EXCALIBUR 71 - dicembre 2012
in questo numero

La grande truffa

Miliardi di euro di interessi su un debito pubblico inesistente

di Maurizio Loche
L'uscita dalla crisi passa attraverso la riappropriazione del denaro
Questa crisi economica, che tanti e drammatici risvolti sta provocando in tutto il mondo, ma soprattutto in Italia, non cessa di preoccuparci.
Noi abbiamo un debito pubblico più alto che altrove e quindi soffriamo di più. È una crisi di credito che costringe il nostro governo a non poter intervenire come vorrebbe, utilizzando gli aiuti che vorrebbe, perché il debito accumulato frustra interventi più efficaci e incisivi.
Dico chiaramente che il debito pubblico è una truffa. È un regalo vergognoso fatto dai cittadini a pochissimi individui che tengono in mano l'economia di questo paese e forse del mondo.
Spiego una cosa semplicissima: il valore del denaro risiede nella fiducia che noi tutti abbiamo in quei pezzi di carta colorata o in quelle promesse di pagamento che circolano sul mercato e che ci consentono di comprare e di vendere.
Sono semplicemente un metro di misura degli scambi, di ciò che compriamo o vendiamo. Non esiste alcun motivo logico, etico, finanziario perché i cittadini paghino il denaro che usano.
Sarebbe come se il presidente di una squadra di calcio, nel momento in cui ordina la stampa dei biglietti di ingresso allo stadio, si vedesse richiedere dalla tipografia di pagare il costo di stampa (pochi centesimi a biglietto) allo stesso prezzo di facciata, ossia al costo di ingresso allo stadio.
Sarebbe davvero paradossale. Noi stiamo facendo proprio questo. Paghiamo ai banchieri, alla banca centrale e al sistema bancario non già il prezzo di stampa che, ribadisco, è pari a pochi centesimi per banconota: noi paghiamo il valore facciale. Su un biglietto da cinquanta euro, paghiamo cinquanta euro e questa è una truffa.
A causa di questa truffa, lo stato italiano ha accumulato un debito pubblico di quasi 2.000 miliardi di euro, su cui paga ogni anno più di 100 miliardi di euro per interessi passivi.
Quindi tutti noi, attraverso le tasse, versiamo nelle tasche dei padroni del sistema bancario più di 100 miliardi l'anno di interessi su un debito pubblico inesistente, su un debito pubblico che è una truffa.
Questa crisi, come le altre, deriva da un truffaldino sistema perpetrato ai danni delle popolazioni del mondo da un gruppo di banchieri mondiali che tiene in pugno l'economia planetaria e che quindi può controllare i governi dei vari paesi.
Vorrei citare un esempio lampante. La Banca d'Italia dovrebbe, tra gli altri compiti, controllare che il sistema bancario agisca correttamente con i clienti, lo Stato, il Paese in generale. In fondo, chi sono gli azionisti della Banca d'Italia? Sono soprattutto le banche, in particolare Unicredit e Banca Intesa, che controllano il 52% delle azioni della Banca d'Italia. Insomma, i controllati controllano il controllore. Com'è possibile che la Banca d'Italia rimanga imparziale, riesca a controllare efficacemente le banche commerciali, quando le stesse controllano e posseggono la Banca d'Italia? Si capisce da questa constatazione quanto sia grave tale circostanza: ci considerano talmente stupidi da non sentire neanche il bisogno di mascherare una situazione così manifestamente truffaldina.
Allo stesso modo, il debito pubblico italiano scaturisce da un debito inesistente, da obbligazioni inesistenti, dal fatto che noi tutti, compreso lo Stato, paghiamo il denaro che usiamo, cui noi stessi diamo valore.
La truffa consiste nel fatto che il sistema bancario crea praticamente dal nulla il debito, stampando il "denaro". Per tale operazione di creazione, pretende il pagamento di interessi di importo rilevantissimo e che nessun motivo al mondo giustifica. Per cui l'uscita da questa crisi attuale è semplicissima e passa attraverso la riappropriazione del denaro che noi usiamo, lo sgravio del denaro relativo agli interessi sul denaro usato e quindi sul risparmio di più di 100 miliardi all'anno di interessi indebitamente pagati al sistema bancario, che possono essere decurtati dalle imposte che i cittadini versano e quindi riattivare subito l'economia del paese per farci uscire dalla crisi.
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