Excalibur rosso

Berlusconi è in trincea, ma la sinistra è alla frutta

Gli errori di Bersani - Gli Usa pronti allo sbarco

di Ernesto Curreli
In queste settimane Silvio Berlusconi è più che mai sotto attacco e deve fronteggiare le bordate della magistratura stando in trincea.
Il leader però non è finito. Il centrodestra, anzi, secondo tutti i sondaggi, resiste nelle preferenze degli Italiani. Con la Lega, la Destra di Storace e gli altri partiti, in caso di elezioni anticipate potrebbe riconfermarsi maggioritario.
Come questo sia possibile, è facilmente spiegabile.
Dunque, un gruppo di ragazze che fin dall'adolescenza hanno vagato a pagamento da un letto all'altro, sarebbero meritevoli di "tutela" giudiziaria in quanto "minorenni" e quindi "corrotte" dal settantacinquenne premier. Le giovani non sarebbero fameliche ragazzine che volontariamente hanno fatto dello sfruttamento del proprio corpo il loro consapevole e principale lavoro, ma santarelline portate sulla cattiva strada dall'orco di Arcore. Sarà pure così per i magistrati militanti, ma non per la gente.
È questione di pudore? Sarà, ma i richiami al rigore morale provengono da un ambiente, quello di centrosinistra, che per anni ha sconquassato l'Italia con provvedimenti che hanno trasformato la nostra società in quella che oggi è, compreso il comportamento di quelle caste ragazze e delle loro mamme. Vedremo come andrà a finire.
Per adesso c'è da registrare la mancanza di capacità politica del centrosinistra. I suoi esponenti non fanno altro che litigare, mentre il Pd deve parare il pericolo grave che gli viene dal Sel di Vendola, i cui candidati hanno vinto le "primarie" (leggi lotte intestine) a Napoli, Milano, Cagliari e in altre città importanti.
Se fosse solo questo, fatti loro. Il guaio è che persino Bersani si lascia trascinare dai suoi nella foga del TTB (tutto tranne Berlusconi) e le spara grosse.
Avete notato che per settimane lui e gli altri esponenti del Pd hanno gridato contro il trattato Italia-Libia? Deve essere risolto subito, dicevano, perché non si può avere a che fare col dittatore libico. Loro che, nel recente passato e nel presente, hanno avuto a che fare con tutti i dittatori del mondo, da quelli dell'Urss a Cuba, passando per la Cina, il Vietnam e tutti i dittatori dei paesi arabi.
Il premier ha tentato di resistere, sbiascicando parole di prudenza: «La situazione in Libia non è ancora chiara», diceva scoraggiato. Infine, di fronte alla virulenza della polemica, La Russa ha rotto gli indugi: «Il trattato è di fatto sospeso», se n'è uscito d'un fiato. Anche Frattini si è adeguato con frasi di prudenza. Il giorno dopo Berlusconi ha ripetuto la frase.
Alla fine, captati i tg italiani, Gheddafi ha dato ordine di chiudere le valvole delle pipe-line che portano petrolio e gas in Italia, aprendo i porti ai migranti. Bel risultato, ottenuto grazie alla lungimiranza di chi si candida a governare l'Italia.
Grazie a cotanti "uomini di Stato" della sinistra e al forzato disimpegno militare italiano, la Us Navy e la Royal Navy sono di fronte ai porti di Tripoli e Bengasi, con i marines pronti a sbarcare per un'azione "umanitaria" che presto, al di là della propaganda anglosassone sulle libertà dei popoli, si rivelerà per quello che deve essere davvero: la loro ipoteca, armata, sulle fonti energetiche libiche. Proprio come in Iraq. Alla faccia di quei fessi di Italiani.