EXCALIBUR 70 - ottobre 2012
in questo numero

Siamo messi male

Fra ministri italiani con rendite immobiliari e il ridicolo "decreto Crescita"

di Giorgio Marras
Un'immagine della crisi Usa del 1929:
è attualità in buona parte dell'Europa
L'Italia e altri Paesi dell'Ue si trovano in una brutta situazione. La crescita si è fermata ovunque, anche in quella Germania che una volta era la locomotiva d'Europa. Se in Italia, Spagna, Grecia e Portogallo ancora non è stato dichiarato il default, lo si deve essenzialmente alle operazioni di emergenza che governi e Bce stanno attuando pericolosamente sul filo del rasoio.
La speculazione finanziaria ha fatto la sua parte, con manovre sull'euro e sui titoli di Stato che hanno aumentato di mese in mese il differenziale a svantaggio delle economie più deboli, provocando ulteriori ripercussioni nel tessuto sociale.
Oggi c'è da chiedersi fino a quando le masse popolari pazienteranno, visto che sono tartassate ovunque con tasse inique e paralizzate da assurde burocrazie.
Sembra miracoloso che il conflitto sociale non sia esploso, considerato che un giovane europeo su cinque è disoccupato e che in alcuni Paesi, come l'Italia, la disoccupazione tra chi ha perso il lavoro e chi ha rinunciato da tempo a cercarlo ha raggiunto la cifra di cinque milioni di individui, secondo le statistiche Istat e Inps.
D'altronde, uscire dal circuito monetario dell'euro è praticamente impossibile, sia per i vincoli di adesione alla moneta unica, sia perché ritornare alle monete nazionali sarebbe un suicidio, perché il debito interno ed estero rimarrebbe in euro, che è privo di valore nel mercato dei beni di consumo, ma fortissimo nell'eventuale cambio. È quindi una strada impossibile da percorrere, così come appare problematico uscire dall'Unione Europea, che pure tanti danni ha provocato.
Difficile dire cosa si potrebbe fare di fronte alla peggiore crisi degli ultimi cento anni. Sarebbe utile l'azione dei governi nazionali, ma se si guardano i risultati c'è poco da stare allegri. Prendiamo la Francia e la sua politica di tassazione sui ricchi. Sarebbe giusto che chi ha di più paghi più degli altri, ma gli analisti dicono che Hollande potrà recuperare ben poco tassando poche decine di migliaia di ricchi francesi, che tra l'altro stanno emigrando in massa verso il Lussemburgo.
Oppure prendiamo l'Italia. Il suo governo è composto da ministri che possiedono centinaia di immobili destinati alla rendita parassitaria immobiliare, ma a nessuno di loro passa per la mente di tassare i patrimoni immobiliari, che pure sarebbe in parte giusto e che viene invocato da larghi settori sociali, sindacali e politici.
In alternativa si sono inventati il decreto "Crescita" dell'agosto 2012, contenente misure inefficaci se non ridicole o paradossali.
Per fare un esempio, il decreto prevede che le imprese che detengono immobili a uso abitazione possano adesso applicare l'Iva sul canone, al fine di consentire ai proprietari di recuperare l'Iva, ma l'effetto a cascata sarà un aumento del canone di locazione. Invece hanno confermato le detrazioni d'imposta per gli interventi di recupero e miglioramento immobiliare, proprio quando l'intero settore del mattone conosce una notevole recessione e nessuno ha più i soldi per tali interventi.
Ci sono poi i contributi per l'acquisto di veicoli a bassa emissione di inquinanti: evidentemente, non si sono accorti che la Fiat pensa di chiudere gli stabilimenti italiani e pochissimi acquistano ormai nuove autovetture. Con quel decreto sono stati poi abrogati ben 41 leggi o articoli di legge che contenevano agevolazioni vere, adottati dall'ex ministro Tremonti. È evidente che tali abrogazioni sono finalizzate a recuperare altre entrate fiscali. Promettono però un nuovo credito di imposta per assunzioni di personale altamente qualificato: forse servirà a qualche decina di fortunati, mentre la massa dei disoccupati potrà gemere ancora per qualche anno.
Sembra poi ridicola la novità dell'introduzione di un nuovo tipo di società a responsabilità limitata con un capitale sociale di ben 1 (uno) euro. Il giovane malcapitato che magari ci crede, dovrà prima di tutto andare dal notaio per la sua costituzione, poi dovrà ben sperare che i fornitori di beni e servizi, in crisi dal 2008, gli possano concedere tutto quel che gli serve per l'avvio dell'attività, garantendo i suoi debiti con un così ridicolo capitale sociale.
Difficile pensare che troverà credito.
tutti i numeri di EXCALIBUR
VICO SAN LUCIFERO