EXCALIBUR 68 - marzo 2012
in questo numero

La tutela del lavoro e l'articolo 18

Un argomento di attualità sempre più scottante

della Redazione
In queste settimane, sembra che la sorte dell'economia italiana sia legata alla cancellazione dell'art. 18 dello Statuto dei lavoratori, ma è un falso problema.
Bisogna riconoscere che quell'articolo ha permesso diversi abusi. A volte a opera dei sindacati e dei lavoratori, altre per mano del magistrato del lavoro.
Abbiamo assistito al reintegro di lavoratori che avevano rubato in azienda, che falsificavano il cartellino orario, che non svolgevano i compiti assegnati. Gente che col "lavoro" aveva poca voglia di cimentarsi, che presentava certificati di malattia mentre era in vacanza in Paesi esotici. Molti sono stati reintegrati nel posto di lavoro.
Ma con l'art. 18 i lavoratori onesti erano comunque messi al riparo dai licenziamenti discriminatori o immotivati, unica garanzia nel mondo del lavoro, ormai privo di certezze.
Agli abusi bisogna invece rimediare con provvedimenti legislativi più consoni.
I tecnocrati che ci governano pensano solo all'abolizione: contano il mercato e le aziende, che non vogliono noie su licenziamenti e dismissioni aziendali. I sindacati sembrano spaccati, mentre tra i lavoratori di ogni colore si va diffondendo un'unità sostanziale, una sorta di "ultima trincea" in difesa degli ultimi diritti. Anche la Chiesa leva voci autorevoli in difesa dei lavoratori.
Noi ci uniamo a quanti invocano una modifica profonda del mondo del lavoro tesa a introdurre la cogestione aziendale tra i rappresentanti dei lavoratori e il management aziendale, magari sul modello tedesco, l'unico disponibile in Europa.
Perché sappiamo che questo è un modo per tutelare i diritti dei lavoratori e per impedire o limitare le dismissioni aziendali selvagge.
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