio Porrino giovedì scorso. Lodevole pure l'intenzione di Myriam Quaquero: «Ricordare oggi la figura e l'opera del musicista sardo Ennio Porrino impone un ripensamento della vicenda umana e artistica, per poter finalmente aprire un confronto che guardi senza pregiudizi al valore della sua attività compositiva». Peccato, però, che della vicenda umana del musicista si dica poi poco e in maniera fuorviante.
Porrino fu fascista convinto: collaboratore non certo secondario della rivista del Guf cagliaritano "Sud Est", nel 1935 è proclamato, a Roma, "littore" della musica. Ebbe numerosi incontri con Mussolini, che di musica un po' se ne intendeva. Tant'è che in una intervista dichiarò: «I giovani musicisti Petrassi e Porrino mi stanno nel cuore».
Porrino, caduto il fascismo, dopo il 25 luglio, non abiurò, ma, coerente con sé stesso, aderì alla Repubblica Sociale Italiana, dove esercitò funzioni non secondarie dal punto di vista artistico e politico. Fu infatti consulente culturale del ministero della cultura popolare. Collaborò a numerose riviste e nella più prestigiosa pubblicazione culturale di Salò, "Italia e Civiltà". Scrisse, nel 1944, un articolo dal titolo significativo "Agli Intellettuali e ai politici".
Artisticamente, oltre a varie composizioni musicali presentate alla Scala nel 1944 e 1945, musicò ben otto film della neocostituita cinematografia repubblicana. Musicò altresì l'inno "Marcia del Volontario" che, come da promessa del sottosegretario di Mussolini, Francesco Maria Barracu, sarebbe diventato l'inno ufficiale della Repubblica sociale Italiana. L'inno, parole e musica, fu pubblicato, nel 1944, dalle "Edizioni musicali Carisch S.A. di Milano", che a tutt'oggi negano di aver mai dato alle stampe lo spartito dell'inno, che io ho riprodotto nel mio libro "I Sardi a Salò". Per inciso l'unico lavoro su Porrino "repubblichino", pubblicato su "Sardegna Fieristica" del 1992, è opera dell'ex giornalista de "L'Unità" Giuseppe Podda, sulla cui serietà e onestà intellettuale non ci sono dubbi.
Porrino pagò cara la sua militanza: non fu, come dice eufemisticamente la Quaquero, «sollevato dai suoi incarichi», ma fu epurato dal maestro Renato Fasano, che a Cagliari dirigeva i concerti indossando la camicia nera.
Questa, in sintesi, la vicenda umana del musicista sardo. Offuscarla in un quadro fantasioso in cui «Goebbels impartisce a Mussolini le indicazioni musicali del Reich», mi pare fuorviante.
Angelo Abis, Cagliari

Nessun proposito di «offuscare la vicenda umana di Ennio Porrino», ma anzi l'intenzione di guardare alla produzione del compositore con il corretto distacco che si impone al musicologo. Il quale, per definirsi tale, non deve combattere le battaglie che descrive e non può chiedere alle opere d'arte di illustrare soltanto le idee da cui sono scaturite. (m.q.)
Lettera di Angelo Abis al sito "Corona De Logu".
Siete sicuri che Porrino sia stato cancellato dalla storia della musica per motivi misteriosi? O questo ha a che vedere con l'impegno civile e politico dell'artista Porrino?
Egli fu fascista convinto: proclamato "littore" della musica nel 1935, ebbe numerosi incontri con Mussolini che in una intervista dichiarò: «I giovani musicisti Petrassi e Porrino mi stanno nel cuore».
Porrino dopo l'8 settembre aderì alla Repubblica Sociale Italiana. Tralascio per brevità l'impegno politico dell'artista in quel periodo per soffermarmi sull'attività musicale. A Salò Porrino musicò ben otto film della neocostituita cinematografia "repubblichina" e, oltre a varie composizioni rappresentate alla Scala nel 1944-45, musicò "L'inno del Volontario", che, come promesso dal sottosegretario di Mussolini, Francesco Maria Barracu, sarebbe diventato l'inno ufficiale della R.S.I.. Nel dopo guerra fu epurato dal maestro Renato Fasano, noto perché in quel di Cagliari dirigeva i concerti con la camicia nera.
Quando morì, a Roma, tra coloro che portavano a spalla il feretro, c'era Giogio Almirante. Ecco a mio avviso i "motivi misteriosi" per cui ufficialmente si è sempre taciuto del grande musicista sardo.
Distinti Saluti.
Angelo Abis

Concordo con te, Angelo. Ho letto il tuo articolo sull'Unione e anche il tuo libro. Bravo.
Porrino e la sua opera più nota, "i Shardana", sono anche un esempio perfetto delle forzature imposte all'arte dallo spirito contemporaneo del proprio tempo...
Se l'arte (come la storia) assumono sempre logiche imposte che travalicano l'autore o i protagonisti, nel caso specifico invece credo coincidano, volontà e interpretazione coincidono.
Il mito "guerriero" dei Sardi antichi viene mutuato da Porrino per gli scopi evidenti di ossequio all'italico e romano spirito del suo tempo.
Credo giusto quindi che si ristabilisca la misura che divide gli artisti o gli intellettuali e le loro opere, degne del massimo rispetto, nei confronti delle scelte e delle azioni degli stessi (visti solo come poveri uomini del proprio tempo).
Azioni che purtroppo si rivelano spesso meno degne...

Il Prof. Giovanni Masala si inserisce nello scambio di opinioni...
Caro Angelo, anzi cari Angeli, Porrino è autore, come tu sai da altri miei interventi in altri siti (vedi il forum di Irs), di centinaia di composizioni, e le sue musiche sono state eseguite in tutto il mondo, anche dopo la sua morte, migliaia di volte, e quindi l'oblio c'è stato ma solo in parte; e, a parte la marcetta "L'Inno dei volontari" (di per sé musicalmente senza importanza), che fra l'altro a Salò secondo i reduci non è mai stata né eseguita né cantata, Porrino, anche se "fascista" (come altri milioni di Italiani), non ha mai composto musica "fascista".
E se, egregio Prof. Pinna, Lei ascoltasse più spesso "I Shardana" di Porrino, e soprattutto ne leggesse con attenzione il libretto d'opera, si accorgerebbe che nell'opera vi è molto meno «ossequio all'italico e romano spirito del suo tempo» di quanto Lei creda. Inoltre sarebbe ora di parlare e di scrivere di Porrino musicista perché del Porrino fascista si è scritto probabilmente troppo. È necessario, come dice lo stesso Porrino, separare la politica dall'Arte, ma per farlo è necessario essere preparati. Il fatto stesso che un grande estimatore di Porrino, il musicologo tedesco Felix Karlinger, fosse un convinto antinazista, dimostra che abbiamo ancora tanto da imparare.
Per approfondimenti vi consiglio queste letture:
- E. Porrino, I Shardana, Stoccarda 2009
- F. Karlinger - G. Masala, Omaggio a Ennio Porrino, Stoccarda 2009
- E. Porrino, L'organo di bambù & Esculapio al neon, Stoccarda 2009
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