EXCALIBUR 63 - gennaio 2011
in questo numero

Homo Padaniensis

Una scoperta rivoluzionaria che apre nuovi scenari

di Luigi Muscas
Lo chiamano Homo Padaniensis, anche se in effetti è stato rinvenuto in Valcamonica, in un anfratto del massiccio dell'Adamello.
È il fossile di un precursore dell'Homo Neanderthalensis. È stata fatta qualche confusione tra le due valli e gli è stato affibbiato un nome che non gli compete, per errore o per scelta. Alcuni studiosi, sponsorizzati da certi gruppi finanziari della ricchissima valle da cui ha preso il nome, dopo lunghe e poderose ricerche nella zona, hanno rinvenuto integro (si fa per dire) il corpo rinsecchito di questo individuo e gli hanno dato il nome del luogo non proprio del ritrovamento, ma di quello a loro più caro per motivi di peculio.
Gli sponsor dell'impresa, infatti, mirano a una cultura autoctona... e hanno ragione! Nessuno può aver nulla da spartire con loro. Il loro fervore operoso è tale da non trovare riscontri in altre parti della penisola e delle isole attorno; i terùn possono al massimo costituire una manovalanza sottopagata (neanche quella, adesso che si dispone di abbondante carne extracomunitaria da tritare).
I ricercatori sovvenzionati, immersi fino al collo in uno studio comparativo sui cromosomi dei figli del Po (o di quelli ritenuti tali) e quelli del resto d'Italia, mettono a punto una tecnologia ultramoderna, forse ispirata a Jurassic Park, capace di risalire ai più lontani antenati della loro gente e di ridare persino vita a un eventuale reperto.
Così è stato! La mummia rinvenuta ha riaperto gli occhi e, come prima cosa, ha emesso un urlo gutturale e incomprensibile. Dell'équipe, ovviamente, fanno parte studiosi di segnali fonici, che, dopo aver cosparso di forfora i piani dei tavoli di studio, con tono grave e solenne, hanno palesato il succo delle loro meningi: «Ce l'ho duro!!!», avrebbe ululato l'ominide. Cosa mai possa avere di duro un soggetto maschile, anche se risvegliato da un sonno plurimillenario, non sarebbe poi tanto difficile intuire, ma questo potrebbe far collocare la sua comparsa sulla terra in una data leggermente anteriore, vicina a quella dell'homo erectus... ma non è detto, però, data la deambulazione piuttosto caracollante e tendente a usare le lunghissime braccia come zampe anteriori. Potrebbe appartenere all'era addirittura precedente, quando le abitudini sessuali erano più o meno simili a quelle degli animali.
Il mistero sembra infittirsi sempre di più e le tavole rotonde tendenti a dipanarlo si sprecano. Il soggetto ha trovato un'ottima accoglienza fra gli umani di questo secolo, grazie soprattutto alla protezione dei fautori della cultura autoctona. Non sa un'acca di storia (non può saperla, dal momento che ha dormito per 150 mila anni circa!), ma fa continuamente riferimenti storici; ha travasi di bile ogni volta che qualcuno usa in sua presenza la parola Italia, ma i suoi manager lo hanno messo a capo di una organizzazione il cui simbolo è un eroe del risorgimento italiano con la spada levata al cielo.
Egli lo tollera perché qualcuno gli ha detto che quello è padano, mostrando anch'egli di preferire la valle che gli ha dato il nome a quella che gli ha dato la vita. Il clima della Valcamonica può conservare bene i resti umani e consentirne la fossilizzazione, ma l'opulenza della valle più a sud, la Val Padana o Padania, com'egli ama chiamarla, offre una vita da nababbi anche a ominidi primitivi e di scarse o nulle capacità intrinseche. Per questo i suoi sponsor non vogliono mescolanze con altre parti di quello stivale dal nome per loro impronunciabile.
A quest'avanzo, l'euforia ha tolto ogni residuo di freno morale, se mai ne ha avuto. Viene ospitato in tutti gli studi televisivi di questa Italia che gli fa tanto girare le scatole. È invitato, non come il risultato dello studio di ricercatori stravaganti, ma come un vero e proprio umano; non solo, ma come una persona importante anche! Poi viene lasciato senza museruola, libero di insultare il paese che lo ospita (ch'è anche il suo ma non lo sa) la sua storia (ch'è anche la sua ma non lo sa) e i simboli più sacri della Patria, che sono anche i suoi ma non lo sa. Dagli studi televisivi si lascia andare a insulti e a improperi contro le istituzioni, contro la fede, contro tutti e contro tutto ciò che non è padano e dal portafoglio disponibile.
Potrebbe anche essere comprensibile che questo poveretto si comporti in questo modo. Non ne conosce un altro... e quando uno fa quello che può, non è tenuto a fare nulla di più.
Se oltre agli umanoidi recuperati da un'età perduta, però, anche gli umani nati nella nostra era, che pertanto conoscono bene, anche se non le usano, le regole della civile convivenza, facessero ciascuno quello che può, certamente le cose andrebbero un tantino meglio in tutti i sensi. Purtroppo non è cosi! In questo caso è più che sicuro che se l'eroe che è stato dato come simbolo a questo reperto furbastro potesse sentire tutte le bischerate che siamo costretti ad ascoltare noi, con la spada che leva gloriosamente al cielo affetterebbe più di un paio di natiche.
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