La copertina del libro con gli scritti tradotti in Italiano di Louis-Ferdinand Céline
Finalmente è disponibile in Italiano una raccolta completa degli scritti polemici di Louis-Ferdinand Céline. Autore di famosi romanzi degli Anni Trenta quali "Viaggio al termine della notte", "Morte a credito" e "Bagatelle per un massacro", Céline e altri famosi intellettuali francesi durante l'occupazione tedesca della Francia presero parte attiva alla polemica contro gli Anglo-americani e contro gli Ebrei.
Tra la stampa collaborazionista, si distinse per le sue posizioni estremiste il quotidiano "Au Pilori", particolarmente con gli scritti antisemiti di Paul Riche («
L'Ebreo non è un uomo. Morte! Morte all'Ebreo»). Anche Céline vi prese parte, e, particolarmente nel primo periodo dell'occupazione, quando ancora non si sapeva davvero quale triste sorte spettasse ai deportati, ebbe parole dure contro il sionismo, appoggiando le leggi segregazioniste che il regime di Vichy andava adottando.
Tuttavia il governo francese, almeno durante il primo governo Pétain-Laval, difese gli Ebrei francesi, impedendo con una apposita legislazione che venisse minacciata la vita o la salute delle famiglie di stirpe ebraica. Le più severe misure antisemite furono adottate a partire dall'epoca di Darlan (febbraio 1941 - aprile 1942) con l'istituzione di un Ministero dell'antisemitismo e del Commissariato per gli affari ebraici, che salvarono dalla deportazione soltanto gli Ebrei francesi ex combattenti.
Laval, tornato al governo nel 1942, oppose resistenza all'immediata deportazione degli Ebrei francesi e «
cedette a poco a poco sulla denaturalizzazione (significava l'immediata consegna ai Tedeschi, n.d.r.)
di coloro che erano stati denaturalizzati dopo il 1937: i Tedeschi ne chiedevano la retroattività al 1927 e persino al 1919» (Marc Ferro, "La seconda guerra mondiale", Giunti Editore, Firenze 2004).
Gli storici francesi sono oggi convinti che il governo di Vichy e gli intellettuali che lo sostenevano, tra i quali Céline, non avessero una esatta misura della politica di sterminio attuata dai Tedeschi. A questo proposito lo storico Marc Ferro afferma che «
si pone il problema di sapere ciò che Laval, Pétain e complessivamente Vichy sapevano o credevano di sapere sulla sorte dei deportati».
Di certo Céline era tra coloro che non immaginavano che la politica antisemita avesse il tragico risvolto che poi si conobbe. Il processo cui fu sottoposto dopo la guerra e la sua professione di "medico dei poveri", tra i quali numerosi ebrei, lo confermano.
Di lui rimangono i suoi romanzi, che fanno parte della letteratura "alta" del XX secolo e i numerosi scritti polemici apparsi sulla stampa francese nel periodo bellico. Il libro delle Edizioni Settimo Sigillo ("Céline ci scrive", 240 pagine, Europa Libreria Editrice - Via Santamaura, 15 - Roma, 25,00 euro) è un'ottima occasione per rivivere un'epoca e per gustare il rivoluzionario stile narrativo dello scrittore francese.