EXCALIBUR 71 - dicembre 2012
in questo numero

Distruzione e rinascita

La società, novella Araba Fenice, saprà risorgere dalle sue ceneri?

di Salvatore Sirigu
L'Araba Fenice risorge dalle sue ceneri: dopo la Distruzione, la Rinascita
Abbattere, disfare totalmente, ridurre al niente, liquefare. Se fosse questo il compito storico di una seria e rinnovata classe dirigente unitamente alla fase della ricostruzione?
Abbiamo assistito a tutto. Nulla ci sorprende. Nemmeno i camerati che, seguendo l'esempio di tanti compagni, hanno tentato di dilapidare con il loro comportamento un patrimonio ideale inestimabile.
Proviamo a voltare pagina? Allora, distruggiamo questa politica, ma anche questa cultura e questa scienza al servizio del profitto fine a sé stesso.
Preferite lo tsunami o l'acqua che fa esondare il fiume? Con lo tsunami tutto accade in fretta ma c'è il serio rischio di una scorciatoia inutilmente violenta. Con l'acqua che scende dalle montagne e che ingrossa il fiume c'è il tempo per pensare al dopo.
Il problema è proprio questo.
Pensare a ciò che dovrà nascere o rinascere nel dopo.
L'imperativo è quello di non voler costruire una società utopistica imponendo all'italico cittadino di violentare la propria natura. Ciò che risulta evidente fare è l'andare incontro alla Tradizione che abbraccia le Novità. Ognuno di noi deve poter vivere tale incontro su di sé per renderlo attuale nel confronto con gli altri.
Nasceranno idee rinnovate, saranno le stesse idee che da millenni interrogano la nostra Comunità, ma con lo splendore della luce attuale. La prima Idea fondamentale riguarderà proprio la necessità di creare un nuovo destino comune per la Comunità. La seconda Idea riguarderà la volontà di confrontarsi da protagonisti con le altre entità comunitarie, diverse dalla nostra. La terza Idea riguarderà l'isolamento e la marginalizzazione di chi vive complottando, per fini di denaro e/o potere, contro le stesse comunità.
Tali idee vanno alimentate con il fuoco della passione che deve accendersi in tutte quelle persone non inclini a piegare il capo o nascondersi nelle retrovie.
Certamente è più facile annegare in questo clima mieloso dove un po' di dolcetto perviene comunque, direttamente o obliquamente, agli adorati sensi di ciascuno, ma il richiamo doveroso del Futuro va assecondato per non trascinare l'intera Comunità nell'oblio.
Dunque, è doveroso marciare, utilizzando quel poco o molto senso dell'impegno che ancora ci vibra nel corpo, nel cuore e nella mente, è doveroso riconoscersi nel percorso comune che di per sé rende il cammino vittorioso.
La nostra presenza nella Comunità ci obbliga a servirla arricchendola con la migliore qualità che riusciamo ad affinare e ciò va fatto sempre!
Non so se la liquefazione di questo sistema vedrà qualcuno di noi protagonisti, ma ciò che è più importante riguarda la nostra presenza vigile e costruttiva nell'epoca della Rinascita.
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